1. Londra - New York - Brighton

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Londra, maggio 2001

"Signor Saunders" dice il medico seduto sulla poltrona. Ha gli occhi fissi sul paziente, osservandolo attraverso le lenti spesse degli occhiali. Unisce le mani davanti al viso, studiando le espressioni del volto dell'uomo che siede dall'altra parte della stanza. "Signor Saunders.." lo richiama, sperando in una parola qualsiasi. L'uomo seduto davanti a lui non dà alcun cenno. Gli occhi azzurri sono inchiodati a terra, i capelli biondo scuro scompigliati e le mani dalle nocche insanguinate strette in due pugni sui braccioli della poltrona di velluto. Il suo camice bianco viene spostato solo dai suoi respiri pesanti.
Il medico si lascia andare ad un lungo sospiro. "Thomas, mi dica qualcosa. Qualunque cosa lei voglia. Sono qui per aiutarla."
Ma in quella stanza il silenzio sarebbe rimasto per tanto tempo e nessun dottore sarebbe riuscito a farlo parlare.
Tranne la donna che avrebbe incontrato due settimane più tardi.

Sedici anni dopo

Londra, giugno 2017

"La giuria è pronta?" proclamano in aula, ponendo la domanda nel silenzio più assoluto.
"Sì, Vostro Onore."
La donna seduta in prima fila si mette in piedi, unendo le mani sulla panca in legno.
Gli avvocati e gli assistiti guardano la donna e, rapidamente, perlustrano il viso degli altri giurati che tengono gli occhi fissi sul portavoce.
"Avete il verdetto?"
La donna guarda il giudice, leccandosi le labbra. Solleva il mento. "Con la maggioranza dei voti, la giuria dichiara l'imputato.."
L'aula del tribunale rimane con il fiato sospeso. I parenti si stringono le mani, gli occhi fissi colmi di speranza sul portavoce della giuria.
Da una parte Sean O'Malley, l'avvocato dell'accusa, appoggia le dita sul bordo della sua postazione, socchiudendo gli occhi in direzione della donna. Il viso sbarbato è pallido e la durezza nella sua mascella contratta fa trasparire l'attesa del verdetto.
Dall'altra, Thomas Saunders, l'avvocato della difesa, ha il viso impassibile. Le mani unite sul basso ventre, il completo blu a fasciargli il corpo, il pizzetto gli circonda le labbra rosee stese e gli occhi azzurri coperti dagli occhiali sono immobili sul portavoce della giuria.
La donna continua finalmente a parlare, pronunciando il verdetto. "... non colpevole."
L'aula si riempie immediatamente di bisbiglii, poi il giudice colpisce la basetta con il suo martelletto e dichiara concluso il processo. Uscito il giudice dalla porta sul retro, l'aula si riempie di voci, il pubblico si mette in piedi e Sean O'Malley chiude con uno scatto la sua agenda colma di appunti, amareggiato, guardando il suo avversario.
Thomas Saunders, al contrario, solleva il mento e abbozza un sorriso sulle sue labbra. I capelli biondo cenere gli sfiorano le orecchie, si sistema i gemelli sui polsini della camicia bianca che fuoriesce dalla manica blu e si gira verso il suo assistito. Il ragazzo di appena ventitre anni si getta sul suo avvocato, abbracciandolo poco professionalmente, ringraziandolo sommessamente mentre i genitori si spostano dalla loro postazione e vanno incontro al figlio. Thomas si sistema la cravatta blu con un gesto secco delle mani, poi sistema i suoi fascicoli mettendoli nella sua borsa di cuoio per poi girarsi verso l'avvocato dell'accusa. Sean supera il suo assistito e gli va incontro, tendendogli la mano. "Dovevo fidarmi della tua reputazione, Saunders" dice, stringendo la presa non appena Thomas avvicina le dita affusolate della mano libera. "La prossima volta non ti lascerò vincere così facilmente."
"Non saprei" gli risponde Thomas, folgorandolo con i suoi occhi blu e assumendo un tono di voce piatto. "Ho sentito dire in giro che oggi tu abbia dato il meglio di te." Stringe un'ultima volta la mano di O'Malley prima di dargli le spalle e uscire dall'aula con la mano stretta intorno alla maniglia di cuoio.
Apre la porta ed esce sul corridoio in fermento, sentendosi notevolmente più leggero. I suoi tirocinanti gli si accostano, accerchiandolo. "E' stato grande, signor Saunders" dice una ragazza dalla pelle scura e i capelli tirati indietro sulla fronte.
"Un'arringa agghiacciante" esordisce un ragazzo con della curata peluria lungo la mascella definita.
Un terzo gli si pone di fianco, interrompendo il flusso di complimenti. "Signor Saunders, ha ricevuto una chiamata cinque minuti fa ma era in aula ed essendo privata non ho osato rispondere" dice, allungando il telefono dell'avvocato. Thomas lo guarda negli occhi prima di vedere il numero sul display. Lo riconosce subito e stringe la mascella. "Devo andare" dice soltanto, allungando il passo e facendosi strada lungo il corridoio pieno di avvocati e giornalisti pronti a fermarlo.

New York, giugno 2017

Il cellulare suona improvvisamente sul comodino accanto al letto. Benedict stringe le palpebre e corruga la fronte, girandosi verso destra e controllando l'orario lampeggiante sulla sveglia. Apre gli occhi e allunga il braccio verso il telefono che continua a squillare. Lo prende in mano e si mette seduto contro la testiera dell'ampio letto, stringendo gli occhi azzurri per riconoscere il numero sullo schermo mentre la luminosità gli colpisce gli zigomi pronunciati e la donna al suo fianco si sistema la coperta sulle spalle nude.
Non è una telefonata dell'ospedale.
Sbatte le palpebre e risponde, riconoscendo la voce tremolante dall'altro capo della linea.
Ascolta le parole che si rincorrono nell'orecchio ed un macigno gli piomba nel petto, opprimendogli il cuore.
Il fiato gli si spegne in gola e sente solo i singhiozzi che - attraverso il telefono - lo raggiungono dall'altra parte del mondo. Chiude la chiamata. Riappoggia solo il telefono sul comodino e i piedi per terra, rimanendo con gli occhi fissi sul buio della stanza delle tre del mattino.

Brighton, giugno 2017

Anne Saunders, sessantacinque anni, tiene ancora il telefono incastrato tra le dita mentre il sole estivo filtra attraverso le tende delle finestre spostate dal vento carico di salsedine.
Con un gesto silenzioso chiude la porta della stanza dalla quale è uscita, procedendo a passo lento e instabile lungo il corridoio di quella villa immensa. Alice Winchester, la governante di cinquant'anni appena compiuti le si accosta, prendendola sottobraccio.
"Posso fare qualcosa?" domanda gentilmente, tentando di rimuovere il groppo alla gola che le rende difficile parlare. Vede Anne con gli occhi vitrei, il labbro tremante e le dita che lasciano andare il telefono che cade a terra producendo un tonfo sordo. Si ferma, sentendo le gambe troppo deboli per compiere anche solo un altro passo mentre il medico borbotta qualcosa agli assistenti, ancora chiusi dentro le stanza da cui Anne è uscita. Il suo respiro è corto, il petto è oppresso dalla shock e la vestiglia le scivola su una spalla, lasciandogliela scoperta. I capelli sono sfatti, il viso pallido e sente la debolezza invaderla. Alice la sostiene giusto in tempo prima che Anne possa accasciarsi a terra, svenuta.

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Ciao a tutti e benvenuti in questa nuova storia!
Gli aggiornamenti saranno regolarmente ogni sabato e inizierò dopo aver finito di pubblicare l'altra mia storia "Trapped in Time". Passate a darci un'occhiata, se volete. (Intanto vi lascio il trailer sotto)
Un bacio ❤

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