Feste ed alcol

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Eric non sapeva cosa fare.
Era lo stesso numero di lonleybird o come diavolo si chiama. Eric rimise il cellulare in tasca con noncuranza. Tornò a casa, si levò la giacca e la cravatta. Si gettò sul letto. La cosa strana è che in teoria dovrebbe provare rabbia, invece Eric non provava nulla. In fondo non era successo nulla. -Eric, sei in camera? - sentì Eric dopo un lieve bussare alla porta. -Si mamma-. La madre di Eric aprì la porta ed entrò in camera. -Oh, cosa abbiamo qui? Perché sei così triste? -. -Io non sono triste-. Sua madre gli fece una carezza delicata. -Ti conosco, centra qualche ragazza? -. Un sorriso isterico si insinua sul volto di Eric. -No mamma, credimi. Sto bene, anzi sta sera esco- . La madre si Eric si limito a guardarlo per pochi secondi per poi annuire. Eric si sentiva come vuoto. Darren era colui con cui aveva chattato tanto tempo ed era quello che lo ha lasciato ad aspettare al parco. Aspetta! no lui c'era. Perché non gli aveva detto la verità in quel momento. Bizz bizz. Eric prese il cellulare. Era Darren. Il messaggio diceva:"Ci vediamo alle sette al parco". Eric non rispose nemmeno, non sapeva perché ma non ci riusciva. Come se il suo corpo fosse restio a contattarlo. 6:30, Eric si trova davanti al cancello dove ha scontrato Darren. Sono venuto solo per capire che intenzioni ha, ripete a se stesso, niente di più. Niente di più. Mentre quel pensiero gli ronzava in testa, Eric sussultò sentendo un tocco alle spalla. Si voltò di scatto.-Ma cosa...-. Non finì la frase, la bocca gli diventò impastata non appena vide Darren. -Ciao- si limitò a dire questo stringendo la spalla destra di Eric. -Andiamo?-. Eric annuì distrattamente, quasi si dimenticò quale era l'obbiettivo della serata. Non poteva perdersi in quegli occhi. Almeno non finché Darren gli avesse spiegato perché non gli abbia detto nulla quella volta all'entrata del parco.

-Tadaa- disse Darren con un gesto teatrale indicando uno scooter lì vicino. -Ti presento il mio umile mezzo di trasporto-. -Davvero... Carino-  ad Eric non venne niente di meglio da dire se non questo. Sapeva guidarlo ma non se ne intendeva ne molto di motori, ne di complimenti riguardo a questi. -Carino... No, questo cattivone non dice sul serio- disse Darren accarezzando lo scooter. Eric non riuscì a trattenere un sorriso. Senza dire altro Darren gli porse un casco nero e una volta salito Darren invitò Eric a salire dietro. -Puoi tenerti a me se hai paura-. -Non preoccuparti per me-.

Non ci misero molto ad arrivare da Brian. La musica si sentiva da un paio di isolati, visto il volume assordante. I due scesero dal mezzo e si diressero verso l'entrata. Eric vide gente ovunque che beveva, ballava e si baciava. Darren gli prese un polso per evitare che l'onta della festa li dividesse. -Ok- disse aggiustandosi la camicia. -Benvenuto ad una festa-. Quella frase non aveva senso logico però Eric non ci fece caso. Darren indossava una camicia a quadri rossa e dei pantaloni sul marrone chiaro.-Hey amico chi questo tipo?-. La voce proveniva dalla cima delle scale vicino ai due. Era Brian. -Ciao Brian, lui è Eric. Un amico- .Darren spinse un po' Eric che si limito a fare ciao con la mano.

La festa andò fino a tarda notte. Eric aveva bevuto un solo drink, ma non essendo abituato all'alcol già si sentiva la testa ovattata. Darren era in pista a ballare come un matto e per Eric era impossibile non sorridere guardando le sue movenze. Molte ragazze gli ronzano intorno, cercando di avvicinarlo mentre ballavano. Eric posò il bicchiere che aveva in mano e senza pensarci due volte si getto in pista. Ora, Eric era un ragazzo timido e ballare circondato da gente non era il massimo. Almeno erano per la maggior parte ubriachi perciò non lo avrebbero considerato molto. Una volta vicino a Darren Eric cercò di ballare con scioltezza, ma senza successo. Si sentiva di troppo lì. Incrociò lo sguardo di Darren. Girò i tacchi e corse alle scale. si rifugiò in una stanza, forse la camera di Brian visti i poster di calciatori e altri tizi in tenuta sportiva. Eric si stese sul letto. Calmati, si disse quando si accorse che il suo cuore faceva gli straordinari. La porta si aprì con uno strattone, due ragazzi , entrano mentre si baciavano. La ragazza si girò una attimo e vedendo che la stanza era occupata sbuffò e sbatté la porta. La porta si apre una seconda volta. -Se cercante un posto per...-. Era Darren. Entrò e chiuse la porta con delicatezza. Eric era ammaliato dai modi di Darren. Era una ragazzo gentile che sapeva divertirsi.

Eric scosse il capo. No, non è vero -pensò- lui mi ha ingannato. Eric si stese sul letto subito raggiunto da Darren che su mise in modo tale che loro volti risultavano al contrario di fronte l'altro. Darren è ubriaco, si sente il puzzo d'alcol da un miglio.-Hey- esordisce. Ha tutta la camicia sgualcita e con alcuni bottoni messi male. Se non sapesse chi era in uno stato normale lo avrebbe scambiato per un poco di buono. No non per un poco di buono, i modi gentili restano anche quando l'ebbrezza alcolica circola nel suo corpo. -Tutto ok?-. -Sei ubriaco-. -Chi io? Nemmeno per sogno-. Eric rise guardando il viso di Darren contratto per una specie di grugnito.-Dai, ti rendo presentabile e ti porto a casa-. Darren rispose con un cenno del capo. Eric concentrati, Eric concentrati. Gli sbottonò tutta la camicia. Eric poteva vedere il fisico asciutto di Darren. Scosse il capo. Eric concentrati, si ripeté per un'altra volta. Lo aiutò a mettersi in piedi e lo aiutò a scendere le scale. Ogni tanto dalla bocca di Darren usciva qualche idiozia che riusciva a far ridere Eric.

Eric accompagnò Darren a casa con il suo scooter, gli prese le chiavi di casa e lo accompagnò alla porta. Entrò la chiave e fece scattare la serratura. Entrò e per prima cosa portò Darren in camera. Gli toccò cercarla, mentre faceva ciò noto che non c'era nessun altro in casa. -Darren vivi da solo?-. Darren lo guardò ma non rispose, sembrava stranamente silente. Eric pensò che fosse una cosa strana, ma non ci pensò per molto. Una volta trovata la camera di Darren lo fece stendere sul letto e gli tolse le scarpe, la camicia e i pantaloni. Ora, se Eric fosse stato un maniaco sarebbe stato lì a fissare il corpo di Darren seminudo. Ma andò verso l'armadio e gli prese una maglietta che gli fece infilate. Poi Darren fa una cosa inaspettata, prese il polso di Eric e disse -Non andartene, resta con me per stanotte-. Lo guardava con gli occhi seri, avevano assunto un colore grigiastro. -Non fare lo scemo Darren-. Ma quel flebile tentativo di evitare quell'invito fallì miseramente quando Darren lo tirò a se dandogli un bacio. Eric così si trovava sopra Darren. Una grande vampata di calore gli prese tutto il corpo mentre le loro bocche erano unite. Darren gli prese il volto tra le mani, Eric fece lo stesso.

Eric pensò che non c'era nulla di male a dormire da Darren, anche perché tutte le cellule del suo corpo gli impedivano di lasciarlo. -Ok - si stese accanto a Darren - resto qui - questo gli prese la mano, il suo volto diventò più tranquillo. Eric sentì un brivido lungo la schiena al contatto con quella mano liscia e si addormentò con quel calore che gli si era concentrato sul petto.

A new kind of loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora