17° Capitolo

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Il sole splende alto, sciogliendo la neve di quei giorni passati. Riesco ad intravederlo attraverso alla finestra della camera.
Mi giro di fianco e accarezzo la fronte del ragazzo accanto a me. Ieri, anche se con difficoltà per via delle sue lamentele, sono riuscito a rimanere a casa sua e a dormire con lui.
Sono sveglio da poco, ma aspettare lui sembra un'eternità, specialmente quando hai qualcosa di cui parlare. L'ansia delle varie cose e delle varie paure, il fatto di non poter fare il discorso che magari hai provato per ore ed ore sapendo che dimenticherai tutto a causa della paura.

Il mio voler parlare sembra richiamarlo, apre gli occhi e si volta verso il mio lato. Strizza gli occhi a causa del mal di testa ne sono sicuro, poi mi rivolge un'espressione stranita.

<Buongiorno> sussurro non ricevendo risposta.
Il ragazzo semplicemente si stende diritto poggiando una mano sul petto e una la tende dietro il capo mettendo in bella mostra i suoi bicipiti. Fissa il muro bianco davanti ai suoi occhi ma cerco di aprire il discorso.

<Immagino che abbiamo qualcosa da dirci io e te... non trovi?>
Nessuna risposta ancora. Chiamo il suo nome più volte, ma l'unica reazione che ricevo è il suo serrare la mandibola per non dare di matto.

Deciso, mi posiziono a cavalcioni su di lui, costringendolo così a guardarmi.
<Kyle forza, dobbiamo parlare di quello che hai visto>
<Ti ascolto> Soffia quelle parole con freddezza e indifferenza e il suo sguardo ricade nuovamente sul punto fisso precedente.

<Kyle... quello che hai visto...>
<E' quello che ti avevo chiesto di fare, no? Non c'è bisogno che inventi delle scuse> Interviene durante le mie spiegazioni, che diventano più difficili di quanto pensassi.

<Vorrei soltanto che tu mi lasciassi spiegare, poi sta a te decidere se credermi oppure lasciarmi andare>
Aspetto una sua replica, ma dato che tarda ad arrivare, immagino sia il suo metodo per dirmi di andare avanti.
<Io e Brianne stavamo parlando in auto tranquillamente, all'improvviso lei lo vede ed io com'è giusto che sia volevo capire cosa facesse fuori casa mia>
<Ma guarda, voleva venderti un paio di calzini! Scherzi vero? Cosa avrebbe mai voluto secondo te?>

Alzo gli occhi al cielo e poso le mani vicino alla sue costole.
<Cosa avrei dovuto fare? Cacciarlo fuori dalla strada? Non era nemmeno in casa mia!>
<Però intanto ha avuto il tempo di baciarti eh?>
<E non puoi capire quanto mi dispiace che tu abbia visto quella scena, ti avrei detto tutto ma sappi che una volta che lui mi ha baciato io mi sono staccato subito>
<Beh proprio subito non mi è sembrato>
<Ero stato preso alla sprovvista Mike, forza, abbi un po' di umanità>
<Penso di averne fin troppa, ora se vorresti scusarmi, vorrei alzarmi>

Alza il busto verso l'alto ma gli prendo i polsi e lo blocco. Mi abbasso verso di lui e lo bacio, poi la mandibola, poi ancora il collo fino ad arrivare ai suoi capezzoli, pronto a stuzzicarlo un po'.

<Cosa credi di fare> aggiunge in un sospiro con gli occhi chiusi, preso dal trasporto dell'atmosfera sensuale.
<Sto esaudendo il desiderio dell'oggetto che sento proprio sotto le mie natiche>
Questa espressione così diretta fa diventare il suo membro ancora più duro di quanto non fosse già. Ancheggio i fianchi cercando di dargli un assaggio dell'uragano che a breve l'avrebbe colpito. Scendo lungo il petto cacciando la lingua fuori e tracciando una linea fino a che non tocco il tessuto dei boxer. Prima di toglierli decido di giocare con la molla per vedere quale reazione sarebbe arrivata.

<O Li togli cazzo, oppure li strappo>

Con un sorriso abbasso la stoffa così da liberare la sua erezione. Lo accontento prendendo il suo sesso in bocca, e faccio movimenti in grado di regalargli tanto piacere, a giudicare dai suoi mugolii.

<S-sto per...>
<Non verrai in questo modo> Rispondo prendendo una pausa dopo essermi occupato di lui per ben dieci minuti.
Mi poggio nuovamente su di lui e la sua erezione struscia contro la mia, ancora coperta dagli slip.
<Aspetta che prendo il preservativo> affanna tra un gemito e l'altro per il mio movimento.
<Non ne avremo bisogno>
<Davvero v-vuoi fare...>
<Senza, davvero>
Senza aspettare oltre, con impazienza e cattiveria mi strappa gli slip buttando il resto sul pavimento.  Il suo membro affonda dentro di me, dando spinte non troppo pesanti, ci sono già io che ci penso muovendomi su di lui.
Mi prende per la mandibola con una mano e abbassa il mio viso tenendolo a contatto con il mio.
<Guardami mentre ti rendo mio> e con quell'affermazione autoritaria, più come un ordine, inizio a gemere senza controllo guardando anche lui ansimare.

Il suo lavoro mi soddisfa appieno, e il liquido che finisce sul suo petto ne è la prova.
Pochi secondi dopo anche lui ricambia il favore ed entrambi raggiungiamo l'orgasmo sfiniti.
Mi distendo sul suo petto sudato con ancora il suo membro dentro di me e alzo il viso per guardare i suoi occhi. Gli sposto le punte sudate dalla fronte ancora più madida. Cazzo se è sexy da sudato, sarebbe in grado di farmi venire una seconda volta!
Poggio le mie labbra sulle sue e lentamente il trasporto di quel momento dolce ci fa perdere ancor di più la cognizione del tempo.

<Ora sai che ti amo, Kyle Knowles>

La sua reazione alla mia dichiarazione è un sorriso, che detta sinceramente, è molto meglio di molte altre parole.
<E non vorrei rompere questo momento così... beh intenso, ma non abbiamo ancora parlato del tuo problemino di ieri sera>
<Magari fosse stato soltanto della sera prima, ho già preso droga prima, bustine, pasticche>
<Kyle perchè? Non capisco, infondo non hai nessun tipo di problema; Una famiglia presente, amici perfetti, sei in una situazione economica oltre il giusto, hai un ottimo ragazzo - modestamente - Non capisco il tuo problema quale sia per buttarti su questo>
<Beh, ieri volevo semplicemente dimenticare quel dannato bacio, le mani di quel viscido sui tuoi bei fianchi>
<Ti prego, non farmi sentire più incolpa di quanto veramente io sia>
Mi accarezza il viso scostandomi le ciocche di capelli attaccate alla fronte bagnata.
<Non devi, sono io il cazzone che si è fatto di qualche striscetta ieri>
Al pensiero mi parte automaticamente uno schiaffetto non troppo leggero sul suo petto.
<Ehi, è stato sleale!> Si lamenta come un undicenne.
<Vuoi spiegarmi perché assumevi droge?>
Resta in silenzio finchè riesce, poi prende coraggio e parte.
<Ad essere onesto, sentivo sempre una certa pressione in quello che facevo. Si, insomma, la mia vita è perfetta come hai detto tu, ma è stata proprio la perfezione ad essere la mia rovina. Il dover essere il numero uno mi stressava, sapere che dovevo dare il meglio anche se i miei non l'avevano mai richiesto era un chiodo fisso che tormentava ogni mio fottuto pensiero. La pressione era tanta, tra vari sport, la scuola, e gli studi futuri>
<Kyle...>
<Harold l'ho conosciuto ad una festa, mi ha dato prima un bustina, poi dopo cinque e dopo ancora sono passato alle strisce indebitandomi con lui, papà scoprì tutto, ma voi non sapete niente perchè neanche Brianne non sa niente di tutto ciò>
<Oh mio dio> sussulto pensando al fatto che solo l'unico a saperlo.
<Già. Comunque, mio padre pagò tutto, ma tornai da lui forse due annetti fa, non gli pagai nulla e mi disse che un giorno avrei avuto bisogno di lui e che una volta chiamato il prezzo si sarebbe triplicato, e così è stato>
Ferma il racconto segnandone la fine e le labbra si toccano a causa mia, per ringraziarlo di aver condiviso qualcosa di così personale con me.

<Come fai?>
<A fare cosa?>
<Persuadermi in questo modo, sei come la droga, indispensabile>
<Pessimo esempio, ottima osservazione>

Rispondo ridendo di gusto contro il suo viso e avendo il suo sorriso contro il mio, naso contro naso, fronte contro fronte. Il momento viene interrotto dal mio cellulare che con fastidio afferro dal comodino.

<Chi è?>
<... Trey>
Il castano alza un sopracciglio non capendo cosa volesse.
<Mi ha detto che Harold vuole che partecipi ad assistere io da solo all'incontro di Trey>
Il moro si alza sui gomiti assumendo di già un'espressione contrariata.
<E come mai tra tante persone proprio tu?>
<Da com'è scritto qui sarebbe come una sorta di garanzia, così che pagherai la cifra precisa>
<Ma di cosa sta parlando Trey? Quale incontro?>
<Non ne ho idea>
Kyle si alza arcuando la schiena per avvicinarsi a me il più possibile.

<Non accettare!>
<Scherzi? Ora che puoi finalmente toglierti quel mostro dai piedi ti tiri indietro?>
Seguono vari lamentele da parte di Kyle, mentre io digito l'opposto di quello che mi ha chiesto e che continua a ripetere.

Questa storia finisce qui e ora!

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