"io...io ho litigato con papà" dico singhiozzando sempre più forte.
"no fratellino non piangere così, dopo farete la pace" cerca di calmarmi lui.
"no, lui non mi vuole bene, mi odia, lo deludo sempre, e poi non capisce mai niente, è cattivo e pure io lo sono" dico piangendo.
"ma no che non ti odio, lui ti vuole tantissimo bene, e non è vero che lo deludi sempre, sei un po' monello, ma questo si sa, capita che papà non capisca delle cose che per noi sono chiare, come ci sono volte in cui noi non capiamo i suoi comportamenti, ma non per questo lui è cattivo e nemmeno noi lo siamo" dice mentre mi fa sedere sulle sue gambe, petto contro petto.
Io continuo a singhiozzare contro il suo petto bagnandoli la maglia.
"mi vuoi dire perché avete litigato" mi domanda passandomi una mano tra i capelli.
"stasera c'è il compleanno di David, io lo so che sono in punizione e che non posso uscire, ma gliel'ho chiesto lo stesso, e lui lo ha insultato, ha detto che è un poco di buono, ma non è vero! Lui è il mio migliore amico... non è cattivo, ma tutti lo giudicano" dico piangendo.
"non piangere fratellino, ti prego"
"io voglio andarci al suo compleanno, lui mi difende sempre, io gli voglio tanto bene" dico continuando a piangere.
"ti difende da cosa?" domanda mio fratello sospettoso.
"da nulla!" rispondo subito alzando la voce.
Lui alza un sopracciglio sospettoso.
E io mi nascondo tra le sue braccia.
"hiro..."
"perfavore non parliamone adesso" dico con voce supplichevole.
"va bene, come vuoi tu..." risponde lui titubante.
Io mi stringo a lui e mi lascio coccolare.
"Jin..."
"dimmi cucciolo"
"posso andare alla festa di David perfavore"
"hiro sei in punizione" mi ricorda lui.
"lo so... ma per me è importante, ti prego Jin"
"ma papà ha detto di no, la mia parola non vale nulla contro la sua, lo sai" mi dice dolcemente.
Io a quelle parole riprendo a singhiozzare forte.
"no no piccolo non fare così" dice cullandomi.
Ma non riesco a calmarmi.
"mi caccerò in un mare di guai e non mi siederò mai più in vita mia" lo sento mormormorare.
"va bene piccoletto, ti darò una mano an andare a questa festa ma perfavore smetti di piangere" dice mentre si alza dal divano con me in braccio.
"g..grazie" sussurro tra i singhiozzi.
"però mi devi pormettere che torni a casa sobrio" mi dice lui.
"promesso" dico chiudendo gli occhi.
Lui mi fa rimbalzare piano sul suo fianco mente sale le scale.
"Adesso fai un po' la nanna, poi dopo cena ti prepari ed esci, io lo tengo occupato tutta la sera sperando che non noti la tua fuga, okay?" mi domanda bacandomi la fronte
"okay fratellone" rispondo mentre smetto di singhiozzare anche se le lacrime continuano a rigarmi le guance.
Lui mi porta nella mia camera e mi lascia sul letto comorendomi poi con una coperta.
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my children
Fiksi RemajaChristian Morgan era un ragazzo come tanti quando incontrò Asami, una semplicissima ragazza giapponese. Si innamorarono e si sposarono, ebbero dei figli, ma durante l'ultima gravidanza il mondo gli crollo adosso. Asami aveva un tumore e curarlo avre...