Erano passati ormai cinque giorni da quando Jungkook aveva iniziato il suo nuovo lavoro. Quello che doveva fare era sistemare i documenti di Park, occuparsi delle riunioni e tenere sempre aggiornato Jimin su quello che doveva fare durante la giornata, ed a volte capitava dovesse andare anche a comprargli da mangiare perchè lui era così occupato dal lavoro che non usciva neppure dal suo ufficio. Jungkook a volte si chiedeva se in realtà Namjoon gli avesse raccontato un mucchio di balle, e che Jimin era un semplice genio del male senza alcuna particolare perversione. Intanto, però, Park si tormentava da solo. Aveva quasi finito il cumulo di lavoro, però un continuo desiderio martellava la mente di quel giovane uomo, cioè portare fuori a cena Jungkook. In genere a lui non interessavano questi tipi di convenevoli, però con quel piccolino ci teneva a far le cose per bene ed aveva paura che se gli avesse chiesto semplicemente di andare a cenare insieme questi avrebbe immediatamente iniziato a pensare male, ed era la cosa che più voleva evitare.
<<No che scusa uso? Perchè di certo non posso dirgli: "Hey Kookie verresti a cenare con me così poi ti scopo per bene?">> disse frustrato Jimin, per poi darsi del cretino per le cose che aveva detto.
<<Che cazzo faccio?>> disse in tono troppo alto e sbattendo la mano sulla scrivania.
A quel punto Jungkook sentendo quel frastruono entrò di corsa senza neppure bussare, e chiese: <<Cos'è successo?>>
Jimin frastornato dall'arrivo del più piccolo rimase senza proferire parola, e maledicendo il suo tono di voce sempre troppo alto.
<<No va tutto bene Kookie>> si decise finalmente Jimin a rispondere.
<<V-va bene, allora torno a lavoro>> disse Jungkook imbarazzato per l'ennesima volta da quel nomignolo.
<<Aspetta! Siediti un attimo>>.
Jungkook non capì la reazione di Jimin, il quale aveva una faccia talmente determinata che il ragazzo ne fu quasi inquietato. Diciamo che il biondo aveva deciso, finalmente, di agire d'impulso perciò si inventò una grandissima balla lì su due piedi.
<<Sta sera sarei dovuto andare a cena con un mio caro amico, soltanto che lui ha avuto un imprevisto e per farsi perdonare ha deciso di ofrirmi la cena, e che avrei potuto portare un'altra persona ad accompagnarmi. Visto che ti stai impegnando davvero tanto nel tuo lavoro, questo vedilo come un modo per ringraziarti>> disse Park estremamente convinto e sorridente, però Jungkook in quell'espressione scorse anche qualcos'altro, una particolare soddisfazione che non aveva mai visto prima d'allora.
<<Beh... devo vedere perchè se non sbaglio ho degli impegni sta sera, poi ti dico>> disse in preda al panico il povero agente.
Jimin si limitò ad annuire e sforzare un sorriso. Aveva fallito, quello era un evidente rifiuto e non lo digeriva. Nessuno aveva mai rifiutato Park Jimin, ormai quella era una guerra.
Jungkook sorrise di rimando e chiuse la porta alle sue spalle. Rimase lì per più di un minuto. Guardava davanti a se, ma aveva lo sguardo perso e la mente che sfrecciava come un treno. Cosa avrebbe dovuto fare? Accettare o meno? La missione?. Erano questi i suoi pensieri.
Allora andò a sedersi alla sua scrivania e si prese la testa fra le mani. Non sapeva cosa fare, cosa sarebbe accaduto alla missione se tutta quella situazione avesse preso la piega che lui immagginava? Però dall'altra parte gli avrebbe fatto comodo, perchè avvicinandosi a lui avrebbe avuto più chance di ricavare informazioni. Prima di iniziare non aveva calcolato questa possibilità perciò avrebbe dovuto agire nel buio più totale.<<Vedo che le cose si mettono già male per te>> sussurrò qualcuno all'orecchio del ragazzo il quale rimase impietrito. Lui era stato addestrato per non essere colto alle spalle, ma purtoppo Jimin gli occupava completamente i pensieri.
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Secret Mission || Jikook
FanfictionA Jungkook verrà affidata la sua prima missione come agente sotto copertura. Riuscirà qualcosa, o qualcuno a compromettere la sua missione e soprattutto fargli dimenticare l'obiettivo finale? ¡ Avvertenze ! La storia contiene: - linguaggio scurrile...