five

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Michael's pov

Chiusi gli occhi all'ennesimo urlo di mio padre contro mia madre, intenti già da un'ora buona a litigare per non so nemmeno io cosa.
Afferrai il telefono al volo, cercando tra i miei contatti la persona desiderata, ripensando dolcemente a quanto fosse divenuto rosso sulle guance quando gli avevo chiesto il numero.
Feci partire la chiamata e dopo tre squilli la voce delicata del ragazzino biondo giunse alle mie orecchie.
"Hey Lukey.", dissi cercando di essere il più veloce possibile affinché riuscissi ad uscire prima di casa.
"Uhm ciao Mike.", pronunciò in un sussurro.
Adorabile.
"Possiamo vederci?
Se non esco di casa, divento pazzo.", quando sentì un leggero "sì", attaccai e infilai velocemente la giacca di pelle, uscendo senza salutare nessuno e subito dopo essere arrivato in macchina e aver allacciato la cintura, scrissi un messaggio a Luke dicendogli di aspettarmi davanti casa sua per andare fuori.
Arrivai dopo dieci minuti e sorrisi quando lo vidi venire verso di me con le mani intente a torturarsi tra di loro: appena salì in macchina, mi illuminai e ebbi un'idea per dove andare.
"Hai impegni per stasera?", chiesi e sorrisi quando mi rispose scuotendo la testa.
Decisi di smorzare quella tensione da parte sua premendo il tasto di accensione della radio facendo partire una canzone della mia playlist.
"Amo i Green Day.", sorrisi a quelle parole, mi piaceva così tanto.
Arrivammo nel posto a cui avevo pensato dopo circa quindici minuti, una tavola calda poco fuori città in cui lavorava uno dei miei migliori amici.
"Siamo arrivati.", esordì appena parcheggiai la macchina, afferrando la sua mano quando scendemmo per dirigerci verso l'entrata.
"Mike! Cazzo, da quanto tempo!", varcata la soglia Zach mi venne in contro, abbracciandomi e lasciando una pacca sulla mia spalla.
"Hey Zach, che dici?", quasi dimenticai il ragazzino al mio fianco, ma intrecciai le nostre dita quando si strinse al mio braccio: Zach gli scoccò un'occhiata maliziosa, ripuntando subito dopo lo sguardo su di me.
"Ho cominciato a portare gli scatoloni a casa di Rian, entro la fine della settimana prossima dovrei trasferirmi da lui definitivamente.", gli sorrisi dolcemente e poi lo liquidai dicendogli di portarci una porzione e due piatti di quello che prendevo di solito.
Dopo che ci accomodammo il biondino davanti a me parlò, senza guardarmi.
"Uhm io non mangio.", corrucciai gli occhi e confuso, risposi.
"Come non mangi?"
"Non mangio molto in generale, ma sto bene non preoccuparti.", annuì anche se confuso più di prima, non mi convinceva.
Lasciai da parte quella conversazione e il tempo passò velocemente, che quasi non me accorsi.
Stavo bene con lui, passammo un bel pomeriggio e una bella serata, e se quando, dopo averlo riaccompagnato a casa, le mie labbra si erano posate all'angolo della sua bocca, questo non era dato saperlo.

baby, it's cold outside;;mukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora