•Tears•

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       »Katherine's pov«

Mi alzai lentamente dal letto e appoggiai una spalla allo stipite della porta.
Le pulsazioni alla testa non erano cessate affatto, nonostante avessi riposato troppo per essere nel mezzo della guerra, ero distrutta.
Distrutta perché avevo visto morire i cadetti che qualche giorno prima ridevano e scherzavano tutti insieme.
Distrutta perché un altro distretto era stato asfaltato.
Distrutta perché non meritiamo questa fine.
Strinsi con forza i denti quando mi accorsi di avere anche le gambe indolenzita, ma non per questo mi fermai.
Uscii per la seconda volta dall'infermeria in cerca dei superstiti.

-Ehi, Katherine.-
Mi fermai nel bel mezzo del corridoio, per poi girarmi e notare la figura slanciata di Ymir.
Era appoggiata alla parete e riportava diversi tagli, ma la sua espressione era sempre la stessa.

-Hai visto che macello?- dissi appoggiando una mano sul vetro della finestra.

-A quanto pare è questa la fine che merita il genere umano. Essere schiacciati, divorati ed eliminati da delle creature idiote.- borbottò, seccata.

Continuai a guardare la finestra, godendomi però lo strano silenzio in quel momento. Non parlavo spesso con Ymir, ma quei pochi momenti passati insieme erano privi di imbarazzo, anche quando nessuna delle due aveva niente da dire. In effetti, non avevo proprio niente da dirle.
Fissai i tetti distrutti, le poche piantagioni rovinate, i banchetti ridotti in polvere.
Spostando lo sguardo verso l'alto, notai Mikasa ed Armin, in quel momento decisi di darmi una mossa.

-Forza, andiamo.- dissi sospirando, mentre trascinavo una gamba per il dolore.

Non arrivai neanche alla porta d'uscita, che un braccio mi cinse la vita e un altro portò la mia mano attorno al collo di Ymir. Mi stava aiutando.
Annuii brevemente, incapace anche solo di pronunciare la minima parola.

Avanzammo fino ad arrivare sul tetto dove avevo precedentemente visto la corvina e il biondino.
I migliori soldati del 104esimo corpo di addestramento reclute erano lì, che prendevano fiato in silenzio, celebrando la caduta dei loro più cari compagni.
Armin era in ginocchio, le lacrime gli rigavano il volto angelico e le mani erano serrate sulle cosce.
Mikasa era seria come al solito, ma era possibile vedere gli occhi lucidi e la sua compostezza vacillare.

Spostai rapidamente lo sguardo, Jean stava aiutando Connie a legare una garza attorno al capo, Sasha era pallida e fissava il tetto con aria assente.
Tornai a fissare Armin, che aveva ricominciato a parlare, nonostante la miriade di singhiozzi.

-Mi dispiace Mikasa...E-eren si è sacrificato al posto mio. Io...non ho potuto fare nulla, ti prego perdonami.-

-Oi Armin, alzati.-
Tutti si girarono verso di me, ma poco importava, la mia attenzione era sul biondino e così sarebbe rimasta.
Ymir mi scrutava, anche se nascondeva il suo interesse con la solita espressione indifferente.

-Katherine.. - balbettò Armin.

-Ho detto di alzarti. Siamo in mezzo ad una distruzione, la gente sta venendo divorata ogni minuto, le case vengono abbattute, le strade sono distrutte. Se continuiamo di questo passo, i giganti conquisteranno il distretto e per noi sarà l'inizio della fine.
In ogni conflitto cadono dei soldati, cadono con coraggio. Vengono in guerra per amore verso la patria, perché vogliono vedere i giganti sparire da qualsiasi luogo.
Tutti noi, dal primo all'ultimo, abbiamo visto la morte in faccia. Tutti. Ma disperarsi non è appropriato adesso.
C'è un tempo per ridere, uno per ricordare, uno per piangere.
Ma questo, questo è il tempo di combattere e di vendicare tutti i caduti in questa battaglia.
Quindi ora affilate le lame e scendete in battaglia, combattere per le vostre famiglie, per la vostra patria.-

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 26, 2019 ⏰

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