17.

1.6K 44 1
                                    

<<Quando mi farete uscire?>>

<<Ora è meglio di no>>

<<Sono mesi che non vedo la luce del sole, e quando abbiamo fatto la trasferta era già buio>> sbuffa ormai affranta dal sentire sempre la stessa risposta alla sua domanda.

Crystal, seduta dietro alla sua scrivania di legno chiaro la fissa, vestita in uno dei suoi tailleur colorati e con gli occhiali neri sistemati sulla testa.

<<Tra pochi giorni avrà luogo la missione,quindi tra poco sarà finito tutto>>

<<Finito tutto? Non finirà mai tutto>> incrocia le braccia al petto <<Siete stati voi a dirmi che sono sparsi in tutto il mondo, come può finire tutto se esistono migliaia di migliaia di macellai>>

<<La 911 come ha sede in ogni stato dell'america, ha sede anche in ogni altro stato del mondo. Il 31 in tutto il mondo i macellai verranno messi sotto attacco>>

<<Non li catturerete mai tutti, e io sarò al sicuro dopo la missione? Potrò gironzolare per New Orleans senza aver paura di essere rapita? Potrò finalmente vedere il carnevale, ascoltare il jazz risuonare per le strade, senza preoccuparmi di niente?>>

Si può dire che quando Eden esce dalla seduta, ha la mente più incasinata che altro. Sospira rumorosamente chiudendosi la zip della felpa nera e infilando le mani nelle tasche. Non vede davvero l'ora che tutto ciò sia finito; si immagina già insieme a Raven a ballare ed ad applaudire durante la parata del Mardi Grass, indossando vestiti colorati e mangiando frittelle ricoperte di zucchero a velo, come le aveva raccontato Crystal.

<<Cos'è quel sorrisetto>>

<<Appena sarà finito tutto andrò con Raven alla festa del Mardi Grass>>

Damian le sorride e si trattiene da darle un bacio sulla fronte:<< Beh, quest'anno cadrà i primi di marzo, non dovrete aspettare molto>>

<<Se vorrete potrete venire con noi>> si rivolge anche agli altri tre continuando a sognare ad occhi aperti.

Tutti i presenti a quel tavolo hanno in comune il desiderio che quei cinque giorni passino più velocemente possibile, anche se Damian, Nat, Jason e Alejandro sono ben consapevoli che quella guerra non finirà mai quella notte, ma che andrà avanti a lungo.

<<Ragazzi, è meglio muoversi che sono già le quattro e mezza>> Alejandro si alza dalla sedia rompendo le chiacchiere degli altri.

<<Dove dovete andare?>> chiede Eden sistemando la sedia metallica sotto il tavolino.

<<Dove dobbiamo andare, se mai>>


I cinque si dirigono verso la palestra unendosi alla fiumana di ragazzi che camminano verso la stessa meta. Appena entrano Eden raggiunge Mulligan e gli altri, seduti in prima fila su delle sedie posizionate la per l'occasione, mentre Damian e gli altri tre si vanno a posizionare vicino a Philip Foster, Sean Okonjo e un altro uomo, in divisa militare con tanto di medaglie, che non aveva mai visto prima.

<<Buon pomeriggio ragazzi, sono Michael Gibs, coordinatore dell'impresa di Giovedì notte>> si presenta l'uomo a molti sconosciuto <<Siete stati convocati affinché vi venga spiegato tutto ciò che dovrete sapere per trasformare questa missione in un successo. Vi prego di stare in silenzio e di limitarvi ad alzare la mano per eventuali dubbi>> 

A Eden viene un po' da ridere, trova quell'uomo molto buffo per via della su a espressione seria e concentrata.

La spiegazione inizia, ma lei non ci capisce molto: vengono utilizzati termini troppo tecnici che nessuno le aveva mai menzionato prima.

<<Ovviamente con voi agiranno tutti i soldati degli altri dipartimenti della Louisiana, quindi non sarete solo ottanta, ma raggiungerete un considerevole cifra>> chiarisce il signor foster.

Il piano prevede la suddivisione in squadroni: uno irromperà nella villa durante i festeggiamenti del nuovo anno, a mezzanotte e tre minuti, gli altri si occuperanno ognuno di ogni centro di prostituzione o attività legata a quella setta. Così accadrà anche nel resto dell'america e del mondo.

<<Alcuni di voi dunque andranno a occuparsi della festa, altri dello Sweet Heaven.>> beve un sorso d'acqua <<La ragazzina dunque può partecipare alla missione?>>

Foste fa cenno di sì con il capo.

<<La questione  Sweet Heaven sarà molto complicata dal momento che abbiamo solo una vaga idea della piantina, del numero di guardie e della posizione delle telecamere. Ci basiamo su una testimonianza diretta, per questo obbligatoriamente la ragazza dovrà orientarci all'interno della struttura>>

E così, dopo essersi sentita nominare, si lascia cullare da quella voce meccanica, puntando lo sguardo su Damian, in piedi e con ogni muscolo contratto, per poi fissare definitivamente il vuoto.

Si risvegliò dal suo trance ormai durato troppo quando un ragazzo le piazzo in mano un foglio con dei segni strani.

<<Cos'è questa roba?>> chiede al ragazzo al suo fianco

<<C'è scritto sopra, è un riassuntino di ciò che ha detto, con le divisioni e tutto, c'è scritto>>

Appena viene data la possibilità di alzarsi, Eden si dirige verso gli altri quattro con il foglio in mano.

<<Ti abbiamo visto molto attenta>> scherza Nat.

<<Non è colpa mia se usate parole che non ho mai sentito in vita mia>> si difende <<Damian, c'è un problema>> non sa neanche lei perché si rivolge direttamente a lui.

<<Quale problema>> silenziosamente inspira il suo profumo non vedendo l'ora di stringerla tra le braccia quella notte.

<<Questo è il problema>> e gli mette in mano quelle schede.

<<C'è qualcosa che non ti torna? Abbiamo sbagliato a organizzare qualcosa?>> si allarma subito il ragazzo.

<<Ma no! Non so leggere!>> le pareva così ovvio il suo problema << e quel tipo ha detto che bisogna leggerla, ma non so leggere>>

<<Non sai leggere?>> si immischia sbalordito Jason.

<<Sono una prostituta, o meglio lo ero: ci insegnavano a fingere gli accenti russi o spagnoli per arrapare gli uomini, di certo non a leggere e scrivere>> è così ovvio e scontato per lei, ma in effetti non lo era per gli altri.

<<Nessun problema, te lo leggo io e ti insegno anche a leggere qualche parola>> riprende in mano la situazione Damian, rivolgendole un tenero sorriso.


Quella stessa notte, i due si addormentano uno fra le braccia dell'altro, dopo aver fatto qualche pratica di lettura. Niente sesso, si erano limitati ad accarezzarsi e a scambiare poche parole prima di cadere entrambi addormentati. Ma come ogni sera quel sonno non può essere che interrotto dall'incubo di Eden: vede i volti degli uomini che l'anno resa una schiava e violentata, sente come se fosse vero il dolore di tutte quelle punizioni e violenze, vede il volto di Raven mentre piange e le chiede aiuto. Damian ovviamente quelle cose non le vede, ma sa della loro presenza quando la ragazza che ha fra le braccia inizia a tremare e ad emettere suoni confusi.

<<Eden>> le sussurra all'orecchio stringendola a se, la richiama dolcemente più volte fino a quando lei  non spalanca gli occhi strozzando in gola  un urlo di terrore.

Lo fissa con occhi spaesati e quasi senz'anima, incomincia a piangere lasciando che uno dei suoi soliti attacchi prenda il sopravvento sul suo corpo; ma Damian accende la lampada e la culla fra le braccia ripetendo che c'è ora lui con lei e che non deve avere paura di niente perché la protegge.Poi le da una sigaretta e dopo che ha finito di fumare le chiede se può spegnere la luce o se vuole che le racconti qualcosa.

A Eden tutto ciò piace. Le piace non svegliarsi urlando da sola nella stanza, e piace sentirsi cullata e ascoltare quelle semplici ma bellissime parole.

Le piace che finalmente qualcuno si preoccupi e si occupi di lei.

La Numero 49Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora