'Cataleya smettila, Zayn deve venire con te perchè conosce Martinez' disse Yaser
Mi voltai verso Zayn 'Tu conosci lo spacciatore più potente dell'America Latina?' chiesi alquanto scioccata
Lui mi sorrise 'Sì lo conosco' disse
'Ora basta dovete partire subito, Cataleya ascolta, tu non devi assolutamente uccidere Martinez digli che ti mando io e lui ti racconterà tutta la verità' disse serio
'Cosa? Ma come farò con la Divisione?'
'Se la sbrigherà lui'
'Daccordo... Dovrò portarmi anche questa palla al piede?' dissi riferendomi a Zayn.
'Hey bambolina stai attenta a come parli'
'Perchè, altrimenti che mi fai?' dissi in aria di sfida
'Basta ragazzi, il tempo è oro, sbrigatevi'
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Eravamo nel jet mancava circa un'ora per giungere in Colombia.
'Che arma sai usare'? chiesi a Zayn
'Bhe oltre al mio fascino....qualsiasi'
'Non fare lo stronzetto e dimmi che arma sai usare'
'Qualsiasi tipo di pugnale e coltello e ogni tipo di pistola, inoltre so centrare con l'arco il petto di una persona da ben 13 metri di distanza'
'Wow, sono davvero impressionata' dissi con finto entusiasmo
lui rise 'Quanti uomini hai ucciso?' chiese questa volta serio.
'Troppi' sussurai mentre avevo le mani fisse sul volante.
si creò un lungo silenzio che a me piaceva, ero abituata al silenzio, decisi di interromperlo con una domanda di cui conoscevo già la risposta
'tu invece?'
'nessuno' disse lui
Arrivammo in Colombia, precisamente nella capitale, a Bogotá. Posai il Jet in una periferia, il luogo che mi aveva ordinato la Divisione... Prendemmo le armi e ci incamminammo, dovevamo raggiungere un ex fabbrica abbandonata di caffè che si trovava più in periferia; mentre passeggiavamo scorsi una piccola casetta rosa abbandonata con il tetto fatto da foglie essiccate della palma. Era...era la casa di mia nonna
-FLASHBACK
Era il giorno del mio settimo compleanno
'Abuela dove sono andati mamma e papà?' chiesi alla mia nonnina
'Oh cariño, tuo padre deve farti una sorpresa sono andati a prenderla' disse lei sorridendomi
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'Hey, tutto bene?' Zayn interruppe i miei pensieri mi guardava sperando che potessi "aprirmi" ma non lo feci.
'Sì andiamo' dissi
Dopo 1 ora circa di cammino giungemmo dinanzi a questa fabbrica di caffè, Tutti sapevano che lì lavorava Don Martinez ma nessuno faceva o diceva nulla, lo stato e la mafia camminavano a braccetto. Io e Zayn ci avvicinammo all' entrata quando vedemmo due uomini armati di fucile che ci guardavano
'Dobbiamo parlare con Don Martinez' dissi
'E vorreste andarci armati dalla testa ai piedi?' disse ridendo uno
'Vieni qui bambolina che ti tolgo qualche peso da dosso' disse l'altro malizioso.
'Vaffanculo bastardo' sussurai dopodichè con un agile mvimento mi ritrovai dietro di lui pronta a spezzargli l'osso del collo.
'Cataleya basta, noi non uccideremo nessuno andiamo' disse Zayn tirandomi via da quei due stronzi che intanto se la ridevano.
Eravamo usciti da qull' area
'Tu non puoi dirmi quello che devo fare, io potrei ucciderti da un momento all'altro' dissi arrabbiata a Zayn
lui non disse nulla ma continuava a guardarmi dritto negli occhi, anche io lo feci e iniziai a sentire una strana sensazione nello stomaco
' Seguimi' dissi alzandomi di scatto e allontanando il mio sguardo dal suo. 'Ci arrampicheremo da quella specie di grondaia, spero tu sappia arrampicarti' lui mi guardò e sorrise
'sì è una cavolata' rispose
Eravamo saliti in cima e ora dovevamo camminare lungo il cornicione per entrare nella stanza di Martinez, Zayn perse l'equilibrio stava per cadere quando gli afferai forte la mano, a quel contatto ebbi di nuovo quella sensazione allo stomaco.
'Impiastro muoviti' dissi.
Entrammo dalla finestra, due uomini di Martinez ci puntarono i fucili contro, stavano per sparare quando
lui fece segno con la mano di farli uscire e loro eseguirono l'ordine.
'Zayn' disse lui con un sorriso sorpreso e amichevole, dopo averlo guardato fissò me e sgranò gli occhi.
'Tu...tu s-sei.....'