Delilah
Scendiamo dal taxi e prendiamo le nostre valige, dirigendoci verso il cancello di quella che, per questi giorni, sarà la nostra casa.
<Sono così emozionata, siamo a Barcellona!> urla Viola guardandosi intorno, sorridendo come una bambina. Kyle scuote la testa divertito e suona al campanello, e dopo qualche secondo una voce sbuca direttamente dalla porta principale.
<¡Chicos, bienvenidos!> ci accoglie calorosamente la signora Díaz mentre dietro alla soglia spuntano anche suo marito e i suoi due figli. <Buenos día, señores Díaz.> diciamo tutti all'unisono, sorridendole gentilmente.
I prossimi trenta minuti li passiamo a presentarci e a vedere le nostre camere. Quella in cui staremo io e Viola è molto grande, con delle pareti color rosa antico, un letto matrimoniale e un enorme armadio bianco lucido. Già, dovremmo dormire insieme e già li sento i calci che mi darà di notte.
Luke e Kyle invece sono nella stanza davanti alla nostra, dall'altro lato del corridoio. Le pareti sono di un colore verde acqua e hanno un letto a castello, con accanto un armadio nero opaco. Entrambe le stanze hanno un bagno personale, anche perché sarebbe difficile usare un bagno solo quando in una casa ci vivono otto persone...
Sistemiamo velocemente le nostre cose nelle rispettive stanze e ci prepariamo per goderci la città. Ci hanno concesso la libertà di girare un po' da soli oggi, per rilassarci dopo il lungo viaggio.
Mi faccio una doccia veloce e quando esco dal bagno vedo Viola intenta a fissare i suoi vestiti.
<Tu che ti metti?> chiede alzando due vestiti e osservandoli concentrata. Uno è un semplice vestito nero a maniche lunghe, che le arriva a mala pena alle cosce e l'altro è rosso con dei fiori bianchi.
<Niente di appariscente, probabilmente un jeans e una maglia.> faccio spallucce e apro l'anta della mia parte di armadio, mentre lei posa il vestito nero e si infila quello rosso.
Le sta veramente bene, come ogni cosa del resto. Mi infilo i pantaloni e una semplice maglietta, prendo una borsetta e metto dentro soldi e cellulare. Mi infilo le scarpe e prendo un berretto. Odio il sole e, nonostante non siamo in estate, ha la capacità di farmi venire un mal di testa assurdo.
Mi trucco leggermente e, quando siamo pronte, usciamo dalla camera e ci ritroviamo davanti i tre ragazzi, intenti a fare conversazione.
Kyle smette di parlare, guardando nella nostra direzione, e gli altri due lo imitano. In particolare vedo Alejandro mordicchiarsi un labbro ed io mi perdo a fissare i suoi occhi. Sono di due colori diversi, uno verde e uno azzurro ghiaccio e non posso fare a meno di guardarli. Quando se ne accorge ridacchia ed io distolgo lo sguardo, leggermente imbarazzata per averlo fissato.
<Siete bellissime ragazze.> commenta Luke sorridendoci. Anche se è passata solo una settimana il nostro rapporto è migliorato tantissimo ma non mi sento ancora pronta per poter tornare come prima. Mi ha chiesto scusa per il comportamento che ha avuto dopo la festa e, per non peggiorare le cose tra noi, ho deciso che è meglio far finta di nulla.
Ogni volta che lo vedo la sua faccia assume l'aspetto di Shawn e nella mia testa vengono fuori tutte quei pensieri orribile che per più di un anno hanno occupato la mia mente. E la occupano tutt'ora.
<Grazie Luke.> risponde orgogliosa Viola, sorridendogli come un ebete, mentre lui continua a fissare solo me. Tutto questo mi mette ansia e senza proferire parola mi incammino lungo il corridoio, verso la porta d'ingresso.
<¿Todo bien?> sento una mano posarsi sulla mia spalla e mi giro, ritrovandomi davanti Alejandro che mi guarda con un sopracciglio inarcato. Dietro di lui anche Kyle e Luke mi stanno fissando, mentre Viola è occupata a fissare Luke.
<Uhm, si... yo.. yo..> cerco di formulare una frase di senso compito ma lui mi precede. <Se vuoi posso parlare nella tua lingua, non c'è problema.> mi spiega e mi regala un sorriso bellissimo, sincero. Faccio spallucce mordicchiandomi il labbro.
Lo so lo spagnolo, non voglio che pensi che sia una che non riesce a imparare una lingua straniera.
<Andiamo... vi farò da guida.> sorride e sposta la sua mano dalla mia spalla alla schiena, esercitando una lieve pressione per farmi andare avanti. Ma l'effetto che ottiene è il contrario. Le mie gambe si bloccano, diventano molli e mille scariche elettriche si espandono lungo tutto il mio corpo dalla zona dove ha posato la sua mano.
Questo contatto mi sembra estraneo, nuovo e non capisco se mi piaccia o meno.
<Delilah?> qualcuno mi riscuote dai miei pensieri, facendo schioccare le dita davanti al mio viso un paio di volte. Scuoto la testa e mi passo le mani tra i capelli, uscendo velocemente di casa senza nemmeno aspettarli.
Cosa diavolo mi sta succedendo?
Ridacchio nervosamente, da sola, guadagnandomi un'occhiata strana da parte di due signore che passavano di lì.
Continuiamo a camminare per la città, scattando qualche foto di tanto in tanto. Barcellona è davvero bellissima, le strade brulicano di turisti e mi viene quasi da ridere quando una ragazza asiatica sale su una panchina e apre le braccia, facendosi fare una foto con la Sagrada Familia sullo sfondo.
<Venite qui, facciamo una foto!> urla Viola sorridendo e mettendo il telefono sul bastone per i selfie che probabilmente ha appena preso dalla bancarella li di fronte.
Sorrido e mi avvicino a loro, io e Viola stiamo davanti e i ragazzi sono dietro di noi. Sento una mano che mi stringe leggermente il fianco da dietro e mi volto appena, per vedere Kyle che mi sorride. Scuoto la testa e mi rigiro, tornando a guardare l'obbiettivo pochi secondi prima che Viola scatti la foto.
Dopo svariate ore, e dopo aver comprato praticamente tutti i souvenir della città, finalmente ci dirigiamo verso casa. La cena prosegue in modo abbastanza silenzioso a parte qualche domanda della signora Diaz, in cui ci chiedeva come è andato il viaggio, se ci piace la città, e com'è la nostra vita a Boston.
Dopo un po' inizia a parlare anche il signor Diaz, facendo anche lui varie domande sulla nostra vita a Boston ma smetto di ascoltare, in realtà vorrei solo andare a dormire.
Finita la cena ognuno torna nelle proprie stanze. Viola si infila un pigiama bianco con delle scritte azzurre ed io mi infilo dei pantaloni della tuta con una maglietta nera.
Ci mettiamo a letto e inizio a smanettare con il mio telefono, cercando di completare il livello 24 del gioco con cui ultimamente sono in fissa. Passano svariati minuti e quando ci riesco sorrido soddisfatta. <Viola c'è l'ho f...> quasi urlo, ma quando vedo che lei si è già addormentata mi tappo le bocca per non svegliarla.
Questa ragazza ha la capacità di addormentarsi non appena appoggia la testa sul cuscino, incredibile.
<Notte Viola..> le sussurro.
Come ogni sera indosso le cuffie e faccio partire la musica, nell'attesa di addormentarmi. Quando arrivo alla settima canzone sento le palpebre pesanti e gli occhi chiudersi ma un messaggio fa illuminare lo schermo del mio telefono.
Sospiro scocciata, passandomi una mano sul viso e lo prendo, cliccando sul messaggio.
Da: Luke -23.48 p.m-
"Vieni fuori?"Ora?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, in tal caso lasciate un commento è una stellina. Alla prossima xoxo.
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From the first time i saw you
Chick-LitArriverà un momento nella vostra vita in cui perderete la strada. Vi sembrerà di esservi persi in questo grande casino che è la vita, ed è proprio quello che è successo a Delilah Cooper. La morte del fratello Shawn peggiorerà solo il malessere con c...