Detroit: Become Human Au! Detroit, 2038. Sono passati molti anni da quando la CyberLife, un'azienda tecnologica fondata dall'eccentrico genio Elijah Kamski, ha lanciato sul mercato gli androidi, delle vere e proprie macchine antropomorfe progettate per ogni tipo di lavoro, dalle semplici faccende domestiche fino alle operazioni di guerra nell'esercito. Ormai il numero di androidi in circolazione ha raggiunto un numero esorbitante, provocando così una mancanza di lavoro generale che ha causato il malcontento della popolazione. Gli androidi sono infatti programmati per eseguire gli ordini degli umani, e non sono in grado di provare alcuna emozione, al fine di svolgere meglio il loro lavoro. Da qualche tempo però, sono sempre più frequenti i casi in cui alcuni androidi, classificati come devianti, riescono a manifestare sentimenti come la paura o l'amore, ribellandosi così ai propri padroni e suscitando preoccupazione nel governo e nella CyberLife stessa.
-Wikipedia
Quel fumo nero e, di conseguenza, quelle ceneri formate da sostanze inorganiche entravano senza ostacoli nel laboratorio del ragazzo tramite la grande vetrata aperta. La stessa vetrata che, anche se chiusa, dava modo, a chiunque si trovasse ad una notevole altezza, di poter scrutare, seppur da lontano, la sagoma buia di un ragazzo, a egual maniera, buio. Lo stesso ragazzo che sedeva, nella più completa oscurità, al tavolo da lavoro presente nell'esageratamente ampia stanza. Egli non faceva altro che accumulare, e memorizzare, una dietro l'altra, informazioni su informazioni attraverso lo schermo del suo laptop. Il suo sguardo, ormai vitreo, non perdeva la concentrazione neanche per un singolo istante e le marcate occhiaie sopraffavano le magnifiche iridi colorate al disopra di esse, rendendole invisibili all'occhio di chi osservava.
Uno, due, tre. Il ragazzo aveva ormai perso il conto dei battiti che stava continuando a perdere, riusciva solo a guardare inerme la massa indefinita di persone che si muoveva frenetica davanti ai suoi occhi. Si trovava in uno stato di assoluta confusione; lui non aveva ancora compreso cosa stesse accadendo, riusciva solo a fissare d'innanzi a se sussurrando di volere delle spiegazioni. Pochi minuti prima teneva stretta in una presa salda la mano del suo ragazzo e l'attimo dopo dei medici, a suo parere completamente incompetenti, piombarono nella stanza e lo trascinarono letteralmente fuori dall'unico luogo in cui poteva trovare minuscoli attimi di felicità. Non gli era neanche chiaro il motivo per cui lo avessero fatto! Tutto ciò che gli venì in mente era quello strano e fastidioso suono acustico continuato, proveniente da un altrettanto strano macchinario collegato, per qualche arcano motivo, al corpo disteso dell'amato. Il castano non comprese la gravità di quello che stava accadendo, riusciva solo a pensare che lo stessero mancando di rispetto. Il giovane ragazzo voleva solo tornare ad unire la sua mano in quella della persona che amava e, anche se la stretta non fosse stata ricambiata, a lui non sarebbe importato. Di fatto non gli importava neanche che il corvino non fosse cosciente da mesi ormai, a lui bastava vederlo.
Lance rilesse, ancora un'ultima volta, quello strano ammasso di parole, inviatogli da una persona che in quel momento non riaffiorava nella sua memoria. Stava crollando, più di quanto non avesse già fatto. Ma lui non si rendeva minimamente conto dello stato in cui si trovava, cercava solo di raggiungere il suo obbiettivo, non gli importava se ormai il suo corpo, e la sua stessa vita, non valessero più nulla. Le poche frasi che quella persona, che poi aveva scoperto essere Pidge anche catalogata da quello che rimaneva del suo cervello come la sua unica amica, gli aveva scritto in quel momento non avevano senso per lui, non riusciva a collegare le parole ai rispettivi significati. Più cercava di rimanere concentrato, più, la sua concentrazione, sbiadiva. Decise di meritarsi una pausa. Si recò ai fornelli e, con le mani tremanti, mise a scaldare l'acqua con l'intenzione di farsi del the. Non riusciva più a ricordare da quanto tempo non dormisse ma immaginò fosse abbastanza evidente allo sguardo di chiunque che non riposasse da diverso tempo. Si ritrovò a bere il the senza rendersene conto.
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Voltron One Shot || Richieste [CHIUSE]
De TodoQuesta storia contiene One shot su Voltron, le quali saranno principalmente Klance, ma potete fare delle richieste che cercherò di accontentare il prima possibile. Le richieste possono essere fatte su qualsiasi ship.