»Katherine's pov«
Mi pulii le mani su uno straccio di lino.
-Niente male, davvero- Sentii dietro di me, Mikasa mi rivolse un leggero sorriso, coperto dai suoi capelli disordinati.
Le feci un cenno di ringraziamento, non sapendo come rispondere.Buttandomi il panno sulla spalla con nonchalance, mi diressi verso il centro del campo, verso Keith, cercando qualcuno con cui combattere, qualcuno davvero disposto e motivato a combattere.
La maggior parte dei cadetti non sa davvero a cosa andrà incontro, sono soltanto persone arroganti influenzate dalla paura della morte.
Alcuni pensano soltanto alla gloria, tornare sano e salvo dopo una missione può essere motivo di prestigio? Beh per certi si.
Sicuramente ci sono anche coloro che aspettano soltanto di tornarsene a casa dai propri cari; ad altri invece non è rimasto niente, cercano di aggrapparsi ad ogni opportunità, buona o cattiva. Non importa davvero.
Non so in che categoria collocarmi: non ho mai conosciuto i miei genitori, sono cresciuta con mio fratello, non avevamo tanto tempo per noi, gli incarichi, il lavoro occupavano la maggior parte delle nostre giornate e dei nostri pensieri, nonostante tutto, sono sempre stata tanto legata a lui, mi ha guidato e mi ha protetto fino, rendendomi quella che sono adesso. Nonostante l'evidente mancanza di una figura materna, mi sentivo sempre capita ed apprezzata da mio fratello, anche nelle piccole crisi adolescenziali, era sempre vicino a me dandomi supporto nei momenti bui, e gliene sono grata.
Scossi la testa, tornando con i piedi per terra, quando sentii una mano possente afferrarmi il braccio, mi girai.
Reiner Braun mi osservava dall'alto in basso, sfidandomi con lo sguardo, un sorrisino beffardo sulle sue labbra. Esortandomi a sfidarlo nel combattimento, convinto di potermi battere.
-Guarda e impara Eren- Urlò contro il castano, che lo guardò con noia.
Qualche minuto prima successe la stessa identica cosa, con Annie: Reiner la sfidò pavoneggiandosi davanti a Eren, finendo però con il sedere all'aria, seguito da quest'ultimo.-Fatti sotto bambolina- Alzai gli occhi al cielo al soprannome.
Non risposi mettendomi nel frattempo in posizione, accettando in silenzio la sua provocazione, mi girai di lato, bilanciandomi con le gambe divaricate e i pugni chiusi all'altezza del petto.
-Sarò gentile con te, non vorrei mai rovinare il tuo visino- Disse sogghignando, rimasi zitta, concentrandomi su di lui:
Reiner è molto robusto e quindi molto pesante nei movimenti, di conseguenza molto lento.
A lui la prima mossa, si avvicinò a me correndo e quando pochi passi ci dividevano, gli bloccai il braccio teso, evitando il suo pugno.
Improvvisamente mi girai e facendo leva sul suo braccio e come fulcro la mia spalla, lo scaraventai a terra.
Mi avvicinai lentamente a lui, che si lamentava per il dolore, mi abbassai e gli sussurrai all'orecchio, regalandogli un sorrisetto ironico:
-Dicevi?-
Reiner si alzò velocemente, asciugandosi il sudore. In sottofondo sentii le risatine di Eren, sinceramente divertito dalla situazione.
-Beh, non volevo andarci troppo pesante con te, ma credo di dover- Lo interruppi tirandogli un calcio in viso, facendolo cadere nuovamente a terra.
Il biondino si portò una mano alla bocca, togliendosi il sangue dalle labbra.
Una vocina nella mia testa mi disse di aiutarlo, di non umiliarlo ulteriormente e così feci.
Mi avvicinai alla sua forma sdraiata e gli porsi la mano, in un primo momento mi guardò stranito, non aspettandoselo, ma poi mi prese titubante la mano e, sostenendosi al terreno, si alzò.
-Pensa ad usare di più il cervello e meno gli ormoni- Gli urlò contro Jean, un ghigno gli incorniciava le labbra mentre il biondino lo mandò a quel paese sussurrando in modo da non farsi sentire, ma io lo sentii, lo sentii eccome.
🌿
-Ymir non correre- Sasha borbottò innervosita, seguendo la bruna nei dormitori.
La ragazza con il viso punteggiato da lentiggini non le diede ascolto, accasciandosi sul proprio letto con un'espressione accigliata.
Christa osservava le due, che si scambiavano battutine, provocazioni e prese in giro, dalla porta, le braccia conserte e un delizioso sorriso le incorniciava il volto.
Nonostante il carattere cinico e prepotente, secondo la biondina, Ymir si stava sciogliendo, stava iniziando a prendere confidenza con i cadetti.
Feci capolino nella stanza, esausta.
Volevo solo abbracciare il mio cuscino e concerdermi quelle poche ore che avrebbero dovuto mantenere il mio "sonno di bellezza".Prima di cadere in un sonno profondo, mi accorsi che improvvisamente le due ragazze smisero di battibeccare, lasciando regnare il silenzio.
Sentii uno sguardo bruciarmi nella schiena, insistente, mi sentivo osservata.
Aprendo leggermente un occhio notai che la castana, Ymir, aveva posato lo sguardo su di me, sembrava quasi incantata, non parlava, mi guardava e basta, al suo fianco Sasha le scuoteva il braccio, cercando di attirare la sua attenzione, inutilmente.Inarcai un sopracciglio annoiata, prima di girarmi dall'altra parte, socchiudendo I miei occhi color veleno.
-Fatti più in là- Mikasa mi sussurrò/urlò nell'orecchio, sobbalzai facendomi da parte e attaccandomi al muro.
Nei dormitori, nelle varie stanze, disponevamo di un paio di letti da due persone ciascuno. Beh, condividevo il mio piccolo spazio con niente meno che Mikasa.
Mi girai verso di lei, che nel frattempo si tolse la sciarpa rossa, piegandola attentamente e posandola sulla testata del letto.
-Te la porti sempre dietro, eh? Un regalo importante immagino- Le chiesi indicando la sciarpa con occhi socchiusi, anche se la luce era fioca mi dava lo stesso un sacco di fastidio.
Mikasa esitò un attimo, prima di stringere leggermente la sciarpa, per poi annuire lasciando cadere i capelli davanti al viso.-Un regalo di Eren- Disse evidentemente a disagio, le presi la mano disegnando cerchi immaginari con il pollice, come a dirle di non preoccuparsi, non era obbligata a raccontarmi del suo passato.
Sono la prima a tenermi i miei segreti dentro, evitando di parlare di me il più possibile; non mi piace essere al centro dell'attenzione, soprattutto quando la gente, stupidamente, è pronta a giudicarti anche solo per una scelta, a parer loro sbagliata, non sapendo niente di te, non sapendo delle lacrime, dei sorrisi...Prese un respiro profondo prima di continuare: -Mi ha avvolta in questa sciarpa quando i miei genitori sono morti-
Una lacrima finì sulla mia mano, una lacrima amara.🌿🌿🌿
Zao a tutti! Beh, prima di tutto ci tenevamo a ringraziarvi per aver letto i primi due capitoli! Questa è la nostra "prima storia" su Wattpad, non siamo esperte, accettiamo volentieri sia consigli che critiche. Grazie ancora -3-
-Yen e Sasha🥀
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A Choice With No Regrets || Levi Ackerman
FanfictionKatherine era consapevole di quello che faceva, era cosciente che togliere la vita ad un essere umano non era certo un qualcosa di cui andar fieri, era un lavoro sporco, lo sapeva bene, ma qualcuno doveva pur farlo e chi meglio di lei che si conside...