[팔, epilogo] Guarda la luna!

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Jennie si presentò a Hyungwon con una stretta di mano

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Jennie si presentò a Hyungwon con una stretta di mano. Non serviva altro, parlavano gli occhi, l'atmosfera calda.

Qualcuno offrì liquidi e fumo prelevati dai prati e da altrui tasche, e i tre si trovarono a festeggiare il loro incontro lontano dalla musica e dalle luci, meditando in silenzio e osservando la luna che cominciava ad ergersi prepotentemente in cielo.

Il silenzio fu interrotto da Jisoo, quella che più di tutti rimuginava anche con il sangue intossicato e i polmoni lastricati, nonostante sapeva di non dover pensare, che era a casa e presto avrebbe fatto l'amore anche se fosse stata mattina.

«Avete mai l'impressione di essere solo dei poveri idioti che si dimenano come cimici rivoltate?»

Un secondo dopo si pentì di quello sfogo impotente da adolescente fuori posto, quando tutto quello che aveva, seppur inebriato, edulcorato e ingabbiato, era lì con lei: amore, amicizia, arte, la luna e una strada notturna e deserta.

Guardava la luna, Jennie guardava lei, mentre Hyungwon finiva la sua sigaretta ridendo, e la pestava con la scarpa lucida. «Si, direi più o meno ogni lunedì mattina».

Il ragazzo non era da meno in quanto a pensieri tristi al momento sbagliato. Quanto tempo, pensò, quanto tempo...sarà valso tutto questo tempo perso a sentirsi cimici? Conosceva già la risposta, ma decise di non parlare più a sé stesso se non per ricordarsi con una punta di tenerezza che la serata preannunciava sudore e digressioni alcoliche. Distrazioni dai problemi o consolazioni?

Pensi troppo, le disse con gli occhi Jennie, passandogli una bottiglia rubata. O almeno così se lo immaginò lui, come per imporsi di guardare la luna. Ma che ne sai tu, le rispose.

Guarda la luna, gli diceva Jennie, guarda la luna. Lui la guardò e si chiese cosa ci vedesse in quella palla luminosa e distante.

«Ah! C'è tanto nei tuoi occhi come in questa luna!» .

Una voce fuori campo li costrinse a girarsi. Era stato Yoongi a parlare. Il ragazzo si avvicinò ai tre accompagnato da Jimin e Lisa. Parevano tutti drasticamente alticci e distratti, eppure felici, o per meglio dire, leggeri.

«Yoongi! Chi hai citato?» chiese Jennie.

Yoongi aprì le braccia con un sorriso gioioso. «Me stesso!» urlò soddisfatto alla luna. E tutti urlarono con lui.

Anche Jisoo, soprattutto lei.

In quel silenzio tenebroso e amico, lontano dalle scariche di vibrazioni del cuore, nessuno più si sentiva una cimice rivoltata. Era la bellezza dei ragazzi sbandati, il loro doloroso privilegio che li faceva leggeri agli occhi della luna.

 Era la bellezza dei ragazzi sbandati, il loro doloroso privilegio che li faceva leggeri agli occhi della luna

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FINE.

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