•Mutant•

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»Katherine's pov«

-Eren!- Mikasa urlò correndo verso il castano, prendendo le mani nelle sue.

-Oi, guarda chi c'è. - Jean mi spintonò, con un tono di disgusto. Mi prese per il braccio, guidandomi verso il gruppetto intorno a Eren.

Alzai gli occhi al cielo, seguendolo.
-Ragazzi siete tutti qui... Marco? Jean? Katherine? Annie si è unita alla Gendarmeria quindi... -

-Marco è morto.-
Calò un silenzio a dir poco inquietante, vidi le iridi verde smeraldo del ragazzo tremare senza sosta.

-M..Marco? Com'è successo?-
-Non lo sa nessuno, è morto da solo, come un cane.- Lo sguardo di Jean si rabbuiò.

Diedi una rapida occhiata a Reiner, il suo cuore stava battendo furiosamente, troppo velocemente.
Mmh, cosa nascondi, Reiner?

-Non è possibile.- Eren sussurrò.

Nonostante la momentanea tristezza, Jean guardò Eren con disgusto e noia, schifandolo. Si avvicinò al castano a passi lenti, mantenendo il contatto visivo freddo e fisso.

-Di cosa ti preoccupi, Jeager? Non sei mica tu quello ad aver sacrificato la propria vita, sei stato con il gruppo del capitano a goderti la scena, non è così?-

I due si guardarono con odio, ma prima che uno potesse fare la prima mossa, bloccai Jean stringendogli leggermente il polso.
Incrociai il suo sguardo, fissandolo con disapprovazione.

Il viso di Jean si addolcì, finendo per lanciare un'ultima occhiataccia al dannato.
-Oi, moccioso.-
Improvvisamente una presenza apatica zittì il gruppo.

-Dobbiamo tornare alla base, vedi di muoverti.-
Mikasa, che già da prima stava fissando la scena con un viso assente, fulminò con lo sguardo il nanetto, ma a quest'ultimo non sembrò importare.

Eren accennò un sorriso ai suoi compagni, senza considerare l'ira della sorellastra.

Il viso di Mikasa si abbassò verso il terreno. Guardai la scena indifferente, mi girai verso Mikasa e con pietà misi una mano sulla sua spalla.
Restò impassibile, con lo sguardo fisso nel vuoto.

Fissai Eren allontanarsi insieme al capitano, scrollai le spalle, seccata.
Schioccai la lingua sul palato, per poi portare Mikasa verso il campo d'allenamento, tenendola sotto braccio.

Lasciai la presa, mettendomi in posizione di difesa.

🌿

Mi allenai con Mikasa per un paio d'ore, volevo distrarla, farla uscire da quella stanza così piena di realtà.

Tornammo nei dormitori verso le 6 del pomeriggio: mi accasciai sul solito letto, pensando a quanto avrei voluto rifare qualche cazzata con Jean.

Alla fine di ogni allenamento uscivo da qualche parte in cerca di qualcosa che potesse sfamare la mia voglia di svago.

Qualche volta salivo sui tetti, ma i gendarmi non sempre me lo concedevano.

Guardai distrattamente le barriere che coprivano il mondo esterno.
Chissà com'è...

Beh, presto l'avrei scoperto, dopo essermi arruolata avrei finalmente visto le bellezze nascoste da quelle dannate mura.

Venni presa alla sprovvista dalle urla di una ragazza che conoscevo fin troppo bene.
-Guardate cosa ho!- disse mentre saltellava per tutta la stanza.
-Sasha! Hai idea di quello che passerai quando ti scopriranno?!- si preoccupò Christa.

Ma alla ragazza patata non importò, era impegnata a sventolare in aria il suo bottino: preziosa carne rubata agli ufficiali.

Ai soldati non era permesso mangiare la maggior parte di ciò che invece si permettevano i caporali: a noi solo pane e minestra. Pensai a quanto fosse diversa la realtà da Nilfgaard, la mia città Natale.

Beh, come prima cosa, la carne non era un alimento pregiato, se la potevano permettere quasi tutti, sia ricchi che poveri. Le regole non erano così strette, nonostante la città fosse colma di guardie, non era così controllata, a differenza del Wall Rose. Non si spingevano a tanto per un pezzo di carne rubata.
Guardai la castana, lei non esitò e stranamente mi porse una parte del cibo.

Passai il resto della sera a guardare le altre ridere e scherzare, e certe volte mi aggiunsi anche io.
Molti piccoli sorrisi occuparono il mio volto in quel momento così...pacifico.
Nonostante non avessi ancora rafforzato i rapporti, sapevo già di aver trovato persone determinate e pronte ad affrontare l'ignoto.

Sono sempre stata affascinata da ciò che la figura femminile potesse creare con la sua umiltà, ne avevo avuto la dimostrazione in più occasioni.
Il ricordo della donna che mi aveva preso sotto la sua ala protettrice mi fece ripensare a quei momenti indimenticabili.

I suoi lunghi capelli ricci e i suoi occhi viola come le tenebre. Una donna seducente, ma pronta a staccarti la testa dal cranio al minimo errore.
La curva sul mio viso scomparve quando ripensai alla mia fuga: avevo lasciato anche lei, probabilmente ogni suo ricordo con me non valeva più nulla, dovevo accettarlo.

Avrei voluto rivederla, abbracciarla e, con un gran respiro, mostrarle la mia vita, anche solo per un istante.
Mi sarebbe piaciuto sapere che lei fosse veramente fiera di me, di quello che sto facendo, del piccolo contributo che darò all'umanità, ma le mie azioni in passato, beh sono tutto fuorché onorevoli. E certe volte mi dicono che non posso fare del bene. Sono una Witcher, non un soldato.

Non potevo esserlo, anche se cercavo di dirmi il contrario, dentro di me sapevo la verità. Non sono tagliata per fare l'eroe, e la straziante paura del dolore, delle mutilazioni, della morte non era l'unica ragione.

Non si può obbligare un soldato a smettere di avere paura, tuttavia gli si può dare una motivazione che lo aiuti a superarla. E io non ho una simile motivazione, non posso averla.

Sono una Witcher, un mutante creato artificialmente. Uccido mostri. Per soldi. L'ho sempre fatto e continuerò a farlo. Ho sempre agito nell'oscurità per servire la luce.

E anche se il mondo un giorno dovesse cadere in rovina, cosa che mi sembra improbabile, continuerò a uccidere i mostri sulle rovine del mondo, finché uno di loro non ucciderà me. Questo è il mio destino, la mia motivazione, la mia vita e il mio rapporto nei confronti del mondo. E ora vorrei solo tornare indietro, ma non posso. Non potrò mai vivere come una ragazza normale, perché non lo sono. Sono una macchina da guerra.
E non l'ho scelto io, l'hanno fatto altri per me.

🌹🌹🌹

•Angolo Autrice•
zao a tutti, come state?
Come vi sembra il personaggio di Katherine?
Come già detto, c'è stato un time laps e i soldati della 104° si sono già arruolati.
Forse alcuni di voi avranno notato la precoce morte di Marco, infatti abbiamo preso una strada leggermente diversa da quella originale.
Siccome in questa Fanfiction è presente un personaggio inventato, non sempre riusciremo ad essere completamente fedeli alla storia del manga e dell'anime.
Katherine è una fedele compagna di Jean, e lo sostiene sin da subito, così come faceva Marco Bodt.
Il ragazzo viene in un certo senso "sostituito", semplicemente perché il rapporto tra Jean e la protagonista è simile a quello dei due maschi nella storia di AoT...
Si tratta comunque di una nostra personalizzazione e speriamo che la storia vi piaccia ugualmente.
E niente, al prossimo aggiornamento❤️
-Yen e Sasha🥑

A Choice With No Regrets || Levi AckermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora