Londra, Gennaio 1999
Jane si avvicina al tavolo della cucina con il vassoio pieno di biscotti alla cannella. "Ta daaan!" dice, appoggiandoli sul piano in legno. "Spero siano buoni quanto belli" dice, guardandoli dall'alto. "Posso giurare, però, di aver seguito la ricetta di Alice alla lettera."
Thomas solleva gli occhi dal libro che stava studiando ed esamina i dolci. Ne afferra uno con due dita, rigirandoselo davanti agli occhi. Poi lo avvicina al naso per annusarlo. "L'odore sembra uguale" annuncia, prima di infilarlo tra le sue labbra rosee.
Il sapore che gli riempie la bocca lo riporta immediatamente a Brighton, a quando vedeva Alice preparare l'impasto e la teglia nella quale sistemarli. "Jane" dice, guardando la fidanzata negli occhi. "Sono fantastici!"
La ragazza si sfila i guantoni da forno, facendo brillare i suoi occhi scuri. "Davvero?"
"Assolutamente sì!" dice Thomas, prendendone un altro. "Sei stata bravissima" esclama, alzandosi in piedi. Si sporge su di lei e le lascia un rapido bacio sulle labbra carnose ora piene di briciole. Se le spazzola rapidamente.
"Sono orgogliosa di me!"
"Fai bene ad esserlo. Ho una fidanzata fantastica e una cuoca altrettanto brava."
Anche Jane assaggia un biscotto, sedendosi sulla sua sedia. Il peluche sul tavolo sorride di fronte la teglia sfornata da poco. Thomas le prende una mano, accarezzandole il dorso con il pollice. "Buon anniversario, amore. Stasera giuro che ti porto in un posto speciale. Non voglio festeggiare mangiando solo biscotti alla cannella."
Jane scoppia a ridere. "Mi va bene ovunque. L'importante è che stiamo insieme" risponde lei, stringendo le dita del ragazzo tra le sue.Brighton, fine luglio 2017
"Quando siamo diventati amici?" domanda Thomas, sforzandosi di ricordare. Ma la sua mente non collabora, è come se quella figura gli fosse stata strappata via dal cervello.
Benedict si lecca le labbra, guardando i volti sorridenti immortalati dalla fotografia e lanciando una rapida occhiata alle foto che la seguono.
"Al liceo" risponde, ingoiando a vuoto. "Siete sempre stati in confidenza, ma avete approfondito la vostra amicizia soprattutto gli ultimi due anni di scuola, tanto da scegliere di essere coinquilini all'università. Qui" dice, indicando il volto sorridente di Thomas con la guancia schiacciata a quella di Jane, "avevate appena scoperto di essere stati ammessi rispettivamente alla scuola di legge e a letteratura inglese."
Thomas prende l'album dalla cosce di Benedict e si mette a sfogliarlo. Benedict tenta di regolare il respiro. Ci sono foto che li ritraggono con un albero di Natale alle loro spalle, altre in cui sono in mezzo ad una comitiva di amici, oppure in macchina con i finestrini abbassati e i capelli smossi dal vento.. "Perché ci sono alcuni spazi vuoti? E' come se mancassero delle fotografie" domanda, riferendosi agli spazi vuoti lungo le pagine.
Benedict finge uno sguardo sorpreso. "Forse dovevate ancora svilupparle, o magari le avete usate per qualche progetto o addirittura nascoste per evitare che qualcuno le trovasse."
Thomas annuisce sovrappensiero, guardando il suo viso sorridente di sedici anni prima. "Le foto sono datate dal 1998 perché è stato l'anno in cui ci siamo trasferiti a Londra?" domanda.
Ben annuisce, dopodiché vede Thomas indugiare sulle pagine bianche dell'album. L'ultima è datata 31 dicembre 2000 con Jane che sorride con una stella filante in mano. "Che è successo, poi?" chiede.
Benedict prende un ampio respiro, guardando suo fratello negli occhi. "Purtroppo avete litigato."
Thomas aggrotta le sopracciglia. "Deve essere stato qualcosa di particolarmente grave se abbiamo smesso di fare foto" dice, scherzando.
Ben però non ha nessuna voglia di sorridere. "E' da lì che il vostro rapporto ha iniziato a disgregarsi, fino ad interrompere completamente i rapporti. Tu hai continuato a vivere in quella casa fino alla fine degli studi, mentre Jane si è trasferita da subito nel campus con alcune amiche."
Thomas sorride. "Forse è per questo che avevo tenuto nascosto questo album nell'armadio. E' un po' dove si ripongono le cose che non serve tu veda tutti i giorni, giusto?"
Benedict si perde negli occhi azzurri del fratello, leccandosi le labbra. Annuisce. "Esatto."
Thomas chiude l'album, accarezzandone la copertina decorata a mano. Sfiora con le dita la scritta, il tessuto ruvido sotto i polpastrelli.. Vorrebbe tanto che quei ricami richiamassero alla memoria il volto della persona che li ha fatti ma l'unica cosa che gli balena davanti agli occhi è il viso della ragazza così come è presentato nelle fotografie che riempiono quasi del tutto quell'album. Lo ripone al suo fianco, mordendosi un lato delle labbra.
"Tu la conoscevi?" domanda all'improvviso.
Benedict annuisce. Deve ponderare le parole. Basta che il piatto della bilancia penda dalla parte sbagliata per far cadere a terra tutto il contenuto che tenta di tenere in equilibrio.
"Conoscevo tutti i tuoi amici" aggiunge allora, abbozzando un sorriso. "Persone molto simpatiche."
"Ricordo che le tue non lo fossero poi così tanto" commenta Thomas, sollevando un sopracciglio.
Benedict sgrana gli occhi. "Forse dal tuo punto di vista. I miei amici erano persone straordinarie."
"Già per il semplice fatto che riuscissero a starti accanto senza sentire l'impulso costante di darti un pugno in un occhio."
Benedict stringe le labbra, prendendo un ampio respiro. "E così era questo che pensavi di me. Volevi picchiarmi."
"Sono poche le persone a non averlo voluto. Non ti sei mai comportato bene con me" commenta Thomas, annuendo alle sue stesse parole. "Alcune volte te le meritavi davvero. Come la partita di calcio nelle Costwolds."
Benedict solleva le mani in segno di resa. "Va bene, te lo concedo. Quella volta sono stato particolarmente antipatico."
"E anche quando dovevi badare a Nicholas e passavi interi pomeriggi a studiare pur di evitare di giocare con il piccolo."
"Non è vero!"
"Oppure quando non ti sei presentato il giorno del mio trasferimento a Londra. Non sei venuto nemmeno a salutarmi sul ciglio della porta di casa." Benedict guarda Thomas negli occhi e schiude leggermente le labbra. "Wow, le cose mi tornano alla mente quando meno me lo aspetto. E' come se fossero tutte nascoste dietro l'angolo e decidessero di uscire insieme come un fiume in piena. Chissà cos'altro si nasconde nella mia testa."
Benedict decide di interrompere lì la conversazione quando nota Margaret scendere le scale con Anne. Thomas lo segue, sgranchendosi la schiena.
E' stato davvero il peggior fratello che Thomas potesse mai meritare.
E c'è molto altro che ancora non ricorda. Qualcosa che lo porterà a tagliare Benedict fuori dalla sua vita di nuovo.. E questa volta per sempre.
Quando Margaret gli si avvicina, abbozza un sorriso. "Dunque?" domanda. "Hai ricordato qualcosina?" Con la coda degli occhi nota Benedict prendere un ampio respiro.
"Ben mi ha raccontato della mia migliore amica, Jane, ma non mi è venuto in mente altro." Si gira a guardare il fratello maggiore mentre anche Anne Saunders si avvicina al gruppetto. "Grazie mille, Ben. Sei molto gentile e paziente con me."
"Oh, non preoccuparti. Non sei il mio unico paziente di questo tipo" risponde, dandogli una leggere pacca sulla spalla mentre Thomas prende per mano la moglie, allontanandosi da lì e imboccando il corridoio delle stanze da letto.
Anne raggiunge Benedict, fermandosi esattamente di fronte il corpo muscoloso del figlio con gli occhi puntati sulle gambe ancora un po' instabili di Thomas che si allontana. "Hai nascosto tutto, vero?" sussurra.
Benedict indurisce la mascella. "Certo. Ora è necessario che cambi nascondiglio. Non posso rischiare che trovi le altre cose."
Anne punta i suoi occhi in quelli del figlio, assottigliando lo sguardo. "Se vuoi che Thomas non ricordi nulla di quella parte della sua vita, allora sarà meglio che bruci tutto."
Benedict ricambia l'occhiata della madre. Poi scuote la testa. "No. Se eliminassi tutto, Thomas potrebbe avere dei sospetti ed è inutile tardare l'inevitabile. Ha ragione Margaret. Diamine, lei e Thomas si sono incontrati per Jane! Se non fosse stato per causa sua, quei due non si sarebbero mai visti."
"Quindi decidi di nascondere anche tutto quello che riguarda te" allude Anne, con gli occhi fissi in quelli del figlio.
"Non troverà nulla su di me. E' già stato eliminato tutto tanto tempo fa, mamma." Si accosta alla donna, abbracciandola e premendola contro il suo petto. Anne si stringe alle spalle del figlio. "So che vuoi che la famiglia rimanga così per sempre, ma pensi che papà vorrebbe che tu ti comportassi così? Riempiendo di bugie la vita di tuo figlio pur di ritagliarti qualche spazio idillico con noi pur di non restare da sola?" Le lascia un bacio sulla fronte. "Prima o poi Thomas ritornerà a Londra, Nicholas su qualche aereo ed io a New York. Non può rimanere così per sempre. Non siamo mai stati la famiglia idillica che avresti voluto."
Anne si stacca dal figlio, indurendo la mascella e stringendo le labbra. "So di essere egoista, ma ho tanta paura. Non so che fare, Benedict. Ho perso di vista il mio scopo nella vita." La sua voce inizia a tremare. "Sono in pensione, sono vedova e sola in questa villa gigante. La mia vita ha perso tutto e se questa è l'unica possibilità di avervi con me.. Sarei disposta a fare qualunque cosa."
Benedict si abbassa, afferrando il volto magro e spento della madre nelle sua mani grandi. "Tu non hai perso noi. Qualunque cosa succeda, noi rimaniamo comunque i tuoi figli e basta solo un cenno... Solo uno, e noi correremmo e staremmo qui accanto a te. Ma non possiamo privare Thomas della sua vera vita. Le bugie non sono per sempre." Le passa i pollici sulle guance rugose e raccoglie le lacrime che le sono scivolate dagli occhi truccati su quel viso pallido. Le prende una mano. "Andiamo a prenderci una tazza di tè, va bene?"Londra, fine luglio 2001
Il bussare martellante alla porta fa alzare Thomas dal letto. Quando gira la maniglia si ritrova Margaret praticamente addosso, con le gambe a circondargli la vita.
"Sei stato fantastico!" esulta, tornando con i piedi per terra. "Ho saputo che hai finalmente parlato con lo psicologo!" Thomas abbozza un sorriso, ritornando a sedersi sul letto. Fa per girare la manopola del volume della radio per alzarla e lasciare che Bach riempi quelle mura tristi ma Margaret lo blocca, anzi, spegne direttamente la radio. Thomas aggrotta le sopracciglia ma la ragazza non gli dà modo di parlare. "Perché hai scelto di farlo adesso?"
Il ragazzo si morde le labbra. "Perché una persona, tempo fa, mi ha detto che se non lo avessi fatto non sarei mai uscito da qui e Dio solo sa quanto stia male qui dentro."
Margaret si siede al suo fianco, prendendogli una mano e stringendola forte. "Sei stato grande, Tom" dice.
Il ragazzo sorride, ricambiando la stretta. Poi fissa i suoi occhi in quelli di lei. "Non mi chiedi di cosa ho parlato?"
Ma Margaret scuote la testa. "Non lo farei mai. Rimane tra te e il dottore. Io ti ascolterò solo quando deciderai di parlare direttamente a me."
Thomas sorride, riconoscente. "Grazie mille."
"E di che" risponde lei, alzando gli occhi al cielo. "Non ho fatto nulla."
"Invece hai fatto tanto. Anche quello che non ti ho mai chiesto di fare. Sono felice di averti conosciuta." Margaret sorride, guardando Thomas un po' più sereno di come non lo ha mai visto.N/A
Ciao a tutti! Non ho nulla da aggiungere a quanto avete già letto, se non che dal prossimo capitolo la vicenda inizierà ad infittirsi e i segreti che Benedict tende a custodire inizieranno a fare capolino 🤗
Lasciatemi qualche voto/commento, se vi va!
Un bacio e alla prossima ❤
STAI LEGGENDO
Outstanding
General FictionNessuna famiglia è perfetta. I Saunders ne sono un esempio. Questa ricca famiglia inglese residente a Brighton si è vista disintegrare dall'interno a causa della conflittualità tra i due fratelli Benedict e Thomas che, inesorabilmente, li ha portati...