❝ sei ❞ - parte II

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jimin

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jimin.

« in realtà il mio, non è un vero e proprio ricordo unico. è un insieme di splendidi, meravigliosi momenti, che insieme formano gli attimi migliori della mia vita con lui. » specifica jimin, con così cura e attenzione nel parlare da sorprendere chiunque si trovi abbastanza vicino da poterlo sentire. sembra così attento nello specificare le cose. teme che gli altri non lo comprendano. non lo vuole assolutamente, e per questo è sempre quello che parla troppo.

« mi regalò un viaggio per noi due. voleva vedermi più leggero, aiutarmi a trovare nuova aria da respirare e ricominciare un po'. pensava che schiarirsi le idee in volo per un paese lontano da quello in cui avevo sempre vissuto potesse essermi d'aiuto. in più piaceva ad entrambi l'idea di stare finalmente un po' insieme. fare qualcosa da vera coppia. » fa un timido sorriso, alzando un angolo delle labbra « inutile che io specifichi quanto fossi emozionato e nervoso per quel fine settimana. non sentivo più gli anni che avevo realmente ed ero di nuovo tornato a credermi un bambino. in confronto, lui sembrava così maturo e la cosa mi spaventava. »

« ma una volta partito, mi accorsi che tutta quella paura che tenevo nel petto » si porta una mano sopra al proprio cuore, stringendo di poco il tessuto della maglia tra i polpastrelli « era solo una mia grande paranoia, e che non c'era niente di cui preoccuparsi. penso di non aver mai trovato nessuno con cui io mi sia mai sentito così a mio agio oltre a lui. è l'unico che sia mai riuscito a calmare tutte le mie paure e i miei timori. »

« bè, onestamente capii questa cosa sin dall'inizio con lui, dal momento in cui un giorno mi venne quasi spontaneo confidarmi con lui: lasciargli ascoltare tutto quello che stavo passando. il modo in cui aveva accarezzato la mia mano per tutto il tempo, spingendomi a tirar tutto fuori, e come aveva ricambiato il mio abbraccio alla fine. mi sono sentito completo. »

scuote la testa, quasi si fosse confuso « scusate, questo è un altro discorso, sto divagando » si scusa imbarazzato.

« partimmo, e fu un un fine settimana splendido. penso di non essermi mai sentito così bene — l'ho ripetuto troppe volte, vero? —, e vorrei poter vivere una seconda volta un'esperienza simile. non avevo mai viaggiato. in più con lui era tutto... diverso. migliore. »

si blocca un secondo « ma non è stato questo quello che più mi riscaldò il cuore. »

* * *

il viaggio di ritorno dall'aeroporto era lungo e silenzioso, e yoongi poteva sentire chiaramente i respiri lenti e ritmici che produceva jimin, seduto sul sedile del passeggero che dormiva tranquillamente. si voltava ad intervalli alterni per guardarlo, incantato da quella visione. ogni secondo era più bello di quello precedente.

durò poco più di un'ora, e yoongi lo svegliò solo nel momento in cui ebbe parcheggiato l'auto, sporgendosi verso di lui e liberandolo delicatamente dalla cintura.  " mmhh " mugolò il minore, ancora assonnato e infelice dell'essere stato svegliato.

" lo sai che se potessi ti porterei in braccio fino a dentro il letto, ma non sono così forte " rispose dolcemente alle lamentele del compagno, posando le proprie labbra sulla sua tempia, e spronandolo a scendere dall'auto.

il ragazzo riprese la propria valigia e fece un largo sbadiglio, affiancandosi al maggiore per entrare in casa. entrarono, e il biondo corrugò la fronte.  " non è il tuo condominio " disse. era assonnato e confuso, ma non abbastanza per non rendersi conto che quello non era assolutamente né la propria casa né quella di yoongi.

yoongi fece finta di non sentirlo e jimin non poté fare altro che seguirlo dentro l'ascensore prima che lo lasciasse da solo nell'atrio. " mi stai ascoltando? yoongi? " insisté il ragazzo, spaventato e preoccupato. non gli piaceva quando l'altro lo portava in un posto che non conosceva.

il ragazzo più grande si mise una mano nella tasca, prendendo qualcosa all'interno. " sono stato davvero bene questo fine settimana, con te " disse lui, voltandosi per incrociare lo sguardo di jimin un po' perso " stare tutto quel tempo da soli, mi piaceva avere uno spazio nostro intendo. "

le guance di jimin arrossirono e l'ascensore si fermò di colpo, dando il via libera al piano. yoongi uscì ovviamente per primo, mentre jimin affrettava il passo per stargli appresso " c-cosa vorresti dire? "  chiese con velocità, sentendosi il cuore in gola.

yoongi tirò infine fuori la propria mano dalla tasca, mostrando agli occhi dell'altro un piccolo oggetto metallico. una chiave. " mi chiedevo se non potessi continuare ad avere un posto con te. un luogo in cui tornare la sera e sapere di trovarti già lì. "


***

se non l'avete ancora letto ho pubblicato lo special di natale di fetish
e se non avete neanche letto fetish
bè che dire è ora di farlo direi

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