Mi ha riportata a casa, ieri sera. Mi ha raccontato le cazzate che ho fatto, le risate inconcludenti, le parole a caso, le cadute a terra e i baci alcolici.
Anche adesso non riesco a smettere di ridere, ma perché non mi capacito di ciò che è successo ieri, ricordo davvero poco e raccontato da lui... sembra tutto così assurdo e divertente. Non so se dovrei esserne spaventata o se dovrei lasciar perdere la faccenda.
-Ah sai qual è stata la cosa più divertente?-
Mi guarda con un sorriso che gli attraversa il viso, bello quasi quanto il mare al tramonto dietro di lui. Si è tolto la maglietta, la tiene in mano, fa troppo caldo per passeggiare con i vestiti. A volte mi ritrovo a posare inconsapevolmente lo sguardo sul suo petto nudo, ma lo sposto in fretta, sentendo le guance diventare come fiamme. Vorrei spogliarmi anch'io, ma non mi sembra carino rimanere in reggiseno, magari stamattina avessi pensato a mettermi il costume... purtroppo non sono stata così previdente, o forse stamattina il mal di testa post sbronza era troppo forte per poter pensare con lucidità.
-Vai, spara-
Si ferma, raccoglie una conchiglia e me la mette tra le mani, con un sorriso. La stringo, apprezzando questo piccolo e quasi insignificante gesto che mi riempie un po' il cuore di felicità.
Smettiamo di camminare, il suo sguardo è serio, ma non grave. Serio e... un po' in ansia.
-Ieri sera hai detto una cosa che non mi sarei mai aspettato... ma magari... sai come si dice? "in vino veritas"- ridacchia nervoso e mi tocca le mani, le guarda attentamente, ne segue i contorni con la punta delle dita, sovrappensiero.
-Cos'ho detto?- chiedo preoccupata, cercando nella mia testa il ricordo di ieri sera e trovando soltanto la familiare sensazione di non riuscire a ricordare nulla.
Ride un po' in imbarazzo e chissà quali immagini gli stanno passando per la testa.
-Hai detto che mi ami-
Tossisco, scoppio a ridere. L'ho fatto?
Ride anche lui, a disagio, con i piedi scalzi fermi nella sabbia bollente. Sembra non sentire il calore addosso, ma quello dentro sì. Il suo sguardo è sfuggente, forse ha paura della mia risposta, ne ho paura anch'io. Cosa mi è saltato per la testa? forse solo la verità... Più lo guardo, più mi sorride, più mi stringe le mani e più mi si riempie il cuore. Vederlo, ogni volta, è una sensazione di profonda gioia, come se il resto delle cose, durante il giorno, perdesse di importanza. Quando stamattina aspettavo che mi passasse a prendere in macchina, la mia pancia era un turbinio di emozioni, lo stomaco era tutto arrotolato su sé stesso e mangiare la colazione è stata davvero un'impresa titanica. Il pranzo in spiaggia con lui, poi... Perdevo più tempo a guardarlo intento a preparare il suo panino che a mangiare il mio. Mi ha baciata poco oggi, solo quando mi è venuto a prendere, ora so che probabilmente è stato perché aveva le mie parole di ieri sera che gli frullavano per la testa, seguendo traiettorie non specificate che si scontravano con chissà con quante idee, chissà quanto ci ha pensato. I suoi occhi si fanno sempre più pensierosi, l'attesa sofferente si impadronisce del suo buon umore, spazzato via dall'ansia e dalla paura.
-Lo pensi davvero?- chiede, data la mia non risposta.
Eh, questa non è una domanda facile. Cosa dovrei rispondere? Sì? Forse? No? Okay, l'ultima è sicuramente esclusa. Ma se ieri l'ho detto, non ci sarà un fondo di verità? Non posso essermelo inventata di sana pianta... In fondo, cos'è amare? Sentire le farfalle tra i denti quando lui si avvicina? Mettersi davanti allo specchio per ore, cercando quell'esatto vestito che possa attirare la sua attenzione, solo per farsi dire "sei bellissima"? Forse è quando la notte ti rigiri nel letto, incapace di dormire, che cerchi luci da spegnere in giro per la camera perché senza il buio assoluto non ci riesci a prendere sonno, per poi scoprire che è il suo ricordo ad essere troppo luminoso. Amare è morire dentro un suo abbraccio, volere il suo contatto, cercare le sue mani, guardare i suoi occhi e perdercisi dentro. Forse è l'impressione che tutto il male ricevuto sia valso la pena, perché alla fine ha portato a lui, e lui annulla tutto quanto con una sola carezza.
-Credo... credo di sì- ammetto, lasciando sempre un velo di incertezza per difendermi in caso vada male, in caso lui mi prenda per pazza, non espormi troppo è sempre stata la mia arma migliore. Ma con lui... è così difficile mantenere il muro alzato, viene voglia di prendere una spranga e buttarlo giù per corrergli incontro e non lasciarlo andare mai.
-Sai... invece io ne sono sicuro-
-Di cosa?-
-Che ti amo-
Sorride, sincero. I suoi occhi sono luminosi e belli, tanto belli. Parte da lì il suo sorriso, si espande poi su tutto il viso, arriva fino alle sue mani, che stringono le mie come se non volesse più lasciarle andare.
-Sai, potrà sembrare all'antica..-
Ricomincia a camminare sulla sabbia ormai più fresca, col sole che cala lentamente dietro al mare.
-Ma io voglio avere una certezza... dopo tanto tempo, voglio sapere che sei mia Emma-
Lo guardo confusa, cosa intende?
-Stiamo insieme?- chiede, senza darmi nemmeno il tempo di chiedergli di spiegarsi meglio.
Tossisco, colta di sorpresa. -Dici davvero?-
-Eh no, scherzo- alza gli occhi al cielo, ridendo.
Mi sta chiedendo di... essere una coppia? Essere fidanzati? cioè quelle cose tipo... mesiversari, san Valentino e altro?
Lui infila le scarpe ed io lo imito, essendo tornati sul marciapiede, poi tira fuori le chiavi della macchina. Il suo viso è serio mentre la apre e mi fa cenno di salire. Lo seguo, come in trance, un po' spaventata da questa domanda. Ma è bella, no?
Mi siedo affianco a lui, che mette in moto in silenzio e parte.
-Sì- rispondo, senza riuscire a guardarlo in viso.
Inchioda all'angolo della strada, mette le frecce d'emergenza e mi guarda.
-Come, scusa?-
-Stiamo insieme- confermo, accennando timidamente un sorriso. Mi batte forte il cuore, sento uno strano tremolio di eccitazione e paura alle mani, ma il suo sorriso, come al solito annulla tutto. Si slaccia la cintura e si avvicina il più possibile a me, per quanto gli permetta il sedile. Mi guarda fisso negli occhi e mi bacia più volte le labbra.
-Non sai da quanto aspettavo questo momento...- e mi bacia ancora e ancora, quasi come non gli bastasse mai, come a voler recuperare tutto il tempo che abbiamo perduto in stupidi e inutili litigi.
-Ho un'altra domanda-
Alzo gli occhi al cielo, che altro deve chiedermi ancora? Oggi le sue domande sono tutte un po' pesanti... per quanto belle, mi impongono di ragionare sui miei sentimenti e di esprimerli, cosa che io non faccio proprio mai.
-Sì lo so che oggi ti sto tempestando...- ammette ridendo - ma questa è l'ultima, lo giuro-
-Vai, dimmi-
-Premetto che non ho secondi fini, davvero... ho solo bisogno di stare con te..-
-Parla chiaramente Ste-
-Resti a dormire da me, stasera?-
-Oh...- rispondo, un po' colpita.
-Emma io non voglio scopare, okay? Io voglio solo dormire e tenerti stretta tra le braccia. Il resto, verrà quando ti senti pronta, quando vorrai anche tu-
Rimango in silenzio, la mia mente va a mille e non riesco a seguire i miei stessi pensieri. Riesco solo a seguire i suoi occhi speranzosi.
-Quindi? Resti a dormire da me?-
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Cercami dove il mare finisce
Fanfic(#STEM) Un terribile incidente sconvolge quella che all'apparenza era definita da tutti una vita perfetta. Emma, 19 anni, perde il ricordo dei suoi ultimi quattro anni. È sparito tutto: la migliore amica Gaia, il fidanzato Marco e il migliore amico...