CAPITOLO 10

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il suo tono era quasi impercettibilmente preoccupato, ma sentire la mia voce lo rassicuró.

-cuginetta, sono sicuro che ti stai divertendo, ma sono quasi le sette e stasera dobbiamo andare a mangiare dai tuoi.. -

non mi ero resa conto che fosse così tardi, il cielo era ancora molto luminoso, ma era Estate e le giornate si erano allungate. quando gli diedi l'indirizzo di dove venirmi a prendere lui affermó:

-wow, immaginavo che ti saresti divertita, ma non così tanto. sono lì tra 20 minuti. ci sarà molto traffico- alluse.

-grazie, ti adoro.-

la telefonata si chiuse ed io rientrai. nel corridoio trovai una bellissima bambina, era piccola e cercava il suo papà. mi avvicinai a lei, era così dolce quel visino che piagnucolava. con il mio braccio avvolsi il suo esile corpicino per farla sentire più sicura. si chiamava Gioia, decisi di accompagnarla nella saletta per vedere se magari Alessio conosceva il suo papà, ma appena rientrata Gioia saltó sulla gamba del suo papà in persona, niente meno che Kekko dei Modà. Alessio sorrise vedendo con che dolcezza avevo parlato e accompagnato la bimba lì. Kekko prese in braccio la figlia, mi guardó e con un sorriso solo accennato mi disse: -ciao, e tu chi sei?-

Gioia più veloce di me spiegó al suo papà che mi chiamavo Greta. Alessio giustificó la mia presenza, mi venne dietro, il suo braccio avvolse la mia vita e pronunció:

-lei é con me-

Kekko annuì col suo sorriso sbilenco e i suoi occhi furbi guardarono prima Alex, poi me e infine il braccio di Alessio su di me. rivolgendosi ad Alessio con modi da padre gli fece le sue raccomandazioni per quanto riguarda le distrazioni. così toccó a me giustificare lui.

-non Si preoccupi, tra poco me ne vado.-

lui accennó un altro sorriso e poi tornó a quel che stava facendo prima della mua entrata. Alessio mi guardó con quei suoi occhi nocciola. eravamo stranamente vicini. il mio cuore batteva così forte che avevo paura che lui da così vicino lo sentisse. dopo pochi interminabili istanti lui tornó al suo microfono e io tornai vuota, incompleta. giocai con Gioia finché il mio cellulare vibró. era un semplice messaggio di Enea: "sono qui fuori, dobbiamo andare".

interruppi Alessio che si stava confrontando con Kekko su alcuni spartiti e feci per salutarlo, ma lui mi fermó dicendo: - aspetta, ti accompagno.-

mi accompagnó fino fuori dove ad aspettarmi c'era Enea, si presentarono proprio come due adulti e io mi sentivo così piccola in fianco ad Alessio. un minuto dopo lui mi stampó un bacino sulla guancia. le sue morbide e favolose labbra erano calde e il piercing che in confronto era gelido mi pizzicó la guancia facendomi il solletico. gli occhi di Enea che era rimasto inerme a guardare parevano scintille. io sentivo le mie orecchie scaldarsi progressivamente. per un secondo la mano di Alessio afferró il mio polso, poi disse dolcemente vellutando la voce: -ciao Greta- e tornó dentro. il mio nome pronunciato da lui mi sembrava così bello. entrai in macchina con Enea che non aveva mai smesso di osservarmi. lui rise e mi avvertì: -Greta, sei bordeau.-

lo guardai, e accompagnai la mia frase ad un sospiro: - cugino, sono innamorata di brutto.-

quel ciuffoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora