18

1.6K 39 3
                                    

Il giorno tanto atteso è arrivato.

Più precisamente la notte tanto attesa.

Sono le otto di sera.

Eden indossa la tenuta nera: cargo, canotta, felpa, giacca e delle pesanti scarpe.

Va nell'armeria senza parlare con nessuno, riesce a sentire solo il battito del suo cuore accelerato e un opprimente dolore allo sterno dovuto all'ansia.

Ansia di cosa? Beh, di tornare in quel posto e di scoprire e vedere cose che non poteva neppure immaginarsi.

Damian le si avvicina mentre è intenta a posizionare i coltelli, nei vari ganci.

<<Come ti senti piccola>> sussurra passandole guanti e passamontagna.

<<Sto per vomitare >>li afferra e li infila in una tasca dei cargo.

<<Andrà tutto bene>>

<<E se non andrà tutto bene?>> lo fissa nei suoi occhi profondi cercando in essi una risposta, ma si limitano ad abbassarsi.

<<Non pensare ora a come andrà, quello lo scopriremo tra poco>> le passa una mano sulla guancia assicurandosi che nessuno lo noti <<e comunque ci sarò sempre io al tuo fianco, mi sono fatto mettere in squadra con te, non ti lascio sola>>

Alle otto e e mezza serali, iniziano ad uscire dal luogo segreto file di camion carichi di ragazzi con solo gli occhi scoperti, silenziosi e con i fucili d'assalto in equilibrio tra le gambe.

Damian fa segretamente scivolare la sua mano su quella di Eden, distratta a guardare scorrere via il buio paesaggio. Di fronte a loro sono seduti Alejandro, Nat e Jason, silenziosi e con il cuore occupato a correre una maratona.

La strada è lunga, ma alla fine quel tempo passati seduti, spalla contro spalla, sballottati avanti e indietro ad ogni singolo dosso, è trascorso più velocemente del previsto.

Alle ventitré meno sei minuti, i camion si fermano nel posto prestabilito, a due chilometri di distanza dall'obbiettivo.

Tutti quanti scendono ordinatamente e fumano silenziosi aspettando l'ordine di imbracciare i fucili e camminare.

Il signor Gibs rompe in silenzio chiedendo via radio la posizione dell'altro gruppo: a quanto pare anche loro sono arrivati, nonostante la strada fosse di chilometri più lunga.

<<Ragazzi, manca un'ora e dieci minuti. Mettetevi in fila da due, ci aspetta una bella passeggiata>>

E così Eden si affianca ad Edward ed inizia a camminare, guardando la schiena di Damian.

Più si avvicinano, più riconosce quel luogo, fino a quando non arrivano alla recinzione.

Ed eccolo là: lo Sweet Heaven si staglia verso il cielo buio, con la sua bellezza tipica delle case coloniali francesi, tanto bello quanto mostruoso.

Damian si volta per riuscire a interpretare le emozioni della ragazza, ma ovviamente ha il volto coperto dal passa montagna, e a stento vede i suoi occhi brillare di paura.

<<Non vedo guardie all'esterno>> nota Nat.

<<A capodanno il corpo di guardia viene dimezzato>> si fa avanti la ragazza <<Alcune seguono il capo alla festa, altre rimangono a sorvegliare che gli affari continuino>>

<<Sul lato sinistro della casa c'è una grata, la scorsa volta l'abbiamo rimossa e siamo riusciti ad accedere direttamente alla cantina dove le ragazze dormono>> ricorda Jason.

La Numero 49Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora