3. Sbattere come una porta

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«Ehi...»dice con voce ferrea e sensuale, com'era suo solito fare.

«Ehi» gli rispondo stranita e cercando di alzare il volume della voce per sovrastare la musica troppo alta

«Sei arrivata senza salutarmi e non mi hai degnato di uno sguardo per tutta la festa» ripete come se fosse sul serio allibito da questo avvenimento

«E perché avrei dovuto, scusa?» rispondo infastidita.

Mi fermo nel frattempo a guardarlo, e non posso fare a meno di pensare a quanto lui sia bello, a quanto i suoi capelli gli incornicino il viso alla perfezione, e a quanto la sua t-shirt nera stretta faccia intravedere i suoi addominali e il suo fisico asciutto. Nel frattempo penso anche a quanto lui, Chris Schistad, sia un tale coglione.

Mi è piaciuto per qualche mese, prima di mettermi con Jonas, ed era incredibile come lui cagasse tutte, eccetto me. Eravamo più o meno conoscenti, conoscevo persone che lo conoscevano abbastanza, e così ci hanno presentati. Non ho idea di come mi sia fatta a interessare una persona che cambia più ragazze che mutande, e che crede che tutto gli sia concesso, esclusivamente perché è bello e conosciuto.

«Perché noi siamo amici» esclama con tono sicuro.

«Ah sì? Amici? Non credo proprio» dico, alzando gli occhi al cielo. Sono evidentemente infastidita da questa conversazione e lui sembra accorgersene.

«Dai non dire co...». Lo interrompo prima che finisca la frase.

«Non comportarti in questo modo con me, perché non m'interessa avere niente a che fare con te. Perciò, ciao. Devo andare.»

Concludo la conversazione girando i tacchi, e rivolgendomi verso il bagno a cui tanto aspiravo arrivare.

Mentre cerco di farmi spazio fra le persone, intravedo Jonas e Soleil, una ragazza della nostra scuola, mentre limonano. Alzo gli occhi al cielo e penso con che facilità si sia già buttato sulle labbra di un'altra. Ma infondo, poco mi importa. Può fare quello che ritiene più giusto, come posso farlo anch'io.

Finalmente riesco ad arrivare al bagno, ma devo aspettare una stupidissima fila per addentrarmici. Maledico Schistad per avermi fatto perdere tutto quel tempo. Se non fosse per lui, probabilmente sarei già entrata e avrei già fatto tutto, ma ovviamente non è così.

Nella fila sento delle ragazze davanti a me che parlano del famigerato Chris. Si vantano del fatto che tutt'e tre se lo siano scopato e commentano l'enorme dimensione del suo cazzo, spiegando ad occhio e croce le proporzioni. Sentendo i loro discorsi mi sale un brivido di eccitazione, ma non posso che pensare al fatto che sia colpa degli ormoni e del desiderio che ho di fare sesso. Con Jonas non lo facevamo da un po', avevamo perso l'intimità.

Dopo 10 minuti riesco finalmente ad entrare nel bagno, e faccio quello che devo fare. Penso al fatto che probabilmente non sarebbe un male divertirmi con qualche ragazzo, ma che non sia sempre lo stesso, perché poi diventerebbe quasi un vincolo. Niente scopate, non ho intenzione di darla via in giro. Solo baci e a quelli più frequenti, concedo qualche toccatina.

Sono già ad una festa, perché non iniziare proprio oggi?

Esco dal bagno e ritorno sulla pista. Non vado dalle mie amiche, voglio prima divertirmi con qualcuno. Inizio a ballare sciolta, bevo qualche sorso della birra che ho recuperato sul bancone della cucina. Ondeggio il corpo a ritmo della musica e so per certo di apparire sensuale.

Mi si avvicina da dietro un ragazzo alto e moro, che intravedo con la coda dell'occhio. Balla dietro di me, poggiando le sue mani sui miei fianchi. Mi giro di scatto e ci ritroviamo faccia a faccia. Era proprio questo il tipo di divertimento che volevo.

Gli dico, avvicinandomi al suo orecchio in modo sensuale: «Piacere, sono Eva»

«Io sono Steven» risponde lui con la sua voce alquanto sexy, da mettermi I brividi. Lo guardo bene, ed è proprio figo. Ci sta, penso tra me e me.

Ora come ora, a causa dell'eccitazione, me lo scoperei proprio, ma cerco di contenermi.

«Sei tutta sola Eva?» dice con tono provocatorio.

«Ora non più» dico. Non aspetto un secondo e lo bacio. Lui porta la sua mano dalla mia vita al mio fondo schiena, ma in questo momento non m'importa tutto quello che ho detto prima.

È un bacio appassionato. Si sente l'eccitazione di entrambi nel bacio. Ma soprattutto la sua, che nei pantaloni si fa sempre più grande, e questo lo percepisco data la vicinanza dei nostri bacini. Non mi dispiace sapere che gli faccio quest'effetto.

Jonas mi ha sempre detto che baciavo da dio e che, quando la mia lingua era nella sua bocca, voleva costantemente che si trovasse sul suo cazzo. Adoravo quando mi faceva sentire in questo modo.

Ma ora come ora, vorrei solo che il ragazzo che sto baciando, mi sbattesse come una porta.

Girls like you. Chris & EvaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora