Capitolo 2

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-Mammaa, io esco! -Dico urlando.

-Aspetta, aspetta- corre verso di me. Stai attenta, non fare tardi, tieni il cellulare acceso. Mi dice

-Mamma, è un Sabato come gli altri, tranquilla.

-Si vabbe, puoi portarti tua sorella?

-Mammaa, no.

Esco da casa, faccio dei passi a piedi per poi arrivare in piazza.

Ci siamo tutte e ci incamminiamo verso il Bar, dove ci stanno tutti i ragazzi della scuola.

Il bar Royal.

-Ragazze volete qualcosa? dice il barista.

È molto carino, alto, biondo, occhi azzurri. Un ragazzo perfetto anche nel carattere.

-No grazie, ordiniamo più tardi!

-C'è anche Andrea-dice Chiara

-Si con Rebecca Solari, la sua fidanzata. Dice Flavia

-Proprio con quella si doveva fidanzare, la ragazza più antipatica della scuola, praticamente ci odiamo dalla terza elementare, senza sapere il motivo. Dico io

-Sta con lei è vero, ma da quando è venuto ti guarda sempre Melissa. -Dice Serena

-Boh ragazze non lo so!

Si avvicinano verso di noi, Claudio e Marco.

Vengono in classe nostra e sono molto simpatici.

-Ciao ragazzi, tutto bene?

-Sisi, tutto bene voi!? -Risponde Claudio

-Bene. Rispondiamo in coro.

-Proprio Melissa bene non sta. Sta guardando Andrea e Rebecca da quando stiamo qui. -Dice Chiara

-Ragazze non è vero, io non guardo loro guardo a...guardo a....-Cercai di improvvisare. Guardo a Roberto Castellana.

-Guardi quel nerd? Rispose Marco

-Si, che fa? Quel nerd, come lo chiami tu, è un  ragazzo normale  che se ognuno di noi gli andrebbe a parlare, capirebbe che fosse un bravo ragazzo. Gli dico io

-Vai a parlargli allora. Mi sfida Claudio

-Ci vado.

-Ciao Roberto tutto bene?

-S-sii tutto bene, grazie, tu?

-Si, ti andrebbe di unirti al nostro gruppo?

-Davvero? Grazie grazie.

Venne con noi e facemmo le presentazioni.

Tutte le persone del bar ci guardavano. Ma non c'era nulla di male, è una persona come noi.

-Sono le 23:30. Dissi guardando l'orologio.

-E che fa?

-Avevo detto a mamma che mi sarei ritirata alle 23. Buonanotte a tutti io vado.

Stavo a piedi e correvo, un motorino si avvicinò a me.

-Ti serve un passaggio?

-No grazie. Non lo guardai in faccia, poteva essere un ladro, un maniaco, un serial killer, avevo paura.

-Sicura?

Alzai lo sguardo ed era Andrea.

-Se proprio insisti, allora me lo dai.

Misi il casco, mi strinsi a lui e mi accompagnò. Scesi, lo ringraziai.

-Mi dai il tuo numero? disse

Vuole il mio numero?

-Si, allora 3348713092, il tuo?

-3312572296. Ci sentiamo più tardi.

-Si a dopo e grazie ancora.

-Sono tornata!

-Melissa, cosa ti avevo detto? A che ora dovevi tornare?

-Mamma per 10 minuti!

-10 minuti? Sono passati 45 minuti, tu domani non esci.

-Ma mamma.

-Vai sopra tu domani non esci! Disse urlando

-Ti odio, non mi capisci proprio, non mi domandi mai niente di come sto, vabbene domani non esco non ti preoccupare.

Salíi le scale che conducevano alla mia stanzetta arrabbiata.

Nella mia stanzetta ho una porta che collega nella stanza di mia sorella, la quale si aprí.

-Melissa, stai piangendo?

-No ma scherzi Fatima? Perché dovrei piangere?

-Perché hai litigato con mamma.

-No piccola non ti preoccupare, non è niente vai a dormire.

Stavo nella mia stanzetta, prendo il Pc, mi collego un po' a Facebook, vedo un po' le notizie sulla bacheca, foto condivise dai miei amici, apro le richieste d'amicizia, i messaggi e le notifiche, controllo e poso il mio portatile.

Vado nella mia stanza affianco dove apro la porta, e c'è un grandissimo armadio a muro...sistemo le gonne, le T-shirt, i vestitini, scarpe, borse, bracciali ed altri accessori.

Mi arriva un messaggio sul telefono.
-Tutto bene? Tua madre ti ha sgridata?  Era Andrea.

-Si tutto bene, ma ovviamente la predica di mamma non poteva mancare e domani non esco.
-Mi dispiace, mi avrebbe fatto piacere vederti.

Voleva vedermi, a me piace da tempo, ma non mi ha mai notata. Parlammo del più e del meno, della scuola, dei genitori rompipalle.

-Buonanotte tesoro. Mi disse lui!

-Buonanotte Andrea.

Il giorno dopo, stranamente, mi svegliai con il sorriso sulle labbra e di buon umore.

Mi squilla il telefono.

-Serena dimmi tutto.

-No dimmi tu, qui dicono che tu sei stata sul motorino con Andrea.

-Già sanno tutto, mi ha dato un passaggio e...

-E?

-Ci siamo scambiati i numeri di telefono e messaggiamo. Urlammo dalla felicità.

Continuammo a parlare, ma staccammo perché doveva uscire. Scesi per fare colazione.

-Melissa preparati usciamo, andiamo tutta la giornata in qualche centro commerciale a fare shopping.

Mamma sa che adoro fare shopping, è il suo modo per farsi perdonare, ed io ne approfitto

-

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