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Jimin stava già cedendo. Il piano del piccolo agente stava funzionando.

Quel giorno i due ragazzi tornarono a casa senza essersi praticamente parlati. Jungkook era ben consapevole che il giorno dopo Jimin avrebbe dato di matto se lo avesse ancora ignorato, ed era esattamente quello che voleva.

The Next Day

La mattina seguente l'agente arrivò leggermente in ritardo a causa del traffico, e quando si posizionò alla sua scrivania trovo un bigliettino attaccato al monitor del computer.

"Piccolo disgraziato oggi sei pure in ritardo. Appena arrivi vieni nel mio ufficio così posso spezzarti le ossa senza che nessuno mi veda."

Il minore non poté far a meno di ridere a quel messaggio lasciato dal suo capo. Si era davvero preso male quel Park Jimin. Si vedeva che quel play boy non era abituato ad essere ignorato, e quanto meno rifiutato.

Quando l'agente entrò nell'ufficio di Jimin, quest'ultimo aveva la faccia di qualcuno che non sembrava avesse molta voglia di parlare.

<<Eccomi. Cosa voleva dirmi?>> iniziò Jungkook. Jimin alzò lo sguardo iniziando a fissare intensamente il ragazzo di fronte a lui, come se tentasse di leggere quello che gli passava per la mente. Nessuna risposta. Mise le mani in tasca e iniziò ad avvicinarsi finchè non si trovò faccia a faccia con Jungkook. Ancora nessuna risposta. Silenzio.

<<Mi spigheresti gentilmente...>> disse finalmente Park, per poi fermarsi per trovare le parole più appropriate <<...PERCHÈ CAZZO IERI MI HAI INGORATO PER TUTTO IL FOTTUTO GIORNO? E DAMMI UNA RISPOSTA VELOCE E SENSATA SE NO GIURO CHE TI AMMAZZO>> concluse tutto d'un fiato il più basso.

Jungkook attinse alle forze divine per non ridere davanti a quella scena. Park era diventato completamente rosso, con un fiatone post maratona.

<<Mi scusi, ma non mi sembra di averla ignorata. Dopotutto ci siamo parlati>> a quelle parole Jimin scoppiò a ridere. Jungkook ne rimase sorpreso perchè pensava si sarebbe messo di nuovo ad urlare.

<<Ah ed ora fai pure il finto tonto>> continuò il biondo girandosi di spalle.

<<Cosa starei ignorando?>> il più piccolo si stava divertendo a stuzzicare Jimin.

<<Il fatto che da quando ti ho baciato mi hai solo ignorato>> disse finalmente girando leggermente la testa per poter vedere il più piccolo con la coda dell'occhio.

<<Non so di cosa lei stia parlando, ma tutto questo non è mai accaduto. E se fosse davvero accaduto, molto probabilmente lo sto facendo perchè tutto sarebbe sbagliato, dato che lei è il mio capo>> disse nel modo più serio che poteva Jungkook.

<<Forse hai ragione, magari mi sarò sognato tutto>> rispose Jimin con l'aria di un pazzo che si arrende alla dura realtà. Ma improvvisamente cambiò espressione, e si avvicinò a Jungkook.

Iniziò ad accarezzargli le labbra esattamente come fece quella sera <<Sì magari avrò davvero sognato tutto, ma ora osa dirmi che questo non è reale>> gli afferrò il collo e lo iniziò a baciare con rabbia, mista ad una sorta di desiderio represso.

Jungkook attinse nuovamente alle forze divine di Zeus e Giove messi insieme, perchè sta volta per poter resistere a quel diavolo tentatore che era Park Jimin la sola forza di volontà non sarebbe bastata. Quest'ultimo notando la sua resistenza si fermò e spinse violentemente Jungkook contro la porta. Gli si avvicinò lentamente mentre guardava la faccia dell'altro che era nuovamente sconvolta per la forza che poteva avere quel piccolino. Quando gli arrivò di fronte iniziò a ghignare, e sbottonare la camicia così da scoprire metà del petto che iniziò ad accarezzare piano, piano.

Secret Mission || JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora