CAPITOLO 13

298 30 3
                                    

Quando il concerto finì e tornammo a casa sia Enea che io eravamo sfiniti e senza voce. Avevo lo stomaco chiuso, la testa inchiodata e il sonno assente per le 1000 emozioni. Gli stessi sintomi che fanno apparire un innamoramento una malattia. Ero innamorata della loro musica, forse non solo di quella però...

Quando mi chiusi in camera avvolta dallo straziante silenzio che segue la musica mi incantai a fissare la chat di Alessio sul telefono. Protagonista della sua foto profilo era un microfono professionale, da registrazione. Il suo stato: This is a good day. E la nostra conversazione, 2 soli messaggi. Pensavo così forte da avere il mal di testa. Immaginavo lui che brindava alla buona riuscita del loro primo concerto, oppure che abbracciava Lorenzo, l'amico di sempre con cui era riuscito finalmente a realizzare quel traguardo. Li immaginaginavo per una strada qualsiasi a fare baldoria, cercando di non farsi beccare da gruppi di fan accanite pronte a scannarsi per il privilegio di sfiorare uno di loro. Tutto immaginavo, tranne che trovasse il tempo di scrivermi. E invece mi scrisse:

- é andata benissimo.

- lo so, non avevo dubbi, poi lasciatelo dire; eri bellissimo. Congratulazioni.

Fu la mia risposta, sapevo che li aspettava una carriera promettente. Mi stavo per addormentare un'ora dopo, quando mi riscrisse. L'adrenalina non lo lasciava dormire. Fu una bel pretesto anche per conoscersi meglio, perché in fondo mi ero affezionata a uno "sconosciuto". Il sonno andava e veniva e solo la mattina dopo scoprii che il nostro ultimo messaggio risaliva alle 3:04 ed era un suo dolcissimo: notte Greta, un bacio.

quel ciuffoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora