3.

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Inizia a scalciare come un toro alla corrida, urla con tutto il fiato che ha ma la stoffa ne attutisce il suono. Sa che sta per scomparire pure lei.

Nessuna delle presenti si muove dai propri materassi, neanche Raven: forse staranno dormendo o forse avranno troppa paura di opporsi. E come biasimarle...

Anche la vista le viene oscurata da una benda. Si sente sollevare e poi è solo un susseguirsi di parole a caso, sballotamenti e rumori strani.


<<Metti in motore Nat!>>

<<Porca puttana ma è nuda!>>

<<Così l'abbiamo trovata>>

Voci maschili, giovanili,forse quattro, ma che non fanno altro che terrorizzare di più la ragazzina che ormai teme soltanto il peggio. Si sente coprire il busto da qualcosa di  caldo e largo, probabilmente una felpa. 

I quattro ragazzi si levano i passamontagna appena la macchina sfreccia lontana da quel luogo.

<<Siete stati visti?>>

Damian scuote la testa e si accende una sigaretta. Gli unici suoni che si sentono sono solo i tentativi di urlare di Eden sdraiata nel retro.

<<Forse dovremmo levarle la benda>> propone girandosi a guardare quel piccolo corpo agitato.

<<Il capo è stato chiaro>>

<<Almeno liberarle la bocca>>

Jason sbuffa alle mezze suppliche del migliore amico e si sporge al di là dei sedili per raggiungere il volto della ragazza.


La sua bocca è libera finalmente, ma ancora non vede nulla.

<<Ho eseguito tutto quello che mi hanno detto>> piange dimenandosi <<non ho fatto nulla!>>

<<Tranquilla ragazzina, ti stiamo portando via>>Damian butta fuori dal finestrino il mozzicone <<mettiti tranquilla che c'è ancora un po' di strada da fare>>

Quella voce così profonda, così avvolgente e così sensuale, Eden non aveva mai sentito un suono così penetrante.

<<Ho lavorato bene, non ho fatto nulla>> continua a ripetere, prima urlando per poi farla diventare una frase rivolta più a se stessa che agli sconosciuti. Ha freddo alle gambe nude, ha paura del buio, ha paura di morire, sente solo il rumore del motore e la musica della radio. 


Il suono delle portiere che si chiudono la risveglia da quel sonno leggero.

<<No, no!>> urla a tutta voce appena risente le stesse mani afferrarla e trascinarla fuori dall'auto <<Mollami! Non ho fatto nulla!>>.

Damian cammina sicuro verso l'uscita del garage con la ragazza fra le braccia cercando di ignorare le lacrime che gli bagnano il braccio. Nessuno dei suoi amici parla, sono tutti stravolti per questa missione e non vedono l'ora di mettersi nei loro letti.


<<Ragazzi! Ma vi sembra il modo di trattare una ragazza!>>

Ecco una nuova voce, ma che diamine sta succedendo?

<<Toglietele subito quella benda dagli occhi e dove sono i suoi vestiti>>

<<L'abbiamo trovata nuda, signore>> risponde il ragazzo dai capelli castani mettendo giù la ragazza mentre Nat le leva la benda.

Eden chiude gli occhi accecata da quel lampo di luce improvvisa, dopo qualche secondo li riapre lentamente cercando di mettere a fuoco la vista.

Un uomo di mezza età e una donna sulla trentina sono lontani qualche metro, a fianco si trova quattro giovani ragazzi tutti interamente vestiti di nero e ben dritti con la schiena. 

<<Non ho fatto nulla, lo giuro.>> ricomincia <<Ho lavorato bene, il signore era felice, mi ha dato la mancia potete prenderla. Vi prego non voglio andare nel buco>> con uno strattone si libera dalla presa di Damian. <<Questa>> si indica il labbro tagliato <<scomparirà entro domani mattina, non è nulla.>> il cuore le batte all'impazzata, nessuno dei presenti muove un muscolo, non mostrano e mozioni non mostrano nulla, se ne stanno tutti rigidi sul loro posto. Si sente in trappola, non sa dove scappare, non sa cosa dire, non sa nemmeno chi cazzo siano quelle persone. L'unica certezza che ha è che non vuole finire nel buco, non vuole essere punita e non vuole scomparire come Charlotte, Nickla e Johanna.

<<Non voglio finire nel buco>>si prende il volto tra le mani ormai stanca.

<<Come ti chiami?>>

Quella domanda la sorprende: come fanno dei collaboratori del suo capo a non conoscere chi è lei?

<<49>> la voce le trema. Guarda quella donna che fa per avvicinarsi ma lei la precede facendo un passo indietro, finendo praticamente dietro il ragazzo che l'ha trasportata fino a qua.

<<49 come il numero?>>

La ragazza annuisce.

<<Il tuo nome di nascita? Quello vero, ce l'hai>>

<<Eden,penso>>

<<Il cognome non lo sai?>> chiede ancora quell'uomo.

<<Il cognome?>> si sente leggermente in confusione <<cos'è un cognome?>>

L'uomo guarda la donna e non dicono una parola.

La ragazza è stufa di sentire tutte quelle domande, è confusa, ha paura, non sa dove si trova.

<<Chi siete?>> la voce è flebile, quasi un sussurro.

<<Io sono Philip Foster e sono il capo della 911>>si presenta l'uomo di mezza età <<un'organizzazione segreta che da anni sta seguendo i traffici in cui è coinvolto anche il tuo capo>>

Non sono dello Sweet Heaven.... ecco un'altra paura crescere <<Dovete portarmi indietro>> scuote la testa afferrandosi i capelli ramati.

<<Qua nessuno ti farà più male>> parla la donna.

<<Non avete capito, dovete portarmi indietro. Penseranno che sono fuggita e se la prenderanno con le mie amiche e con Raven>> dire quel nome ad alta voce le fa crescere quella terribile paura <<Vi prego, faranno del male a Raven>> incomincia ad urlare.

<<Non ti preoccupare, ci occuperemo noi di te>>

<<No, io voglio Raven, portatemi da Raven>> urla disperata cercando si scacciare le immagini di quella giornata.

Prima che l'uomo possa sparare l'ennesima frase la sedicenne si lancia verso di lui senza sapere neanche il perchè. Damian le blocca le gambe facendola cadere a terra.

<<Sedala>>

<<Vi prego, le faranno del male>> urla prima di sentire una puntura sul collo e poi il nulla


La Numero 49Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora