7 - Tre interminabili minuti

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Il domestico che stava distribuendo il testo della cantata di Kutuzov agli ospiti di riguardo fece per consegnarne una copia a Pierre.

Lui si accinse a prenderla, ma Dolochov si allungò sopra al tavolo, gliela strappò di mano e fece come per iniziare a leggere.

Pierre guardò Dolochov.

Dapprima le sue pupille si abbassarono come al solito; ma questa volta quel qualcosa di orribile e mostruoso che stava ribollendo dentro di lui da tutta la serata traboccò, impossessandosi di lui.

Bezuchov alzò gli occhi.

Accennò un gesto (come se stesse per lanciarsi oltre il tavolo con tutta la sua mole) ma si fermò e gridò:

«COME OSATE?! RESTITUITEMELO!»

I due che si trovavano seduti alla sua sinistra ed alla sua destra (Nesvickij ed un altro tizio), udito il grido e vedendo a chi era rivolto assunsero subito un'aria allarmata.

Gli occhi chiari di Dolochov fissarono uno sguardo freddo e crudele su di Pierre.

Sorrideva e sembrava dire: 'Ecco le situazioni che mi piacciono!'

Le sue labbra si schiusero per scandire nettamente:

«Non ci penso neanche!»

Pierre si alzò di scatto, facendo volare indietro la sedia; poi si allungò e gli strappo via il foglio dalle mani.

Era pallido e le sue labbra erano scosse da fremiti involontari.

«Voi... Voi siete un vero miserabile!... Desidero soddisfazione!»

Nello stesso istante in cui Pierre pronunciava quelle parole egli comprese anche che il dubbio sulla colpevolezza o meno della sua donna si era definivamente risolto in una risposta affermativa.

Ora lui la odiava.

Sentiva che il suo rapporto con lei si era definitivamente spezzato.

Per sempre.

Nonostante Denisov avesse chiesto a Nicolaij Rostov di restar fuori dalla faccenda, quest'ultimo aveva acconsentito ad essere il testimone di Dolochov. Terminato il pranzo si incontrò con Nevitskij (il secondo di Bezuchov) per discutere le condizioni  del duello.

Pierre se ne era tornato a casa. Rostov, Denisov e Dolochov invece erano rimasti al club fino a tarda notte ad ascoltare i gitani ed il coro del reggimento.

«Allora ci vediamo domani al bosco di Sokol'niki»

Stava dicendo Dolochov, in piedi sulla scaletta d'ingresso del Club, a Rostov.

«Ma come fai ad essere cosi tranquillo?»

Dolochov fece una pausa.

«Ecco... Vedi... Ti spiegherò, in due parole, il segreto dei duelli... Se alla vigilia di un duello ti metti a scrivere il testamento e lettere lacrimevoli ai tuoi parenti... Se soprattutto ti metti a pensare alla possibilità di essere ucciso... Sei un pazzo... E sei un uomo finito... Ma se invece  vai convinto, con la ferma intenzione di uccidere il tuo uomo con la maggior sicurezza e velocità possibili... Tutto va via liscio come l'olio... Vedi... Come diceva, da noi a Kostroma, un cacciatore d'orsi... 'Non si può non aver paura dell'orso... Ma quando ne vedi uno non ci pensi più, alla paura... Pensi solo a non lasciartelo scappare!' ...Quindi, mon cher... Io sono a posto... Ci vediamo, a domani...»

L'indomani alle otto del mattino Pierre e Nesvickij si  diressero al bosco di Sokol'niki.

Quando arrivarono trovarono già lì Dolochov, Denisov e Rostov.

Guerra e pace 4Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora