14.

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3.30 p.m.

Tutti gli arruolati si ritrovano in uno spazio completamente ignoto ad Eden.

<<Ma dove siamo>> chiede mentre si infila la scura tenuta.

<<Siamo nella sala degli armamenti, vicino al garage>> le sistema la giacca e le passa un passamontagna nero <<Mettilo, fuori fa molto freddo>>

<<E dove andrebbe infilato?>> si rigira tra le mani  quel pezzo di stoffa sintetica provocando un sorriso di tenerezza sul volto del ragazzo al suo fianco.

Alle 3.50 tutti erano disposti in una rigida fila mentre i quattro caporali fanno passare le armi.

Per poco la ragazza no cade per il peso di quel fucile d'assalto:<< Mamma mia>> lo imbraccia con fatica <<Ma qualcosa di leggero voi mai eh>>

Jason ride divertito.

<<Benissimo>> Sean attira l'attenzione con uno stordente fischietto <<quelli che avete in mano sono fucili d'assalto ma caricati con pallottole non vere, quando verrete colpiti proverete un dolore,verrete marcati da un colore ma non morirete>> ridacchi <<i coltelli invece, come avrete notato, non sono veri: rimarranno incastrati nelle vostre tenute rilasciando una leggera scarica elettrica nel punto colpito. Ora sui camion su>>


Il sole è già calato e nella penombra la strada di campagna scorre sotto gli occhi attenti e malinconici di Eden: alberi e campi scuri scompaiono in lontananza. Neanche una luce illumina la strada.

Il camion rallenta e svolta a sinistra finendo su una strada sterrata per ancora qualche chilometro per poi arrestarsi. Tutti indossano i passamontagna e balzano  giù correndo a mettersi nella solita ordinata fila.

<<Voglio due squadre>> urla Sean imbracciando saldamente il fucile << Squadra A voglio i ragazzi di Alejandro e Nat. Squadra B, quelli di Damian e Jason, e con loro Eden. Ciascuna squadra dovrà proteggere il proprio campanile. La prima che suonerà la campana avversaria, vince >> poi si avvicina alla ragazza <<Qualsiasi problema, qualsiasi attacco di panico sono collegato via radio con i due capisquadra>>

<<Spero che non ce ne sia bisogno>> dice con voce bassa e sicura. Cerca di nascondere il battito incostante dei denti, l'aria è davvero tagliente e gelida.

La squadra A si riunisce in torno a Damian: << Allora ragazzi, in tutto siamo quaranta tre, un bel numero. Voglio tre di voi in cima al campanile a proteggere la campana. In quindici vi disporrete in due linee di difesa. I restanti saranno con me e Jason e assalteremo la squadra B>> prende una piccola pausa <<Eden te vieni con noi, sei piccola veloce ed agile ci sarai molto utile>>

Il campo non era altro che una sorta di campo con qualche alberi e rocce con le due torri poste a qualche chilometro di distanza perfettamente l'una difronte all'altra.

I ragazzi si sistemarono nelle posizioni assegnate e la squadra di assalto si divise in due gruppi, uno da venti capeggiata Jason e l'altra da cinque condotta da Damian. 

<<Il gruppo che è con me  raggiungerà il campo nemico seguendo la strada più veloce andando direttamente al combattimento. Quelli con Damian invece allungheranno la strada, passando per il bosco fino al campanile>> con un piede cancellò il disegno inciso nel terriccio bagnato.

Eden, Damian ed altri tre ragazzi avanzano velocemente fra gli alberi nella più totale oscurità. Sentono la prima raffica di spari e capiscono che la squadra di Jason ha già incontrato i fucili nemici.

La Numero 49Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora