7 - Carnival of Souls

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L'edizione dei "Racconti del terrore" di Edgar Allan Poe che Gabriel aveva nella sua libreria era abbastanza vecchia, degli anni '60. Le pagine ingiallite, il dorso rovinato. Probabilmente, si disse Randy, anche lui doveva averlo letto quando aveva la sua età. E chissà se gli era piaciuto, se l'aveva emozionato, se l'aveva tenuto sveglio la notte o anche solo reso inquieto per qualche istante.

Sospirò. Le coperte che gli solleticavano il naso e la luce accesa sul comodino.

Aveva ancora chiaro in mente l'urlo del gatto murato vivo con il corpo della moglie del protagonista de "Il gatto nero".

Si sentiva vivo, vicino al se stesso che un tempo raccontava storie agli altri ragazzi della setta prima di andare a dormire, e stranamente questo non lo faceva sentire solo.

Chiuse gli occhi, mentre il ticchettio della pioggia iniziava a diventare più forte sui vetri della finestra, dopodiché prese un po' di coraggio e allungò la mano verso il comodino per spegnere l'abat-jour. In quel momento calò l'oscurità, e Randy, lontano dai lampi, che illuminavano di quando in quando il pavimento, sentì il cuore saettare in gola.

Le palpebre tremanti, si lasciò cullare dall'eco dei propri pensieri e dalla rassicurazione di essere ormai lontano dal suo incubo. D'un tratto, però, sentì scattare la serratura, che aveva chiuso a doppia mandata, e trasalì senza quasi avere il coraggio di muovere un muscolo.

Deglutì, raggelò, infine, quando la maniglia calò verso il basso, si mise a sedere. Strinse le lenzuola e sgranò gli occhi. Non ebbe neppure il coraggio di accendere la luce, sicuro di sapere chi si fosse permesso di usare una seconda chiave per infiltrarsi nella sua stanza.

Eppure, quando la porta si aprì di fronte a lui, non fu Darrell a entrare. Randy se ne accorse subito, fissando il riverbero del lampo, che illuminava l'uomo incappucciato sul ciglio della porta.

La bocca spalancata in una muta espressione di terrore e la rabbia che prendeva lentamente possesso di lui. Non sapeva come quel tale fosse riuscito a trovarlo, se i Graham fossero suoi complici o se fosse tutto un tremendo malinteso. Così, rabbrividendo, afferrò l'abat-jour e gliela scagliò contro per difendersi.

Vide brillare il pugnale rituale e trattenne un urlo, saltando in piedi e trovandoselo davanti. Tentò di fermarlo e grugnì, gemette, lottò per allontanarlo, mentre questi provava ad avvicinare la lama alla sua gola.

«Cazzo» sibilò. Le lacrime agli occhi e i muscoli che vibravano sotto il pigiama di flanella di Gabriel. Digrignò i denti, poi, con un colpo di reni, lo sbilanciò indietro e lo colpì con una testata. «'Fanculo, stronzo!» Ebbe la certezza di non stare sognando tant'era il dolore alla fronte, ma non si curò di massaggiarla per mantenere le mani libere.

Restrinse lo sguardo, aggrottò le sopracciglia. Allora lo vide indietreggiare e, considerando il rivolo di sangue che gli colava verso il mento, si disse che doveva avergli rotto il naso; tuttavia questi restò inspiegabilmente muto e tentò di fuggire da dove era venuto.

Solo allora, Darrell intervenne accendendo la luce principale della stanza. «Che diavolo succede?» chiese, fermando la corsa dell'uomo incappucciato. «Chi sei? Come sei entrato?» Guardò Randy, scoprendolo sconvolto, poi i resti dell'abat-jour in terra, e batté le palpebre perplesso. Ancora assonnato, questi non poté fare a meno di chiedersi come avesse potuto fare Gabriel a non svegliarsi con quel fracasso.

«Allontanati da lui!» gridò Randy preoccupato. Vide Darrell schivare il pugnale rituale diretto al suo addome e mancò un battito, mentre l'uomo incappucciato si dava alla fuga lungo il corridoio di casa Graham e poi giù per le scale.

Darrell, immobile, sgranò gli occhi e barcollò fino a cadere con la schiena contro il montante della porta. Le mani tese, allargate dinanzi a sé, e la camicia di seta blu rigata da un taglio trasversale. Deglutì. «Ti voleva uccidere?» chiese piano. «Era un membro della setta?» Non riuscì neppure a muoversi per inseguirlo tant'era la sorpresa per ciò che aveva appena vissuto.

Invisibile (fake)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora