Capitolo 2º.

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Capitolo 2º.

POV'S MORGAN.

Scendo dalla mia auto insieme ad Emily,dopo una snervante giornata di scuola.

È sempre così. Ogni giorno,ogni mese,ogni anno.

Apro la porta di casa,Viola non è qui. È al suo locale,tra poco dovrei raggiungerla per iniziare il mio turno insieme ad Ally. Amo quel posto. La musica,i clienti; a dir il vero amo stare con gente che non conosco,e che non mi conosce. Vedere facce nuove,che non conoscono la mia storia.

Emily si siede sul divano ed accende la televisione.

"Tieniti pronta per le cinque,andiamo da Viola." avviso Emily

"Va bene". dice senza distogliere lo sguardo dal televisore

Salgo al piano di sopra. Apro la porta,dove su di essa c'è un cartello con su scritto "i genitori non sono ammessi",butto il mio zainetto nero sulla scrivania.

Dovrei mettere apposto la mia camera. Ma in realtà il disordine è una cosa che mi piace,mi rispecchia.

Accendo lo stereo e il CD di Green Day,riecheggia nella stanza.

Sposto un po' di fogli dalla scrivania e trovo il diario che mi ha dato il mio psicologo.

Durante le mia ultima visita mi diede questo diario per scrivere le mie emozioni.

Ricordo che quando tornai a casa,lo buttai sulla scrivania pensando che fosse la più grande cazzata del mondo. Ma ora che ci penso,ne ho davvero bisogno.

Afferro il diario ed un penna,e vado a sedermi sul letto. Apro la prima pagina ed inizio a scrivere.

"Caro diario,

Okay,no! È un inizio davvero banale. Non mi piace chiamarti diario,così ti darò un nome. Phil.

Perciò ricomincio.

Caro Phil,

non so davvero perché ho iniziato a scriverti,ho sempre odiato questo genere di cose,perché non ne capisco il motivo.Scrivere tutto ciò che mi tormenta,rivelare i miei segreti ad un pezzo di carta,sembra una cosa così folle. Eppure quando si è soli,a combattere contro tutti,o sei semplicemente stanco perché il peso del mondo ti sta schiacciando,ti aggrappi a qualsiasi cosa pur di aver un conforto. Che sia una persona,od un pezzo di carta.

La mia vita non è esattamente il massimo. Sono abbastanza complicata,davvero strana. Mi piace l'arte,la musica e tutto ciò che riguarda il mondo del cinema.

Se ho bisogno di sfogarmi lo faccio disegnando; proprio come oggi.

Stavo seduta nel giardino della mia scuola,quando un ragazzo alto dai capelli ricci si è seduto vicino a me. Mi sono imbattuta in lui oggi,quando come al solito ho fatto cadere tutti i miei disegni dall'amadietto. Mi ha chiesto cosa stessi disegnando,non gli ho risposto.

Be' dirgli che stavo disegnando lui,sarebbe stato imbarazzante ,non credi? Più che altro ho disegnato i sui occhi. Verdi. Bellissimi.

Ci ho parlato due volte per cinque minuti. E in quel poco tempo mi ha dato l'impressione di essere un ragazzo: invadente,insopportabile,menefreghista ma anche...dolce.

Spero solo di non vederlo.

Sto solo scappando ancora,giusto?

Chiudo il diario e prendo il mio iPhone che sta squillando.

Mio padre.

"Pronto?".

"Morgan,come stai?". la voce roca di mio padre parla dall'altro lato del telefono

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