ATTENZIONE: Questa one shot è basata sui disegni di @crypticody (su Instagram) di conseguenza, a differenza delle altre one shot, questa è molto più pilotata dai corrispettivi fumetti e ho preso molto spunto da questi. La trama quindi non appartiene a me in alcuna maniera, anche se naturalmente ho aggiunto anche qualcosa di mio.
Detto questo, buona lettura.All'esordio Keith fu un bambino solare ed allegro come chiunque altro. Adorava giocare nei boschi, era il favorito tra i suoi passatempi. Con l'avanzare degli anni si rese conto, e non fu l'unico, della maledizione che iniziò ad incombere su di lui. La tipica goccia che fece traboccare il deputato vaso; si trattò dell'assassinio, a suo carico, della propria madre. Ogni cosa formata da materia, purché fosse vivente, che siano vegetali, animali o addirittura persone, con il singolo tocco di quel bambino apparentemente innocente, perdevano velocemente, come risucchiata, la propria forza vitale; era questa la maledizione che Keith trascinava con sé.
L'esclusione forzata, e aggiungerei rude, di Keith da ogni forma di civiltà fu inevitabile. Venne trattato come un rinnegato ed imparò a comportarsi e a sentirsi tale, nonostante la sua personalità più che estroversa. Di conseguenza il bambino solare ed allegro scomparve, crescendo evidentemente troppo in fretta. Venne temuto e soprannominato come "La Morte". Immedesimandosi ormai in quella oscura figura, il ragazzo dimenticò tutto del suo passato, compreso il suo nome.
La solitudine e la nostalgia non lo abbandonarono per un instante a causa della colpa che si affibbiava riguardo la madre, causando una costante erosione all'interno della sua anima. Spaventando ogni persona intorno a sé, rimase solo per tutta la sua vita. L'odio che provava nei suoi confronti era indescrivibile e raggiungeva picchi altissimi ogni qualvolta il suo stesso maleficio si attivasse. Come accadde quel fatidico giorno che lo portò, in un futuro, a gioire della causa di tutti i suoi mali.
Il suo statico cammino venne interrotto da un comune battufolo bianco. Il piccolo predatore, correndo, si era scontrato mal volentieri nello strano individuo, vestito di abiti neri come la pece e dal volto buio. Come era di consuetudine la vita della creatura cessò con quel singolo contatto ed il ragazzo, stanco, si calò ancora una volta, carezzando dolcemente e con fare dispiaciuto il pelo soffice del disgraziato animale. Senza lasciarsi andare a troppe cerimonie smise di toccarlo.
Amareggiato si izzò in piedi nuovamente e continuò a muoversi. Realizzò che si stesse verificando una qualche stranezza pochi secondi dopo, quando la stessa ed identica veloce macchia bianca si prestava a correre velocemente innanzi al suo campo visivo. Incredulo rimase a fissare ancora qualche istante davanti a sè, sbattè le palpebre stralunato e si voltò lentamente. Ai suoi occhi si parò un ragazzo, quasi come se lo stesse aspettando. Lo scontro visivo che ebbero i due in quei pochi attimi fu di un'intensità non indifferente. Senza interrompere quella silenziosa battaglia lo sconosciuto si avvicinò, a passi lenti.
-Ciao, io sono La Vita, puoi chiamarmi Lance.- si presentò con un sorriso sincero dipinto sul viso. Capelli castani, blu gli occhi, l'aria allegra e abiti di ogni colore, tutto ciò che il corvino avrebbe sempre voluto essere ma che non sarebbe mai stato. Al drammatico individuo gli si contorse lo stomaco e ad occhi sbarrati osservò lo strano ragazzo senza proferire parola, tentando di fargli intendere che non volesse, in alcun modo, fare nuove conoscenze. L'altro volle chiaramente fare diversamente, affiancandolo in quella sua lunga passeggiata e, seguentemente, in tutte le altre.
Keith era ammagliato da ogni minimo particolare di Lance e quest'ultimo non lo temeva. Morte continuò incessantemente a tenersi ad una riguardevole distanza da Vita, vivendo con la costante paura di poterlo sfiorare per sbaglio. Era passata un'eccessiva quantità di tempo per poter anche solo lontanamente ricordare il viso dell'ultima persona che ci tenesse davvero, a lui, a Keith. Il solo pensiero che lui stesso sarebbe stato probabilmente la causa della scomparsa definitiva di quest'ultima persona era abbastanza per la psiche del ragazzo, che iniziò gradualmente a disintegrarsi. Il corvino non avrebbe mai potuto perdonarsi una distrazione del genere.
La loro relazione continuò costantemente ad ampliarsi. Il corvino, in principio freddo e distaccato, in compagnia del castano iniziò nientemeno a fare accenni di microscopici sorrisi. Lance era pienamente gioioso che riservasse quelle magnifiche espressioni a nessun altro se non lui. Giorno dopo giorno il castano mostrò sempre più quanto ci tenesse al corvino ed anche quest'ultimo, nel suo piccolo e a suo modo, ci provava. Ormai ogni giorno passava uno in compagnia dell'altro. L'evoluzione del loro legame si incise positivamente in entrambi.
Nel trascorrere di una tiepida giornata autunnale le due entità tra di loro distanti si stanziarono ai margini di un tranquillo ruscello, accompagnati da una fredda ma piacevole brezza. Vita parlava e gioiva ma Morte era troppo assorto nei propri pensieri per potergli prestare anche in piccola parte attenzione, come invece faceva di solito. Il castano, stanco di tutto ciò, si avvicinò da dietro. Il corvino non lo notò, ancora stanziato nel suo regno delle paranoie.
Lance si poggiò alle sue spalle, fu un contatto lungo che riempì di gioia il castano. Per Keith non fu lo stesso, ormai convinto di aver ucciso l'unica persona che avesse mai amato, la sua mente crollò, così come il suo cuore e giurò di aver sentito anche parte della sua esistenza andare in frantumi. Copiose e grigie lacrime iniziarono a fuoriuscire dalle sue iridi e portando le sue nocche ad asciugarle si lasciò andare ad un sincero urlo di dolore, che venne presto messo a tacere.
Due piccoli palmi si posizionarono sulle sue guance, facendogli ruotare il capo di circa novanta gradi. Un minuto viso si sporse oltre la spalla del corvino, per legarli in un altro contatto, discorde dal precedente. Keith smise di piangere e strinse Lance nelle sue braccia.
Perchè Lance era la Vita e Keith era la Morte. Si appartengono e lo faranno per tutta l'eternità.
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One shot sotto richiesta di e dedicata a -midnightbloom-.
Non so neanche se chiederti scusa per quanto tempo ti ho fatto aspettare perché probabilmente mi sputeresti in faccia ed io ti darei pure ragione.
MA ANDANDO AVANTI. Spero davvero che la one shot ti piaccia, almeno più di quanto piaccia a me.
Fammi sapere che ne pensi :3Critiche e consigli ->
Naturalmente spero vivamente sia piaciuta anche a voi, anche se sinceramente a me non soddisfa molto, fatemi sapere :3
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Voltron One Shot || Richieste [CHIUSE]
SonstigesQuesta storia contiene One shot su Voltron, le quali saranno principalmente Klance, ma potete fare delle richieste che cercherò di accontentare il prima possibile. Le richieste possono essere fatte su qualsiasi ship.