Capitolo Uno pt.3

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Raggiunsi Sofi che si stava riposando nel dormitorio.
«Sofi non ci sono per la partita di calcio delle quindici, devo scontare la mia punizione ricordi?.» le dissi.
«Quindi perdiamo di sicuro oggi, accidenti!» esclamò scioccata, aggiungendo: « Carol passerai tutte quelle ore con Miss Rose, credo sia un buon momento per chiederle di tua madre.»
«Si hai ragione..» Mentii.
Non ero intenzionata a parlare di mia madre con Miss Rose.
Non capivo perché Sofi ci teneva cosi tanto..

La biblioteca era in condizioni pietose! Dopo due anni si sentiva ancora nell'aria l'odore di legno bruciato. Qualche scaffale fortunatamente si era salvato.
Ero contenta che Miss Rose volesse ridare di nuovo vita a quel posto. Ci passavo cosi tanto tempo richiusa la dentro per isolarmi dal mondo esterno.
Leggere mi ha sempre aiutato a viaggiare con la fantasia, e riempire le mie mancanze.
Ricordo che un pomeriggio mi ero addormenta, al mio risveglio stava andando tutto a fuoco. Dicevano che era stata colpa di una lampadina, non ricordo esattamente. Quel giorno avevo la febbre a 39, ero troppo impegnata a lagnarmi, per preoccuparmi dell'incendio.
Credo che da quella volta nessuno abbia più messo piede in quel luogo solitario. Il pavimento era stato ripulito da poco, non avevo mai visto il marmo bianco, cosi luminoso. Iniziai a girovagare in cerca di Miss Rose. La biblioteca era immensa!
La intravidi nel salotto di lettura, dove prima esistevano cinque piccoli tavoli, circondati da poltrone di pelle nera. A quanto pare, solo la poltrona in cui mi ero addormentata era rimasta intatta. 
Miss Rose stava cercando di sistemare dei libri in alto sullo scaffale in piedi su una sedia,
mi avvicinai ma non sentii il mio arrivo.
«Eccomi Miss Rose!». mormorai.
«Ciaoo scricciolo!» esclamò praticamente saltando giù dalla sedia.
Cᴏᴍᴇ ᴍɪ ʜᴀ ᴄʜɪᴀᴍᴀᴛᴀ﹖﹗
Quel soprannome mi fece trasalire, sentivo un buco nel petto, solo mia madre lo usava con me.
Le lanciai un'occhiataccia  di traverso e mi avvicinai ancora di piu a passo deciso.
"Sicuramente ha una buona spiegazione!" dicevo a me stessa per mantenere la calma.
Miss Rose alzò le sopracciglia in quella che sembrava un'espressione turbata. «Perdonami, che sciocca che sono
chiamo sempre cosi mio figlio, sento molto la sua mancanza!» sussurrò lei.
«Perché è qui Miss Rose? Non sembra un posto adatto a lei.» le chiesi, precipitosa.
«Si, probabilmente hai ragione, non mi sento a casa qui. Devo un favore a una persona, molto importante per me quindi, eccomi qui.» disse a voce alta sicura di sé.
Annuii, non sapendo cos'altro direi, «Capisco. Allora da dove iniziamo?»
A quanto pare doveva essere molto in debito con quella persona, per andare a insegnare in un posto dimenticato da Dio.
«Sei una di poche parole eh?» domandò.
«Comunicare non è il mio forte Miss Rose.» ammisi seccamente.
Era vero, crescendo mi ero chiusa, non parlavo più con nessuno di tutte quelle cose che mi tormentavano, mi tenevo tutto dentro, e non mi rendevo contro che cosi mi stavo solo uccidendo. Non volevo mostrare a nessuno le mie ferite e lacrime. Cercavo solo di essere forte ma puntualmente fallivo ogni  notte.
Notai che la mia risposta la mise un pò a disaggio.
«Allora Caroline, seguimi...In queste scatole ci sono i nuovi libri, puoi iniziare a sistemarli sugli scafali. In questa invece,» aggiunse indicando una grossa scatola di cartone nera, «ci sono quelli che dobbiamo portate in classe.»
Iniziò a frugare dentro la scatola, «Ecco!» Esclamò Miss Rose passandomi un libro bellissimo, quasi magico pensai.
Era di un color rosso che mi ricordava la sangria, che avevo bevuto in un occasione a casa della Direttive, il disegno e la scritta Sagittarius♂ sembravano fatti in oro, straordinario!
Non ricordavo di averle mai detto che era il mio ascendente e
non diedi troppo importanza a quel dettaglio.
Mi iniziò a girare di nuovo la testa, trascinai i piedi e mi sedetti
sulla antiquata poltrona.
«Caroline stai bene?!» si informò preoccupata.  
«Si, non deve preoccuparsi per me, mi capita spesso! A volte mi gira la testa.» risposi pensando che sarebbe stata una spiegazione
sufficiente per lei, come lo era per chiunque altro.
Sentivo il bisogno di stare un pò da sola, perciò mi alzarmi per andare a sistemare i libri.
«Tipico del sagittario! Pensano sempre di essere incompresi.»
Riportai di scatto l'attenzione a Miss Rose, «Si intende molto dello zodiaco? O sono io che l'affascino particolarmente Professoressa?» domandai infastidita. 
«Sembra che ci sia del disprezzo verso di me Caroline. Mi sbaglio?» mi chiese con un'espressione molto turbata.
«Non so spiegarmi, la sua presenza in questa scuola mi fa strano, a volte mi sento di buon umore altre volte innervosita.
Ma non la disprezzo, le basta sapere questo.» le risposi senza aggiungere altro.
Miss Rose annuii dicendomi:« Ti capisco, capitava anche a me di sentirmi cosi da giovane, passerà vedrai.»
« Che cosa intende?» mi informai confusa.
Lei ignorò la mia domanda,
come se nulla fosse disse: «Hai vissuto troppo poco tempo a Levico mia cara Caroline Blake, altrimenti sapresti che in quel posto è nata la storia!»
La sua affermazione mi fece ridere..
«La storia? Basta vedere i miei voti Miss Rose, per capire che sono una grande appassionata di storia!»
«Immaginavo, fa parte del tuo carattere essere curiosa.»
mormorò sorridendo divertita, continuando: « Ma credimi se ti dico che non sai tutta la storia, Signorina.» esitò per un attimo, vendendo la mia espressione sempre più confusa, aggiunse: «Non preoccuparti significa che sconterai il resto della tua punizione leggendo tutti i libri che tengo in ufficio!»
Cercò di sembrare severa, ma falli miseramente, perciò scoppiai a ridere. «Miss Rose è la punizione più crudele che poteva darmi!»
Sistemando i libri Miss Rose continuò a farmi il terzio grado,
senza ricevere tante risposte da parte mia, quando d'un tratto la curiosità ebbe la meglio su di me.
«Suo figlio ha preso bene la sua decisione di venire ad insegnare qui?» chiesi desiderosa di parlare di qualsiasi cosa che non riguardasse me.
«Aah mio figlio quanto mi manca!
Era molto preoccupato, in realtà più per se stresso che per me. Odia stare da solo,fortunatamente ha tanti amici e pratica tanti sport, quindi non credo che senta tanto la mia mancanza.» Disse persa tra i suoi pensieri. Era chiaro che stesse immaginando suo figlio. «Gli piacerai di sicuro!»
La guardai confusa, iniziavo a dubitare della sua santità mentale. Non aveva senso quel commento, era impossibile che io un giorno potessi conoscere suo figlio.
«Caroline quindi mi aiuti o no?!»
«Che?!» le domandai, con la testa ancora tra le nuvole.
«Ah sempre distratta, dimenticavo! Dicevo: mi aiuti a spolverare i libri vecchi?»
«Si certo! Sbrighiamoci tra poco dobbiamo cenare.» affermai.

Mi Feci finalmente una bella doccia rinvigorente! Ci voleva dopo quella giornata.
Tornai nel dormitorio, dove erano tutte intente a spettegolare.
Trovai Sofi sdraiata esattamente come sei ora fa, era strano da parte sua, di solito non riusciva a stare senza fare qualcosa, tipo leggere o pulire. A volte era maniacale riguardo l'ordine. Mi disse che faceva parte del suo carattere, si apri una discussione che non vide mai la luce del giorno per quella frase me mi irrito da morire! Mi ORDINO di dare una sistemata alle cose che tenevo sul comodino, le dissi che era una maniaca del controllo,
che non sopportavo più i suoi piccoli disturbi ossessivi compulsivi con tutte quelle pulizie generali, lei sbuffò e mormorò fra sé: "«Parla lei che non porta mai a termine le cose e si comporta come i bambini!»
Ho dovuto contare fino a cento, anzi no fino a centocinquanta per non strangolarla con il cavo del aspirapolvere!
«Ciao Sofi! Come va?» le domandai.
«Ahi ahi Caroline la sconfitta di oggi è stata dolorosa, ma ho fatto un gol quindi niente male!» mormorò facendomi la faccia da cucciola.
«A te come va?!» chiese ispezionandomi. «Normale, solo che mi sento stanca. Sono contenta per il tuo gol Sofi, brava!» aggiungendo:«Miss Rose mi ha dato questo per te.» le dissi passandole un libro.
L'espressione di Sofi vedendo il libro era surreale, lo strinse  al
petto strillando "Finalmente" cinque volte di seguito.
Cercai di ignorala, non immaginavo che fosse una sfegatata dello zodiaco. «Il mio libro è verde perché il mio elemento è la terra, invece la donna disegnata in oro rappresenta la Vergine, il mio ascendente.» Sbottò saltando sul mio letto, invadendo la mia tranquillità. Senza aggiungere altro iniziò a sfogliarlo... La imitai contro voglia sfogliando il mio, con la speranza che mi ignorasse anche lei. Non avevo nessuna voglia di chiacchierare quella sera.
Pochi minuti dopo, Sofi chiuse il suo libro, e inizio a fissare il piccolo lucernario del dormitorio persa tra i suoi pensieri.
«Sai Caroline, il miglior aspetto dell'amicizia tra la Vergine e il Sagittario è la sicurezza che riescono a dare l'uno all'altro una volta accettati i loro reciproci stili di vita. Formano una squadra formidabile quando insegnano l'uno all'altro a guardare il mondo con occhi diversi. Se comunicano ed apprezzano ciò che imparano, la loro sarà un'amicizia stabile e felice.» Sembrava che avesse letto un copione. Mi domandai come aveva fatto a capire e ricordare tutte quelle cose in pochi minuti. Scoppiai in una risata buffa sussurrandole:
«Amica mia, io sapevo già di essere fortunata ad averti, non me lo deve mica dire un libro.»
Le sorrisi con sarcastica dolcezza ma....Sofia Jordan mi ignorò, prese un cuscino e me lo tirò dicendo esasperata: «Questo non è un semplice libro Caroline!
E comunque la dentro non c'è scritto! Lo so e basta!»
Non riuscivo a smettere di ridere era cosi buffa.
Sofi offesa, si rimise nel suo letto guardandomi male.
Tornai a sfogliare il mio libro per la noia.
Io libro conteneva varie mitologie che riguardavano il Sagittario, e gli altri ascendenti dello zodiaco. Pagina dopo pagina iniziò a diventare più interessante, c'erano scritte un sacco di cose sul carattere, pregi e difetti e qualcosa riguardo il potere della
sua fiamma interiore, ma ciò che mi colpi di più fu una frase: "Il sagittario è un amante della libertà; una libertà che amerà e che cercherà di mantenere gelosamente."
Esattamente il contrario di come mi sentivo io rinchiusa in quella sottospecie di galera.
Decisi che era meglio non leggere più per quella sera.
Mi infilai sotto le coperte, con la;stessa faccia di chi ha appena scoperto che Babbo Natale non esiste. In quell istante entrò Mrs Robinson abbaiando, che dovevamo spengere la luce e dormire. Restai a fissare per un pò l'oscurità della notte, Sofi era ancora sveglia, mi osservava. «Caroline, ultimamente mi sembri più pensierosa del solito. Stai bene?» chiese piano.
«Sto bene!» brontolai alzando gli occhi al celo.
Per quanto volevo bene a Sofi, ritenevo che era meglio tenerle nascosto l'incubo a cui non riuscivo a sfuggire la notte. A me dormire non veniva facile.

SAGITTARIUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora