Dubbio

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Leonidas aprì lentamente gli occhi; tutti i suoi sensi erano ovattati, e per un bel po' si sentì totalmente disorientato.

Quando vide 6 accanto a sé, per un istante pensò di essere tornato a quei giorni in cui si era addestrato con Lambda a Firenze, ed un mattino lei era lì ad osservarlo pensierosa, seduta accanto al letto.

"Che cosa è successo...?"

"Hai passato una nottataccia." - rispose 6 pacatamente.

Quando riuscì a mettere a fuoco la vista, notò la novità nel look della ragazza:
"I tuoi capelli..."

"Li ho tagliati ieri sera, ricordi?"

"No, ricordo solo Violate che se ne andava e poi..." - a quel punto si tastò le tempie massaggiandosele - "... è tutto sfocato."

"Quindi non ricordi davvero quel che è accaduto stanotte?"

Leonidas fece cenno di no col capo, e 6 si sentì sollevata che non ricordasse ciò che aveva fatto o detto, ma allo stesso tempo la cosa la intristì un po'.

"Hai avuto la febbre alta, a un certo punto deliravi."

"Capisco." - commentò Leonidas senza emozione.

"Hai parlato anche di quel cavaliere, Ian... ricordo che tu e Phoenix lo avete nominato vedendo Ade al castello, aggiungendo poi che fosse impossibile che si trattasse di lui."

"Ma era lui, ne sono certo, o almeno, quelle erano le sue fattezze..."

"Però sembrava in qualche modo conoscerti."

"Forse il re degli inferi conserva parte della sua memoria e dei suoi ricordi."

"Sì, è probabile."

"Ian era un mio compagno cavaliere, ed era anche un caro amico che ho perso tre anni fa durante la battaglia al palazzo di Zeus; ricordo chiaramente il suo corpo venire polverizzato dal re dei cieli stesso..."

"Forse era solo un inganno."

"Ian ha sempre avuto capacità fuori dal normale, e mi disse poco prima di scomparire che stava studiando le numerose vie del cosmo attraverso cui poter accedere a nuovi modi di intendere l'esistenza, mai tuttavia avrei immaginato potesse addirittura trovare il modo di resuscitarsi..."

"Probabilmente ciò è dovuto al potere di Ade; forse ne era già posseduto a quei tempi."

"Non credo, o comunque nessuno se ne è accorto, anche se in effetti ci concentrammo più sul percepire i nemici e una cosa del genere non avrebbe avuto peso ai nostri occhi..."

Mentre Leonidas rimuginava pensoso alla faccenda, Lambda gli porse una caraffa con dell'acqua, e lui la accettò di buon grado.

Lì per lì non diede molto peso a quel gesto, ma dopo qualche istante la osservò stupito:
"Che c'è?"

"Niente."

"E allora piantala di fissarmi."

"E' che... volevo ringraziarti nuovamente per esserti presa cura di me."
"Di nulla."

Leonidas si meravigliò nuovamente, sentendola accettare i ringraziamenti invece di rispondere con qualche motto cinico o rabbioso.

"Tanto per essere chiari" - disse lei vedendo la sua espressione colpita - "volevo dirti un paio di cose..."

La ragazza fece una pausa, e Leonidas rimase comunque in ascolto senza dire niente.

"Ecco, diciamo che per un po' farti fuori non sarà nella mia agenda... questo non vuol dire nulla, quando questa storia sarà finita non voglio vederti più, chiaro?"

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