Capitolo 2

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JENNIFER POVS

BIP-BIP

La sveglia, quella era l'unica cosa che sono veramente capace di odiare.
Mi chiedo sempre quanti soldi ha preso quell'inventore e quanti soldi spendiamo noi per prendere una sveglia, che poi magari non usiamo o come ho appena fatto io, la scaraventiamo a terra.

-ne dovrò comprare un'altra-

penso.

Apro il mio immenso armadio, guardo i svariati vestiti eleganti, per la scuola, per uscire, per le feste, i balli... poi un ripiano, il mio preferito, con legghins, jeans, magliette larghe, felpe e vans.

Quando non sto con nessuno mi vesto così, adoro le maglie larghe, le vans ai mie piedi, la libertà dei legghins, così leggeri che è come non averceli.
Ma ahimè, a scuola devo mettere le solite cose alla moda.
Prendo una gonna nera a balze che arriva fino a metà coscia, delle calze coprenti, una camicetta bianca con le maniche lunghe a palloncino.
Come accessori scelto una collana lunga fino a metà pancia con il ciondolo a forma di cuore, poi prendo delle ballerine nere.
Vado in bagno e pettino i miei lunghi capelli castani, trucco gli occhi con un pò di matita e eyeliner.

Mi quardo allo specchio, sono pronta per un altro giorno di merda!

#ASHTON POVS

Spengo la sveglia e con malavoglia mi libero dalle grinfie delle calde coperte.
Prendo i miei soliti skinny jeans neri, una maglietta di capitan america e una felpa blu con la cerniera.
Raggiungo il bagno.
Solita routine: doccia, lavo i denti, mi vesto, occhiali e sistemo i capelli.
Una volta pronto scendo le scale con lo zaino in spalla, andando in cucina per prepararmi una veloce colazione.
Sul tavolo, trovo un bigliettino da parte mia madre: Ash, buongiorno! Io sono al lavoro, torno sta sera tardi.

La solita storia, madre sempre assente, dedita al lavoro che lascia il figlio adolescente da solo.
E mio padre? Bhe, di mio padre non so niente e mia madre non ne vuole mai parlare.

Prendo un bicchiere di succo, dopo aver gettato il bigliettino nel cestino, mi metto le scarpe ed esco.
Uscito di casa mi incammino verso scuola, sono molto vicino per cui vado sempre a piedi.

Una volta arrivato vado dai miei amici, chiacchero con Luke, Cal e Mike. Con Michael non parlo molto, sta sempre per le sue, o sta sempre con Cal. Quello con cui parlo di più è Luke, lui mi capisce e io capisco lui. Penso a quando all'inizio ci detestavamo, lui odiava tutti quelli più grandi (io ho due anni in più di lui), ma col tempo siamo diventati migliori amici e tutti insieme abbiamo creato una band. All'inizio erano solo Luke e Calum, poi si è aggiunto Michael ed infine io.

Al suono della campanella raggiungo mia classe ed eccola lì, sempre al suo posto, sempre circondata da ochette. Per la prima volta, dopo la confessione di ieri, vedevo nel suo viso un espressione di noia, disinteresse, tristezza. Mentre le persone da fuori vedevano solo divertimento e disprezzo.

Alla terza ora c'è matematica, consegna i compiti finalmente corretti. Tutti hanno paura, sono in ansia, io invece sono tranquillo, so di essere bravo e di non sbagliare.

La prof.ssa. Melbury entra in classe, si mette a sedere e un silenzio di tomba regnava e potevo benissimo vedere l'agitazione in Jennifer, continuava a giocare con l'orlo della gonna nera mentre la prof distribuiva i compiti in ordine alfabetico.

Il mio arrivò e come sempre: (A).

Mi giro in direzione di Jennifer e la sua faccia è un misto tra lo sconvolto e l'arrabbiato.

La lezione finisce, la campanella suona e tutti escono tranne Jennifer che è stata richiamata dalla professoressa. Sto per uscire anche io quando una voce mi ferma sul posto

"Irwin, si fermi!" la Melbury.

"Mi dica prof." rispondo educatamente

"La signorina Evans ha preso l'ennesima F. È un caso disperato a quanto sembra. Quindi le chiedevo gentilmente se potrebbe farle da tutor."

"Cosa? Non ne ho biso-"

"Silenzio. Decido io di cosa lei ha bisogno signorina. Allora Irwin, accetta?" chiede la prof interrompendo Jennifer.

"Va bene."

"Mettetevi d'accordo per come fare, arrivederci."

Jennifer si alza dal proprio banco, evitava il mio sguardo, forse perché ora so il suo segreto più grande.

"Ferma dove vai?" chiedo

"Irwin, non ne ho bisogno, davvero."

"Lo faccio volentieri." Rispondo io prendendole delicatamente il polso.

"G-grazie" sento stranamente un velo di imbarazzo nella sua voce.

"Oggi nel giardino della scuola alle 15:00 e dopo andiamo a casa mia ok?"

"Ok." Mormora per poi andarsene.

I'm a lost boy//Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora