Just.. let me help you..

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"N-non.. ti prego n-non .. p-perchè piangi.."

"È tutta colpa mia Chat.."

"N-no.. t-tu non sei L-L-a.. L-la..Dy..B-b..ug.."

Non riusciva neanche a pronunciare quel nome.. e questo mi addolorava ancora di più.. il vero supercattivo non era Papillon.. ero io.. ferivo l'unica persona che teneva a me più di ogni altra cosa al mondo.. lui mi amava.. ed io continuavo a spezzargli il cuore di continuo.. accecata da Quell'Adrien.. quel giorno.. aveva fatto quel gesto solo per farsi perdonare.. non si era mai accorto di quel lato di me.. che entrava in confusione ogni volta che mi rivolgeva lo sguardo.

"A...a volte penso.. che alla fine.. io e L-ladybug.. non siamo.. tanto diverse."

Chat cambiò espressione.. diventò serio ed inclino la testa verso destra piegando leggermente un'orecchio.. una cosa molto dolce dal mio punto di vista. Con la sua espressione cambiarono colore pure i suoi occhi.. da un blu lapislazulo ad un bianco quasi sporco.

"C-che intendi dire?"

Presi un bel respiro e poi cominciai..

"V-vedi Chat Noir.. io e L-ladyb-bug.. non siamo poi così diverse veramente.. anzi.. s-siamo.. u-ugu-"

Stavo per pronunciare quella parola che forse gli avrebbe fatto capire quale fosse la vera identità del mio alter ego (dannazione al latino) .. però fui interrotta dal rimbombo della voce di mio padre provenire dalla mia stanza.

"Marineeeeette!! A tavolaaa!"

Chat si alzò dalla sdraio velocemente e abbassò le orecchie guardandomi con quei dannatissimi occhi ipnotici color lapislazulo. Io cercai di tenere il mio sguardo sul suo evitando di rimanere ipnotizzata come al nostro "primo" incontro. L'unica cosa che in quel momento era diversa dalla prima volta erano proprio i suoi occhi.. non erano rosso sangue.. ed io non ero ipnotizzata da quegli occhi per paura ma per bellezza..

Ripresi finalmente il controllo della mia mente e dei miei occhi e mi preparai per dirgli.. diciamo.. arrivederci.. che sembrava quasi un addio perchè nonostante lui avesse capito che dovessi andare a pranzare continuava a tenermi le mani e e guardarmi con quel dannatissimo sguardo talmente tenero e triste da poter far commuovere un boia.

"Ehm.. io d-dovrei andare... a-a.. mang-giare.."

Chiuse gli occhi e abbassò la testa con entrambe le orecchie abbassate.. dopo ciò sospirò e mi strinse leggermente le mani per poi lasciare completamente la presa e "appollaiarsi" di nuovo sulla ringhiera

"Aspetta.." Dissi facendolo girare di scatto
"Se vuoi puoi aspettare qui.. e.. ti porto qualcosa da mangiare.."
Aggiunsi io mentre torturavo la manica della camicetta.
Lui fece solamente un cenno affermativo col capo e poi sorrise.
All'improvviso arrivò una folata di vento gelida che mi fece rabbrividire, così pensai che forse anche lui aveva bisogno di un pò di calore e lo invitai ad entrare in camera mia.
"Brr.. qui fuori si congela.. perchè non entri in camera mia e ti riscaldi.." dissi cercando di prendere di nuovo la sua mano, che alla fine, afferrò la mia. Io ridacchiai nervosamente ed aprii la botola e scendendo le scalette seguita da Chat Noir.
"Bene.. ehm.. q-questo è il mio letto.. e-e li c'è la chaise longue.. oppure c'è l-la sedia della s-scrivania.. e.. insomma.. scegli t-tu dove vuoi...s-sta.." Dissi prima di essere interrotta dal suo sguardo fisso sul mio.
"Ti piace il rosa eh?" Disse lui ridacchiando mentre i suoi occhi cambiavano colore assumendo la stessa tonalità di rosa delle pareti.
"S-si.. so che è infantile.. però.."
Lui mi mise una mano sulla spalla e sorrise.
"Tranquilla.. ognuno è unico nel suo genere.. ed il tuo è.. molto rosa" Disse mentre io ridevo.
"O-ok.. allora io.." Venni interrotta nuovamente, però stavolta da qualcosa di meno dolce.
"MARINEEEEETTE! QUANTE VOLTE TI DOBBIAMO CHIAMARE! IL PRANZO SI RAFFREDDERÀ SE NON TI SBRIGHI!" Urlò mio padre dalla cucina.

"ARRIVO!" Replicai io.

"Vai.. non ti preoccupare per me.. me la caverò.. in una stanza tutta rosa" Disse ridacchiando con quella creepy voce sdoppiata a cui non mi ero ancora abituata.

"Ok.. se vuoi puoi guardare un film al computer.. la password è Marinette."
Dissi io mentre scendevo le scale. E mi dirigevo verso la seconda botola che portava alla cucina.

"Ce ne hai messo di tempo.. che stavi facendo?" Disse mia madre appena presi la bottiglia d'acqua per bere.

"Niente, stavo sistemando l-la mia stanza."

I miei genitori non sospettarono niente e il pranzo proseguì tranquillamente. Quando mia madre cominciò a sparecchiare cercai di prendere il cibo rimasto e lo misi nel piatto per portarlo a Chat. Mi alzai da tavola e salii velocemente le scale aprendo la botola e richiudendola. Appena entrai sentii una musichetta, dolce. Riconobbi la musichetta, era il mio carillon di Ladybug, però c'era anche una voce strana che cantava silenziosamente e con la dolcezza di un bambino.

"Une ladybug.. porte-bonheur
Lady magique et lady chaance..
Une ladybug, lady du cooeur
Être héroïque en cas d'urgeence.."

La voce strana doveva sicuramente essere di Chat.. ma perchè canticchiava una canzone simile? Per ricordare forse? Anche a me mancava il passato..

Marinette: "C'est moi chat noir.. toujours présent
J'ai des pouuvoirs superpuissants..
Pour la victoire.. j'en fais serment
Je me bagaarre.. éperdument"

Lui mi guardò tristemente mentre io salivo sul letto, ovvero dov'era seduto lui col carillon. Gli presi dolcemente le mani e le intrecciai alle mie.

Mari e Chat:" Oh oh oh
Amour chassé-croisé
Oh oh oh
J'ai peur d'aimer pour rien
Oh oh oh
Celle qui ne peut m'aimer quand elle vit son destiin.."

Lui mi avvicinò a se ed io altrettanto, avevo bisogno d'affetto e di ricordare i bei vecchi tempi .

"Marinette.."

"Chat.."

Il lieve calore del fiato di Chat mi accarezzava la pelle del viso ed io tenevo gli occhi sui suoi.

Mancavano pochi centimetri e le nostre labbra si sarebbero toccate..

Hola.. volevo scusarmi per tutto il tempo d'attesa.. purtroppo ho cominciato a scrivere un'altra storia e ho messo involontariamente da parte questa.. non sapete quanto mi dispiaccia questo..

-Alya

My sweet curseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora