Capitolo 3: Valzer

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Il vampiro ritornò con le memorie a quella serata di alcuni anni prima, interdetto. 

Flashback

Mikaela era fermo, osservava i presenti parlare educatamente fingendo ipocrita amicizia, nonostante fossero fazioni in guerra da molto tempo. Guardò la finestra, scrutando la luna aldilà delle vetrate ampie e solitarie, pareva essere l'unica che lo comprendesse in quella fredda serata. Entrambi soli, taciti osservatori dell'empireo trapunto di stelle. Voleva essere come lei, astrarsi dal mondo veleggiando languido nel  firmamento. 

 Improvvisamente seguendo la traiettoria di un raggio lunare,  visualizzò il riflesso della propria uniforme bianca, s'imbarazzò: "Krul ha veramente esagerato questa volta...è troppo nobile, troppo, troppo elegante per uno  come me..." Quel completo gli era stato regalato da lei personalmente, assieme a una rosa rossa: la vampira aveva insistito molto affinchè lo  indossasse: era alquanto raffinato, trapunto da ghirigori dorati che gli donavano il nobile aspetto di un principe d'altri tempi. I violini continuavano languidi la propria armoniosa serenata in E maggiore. 

Chiuse gli occhi lasciandosi sopraffare da quella dolce eppure malinconica melodia:  sorrise estasiato la conosceva bene, odiava ammetterlo ma Ferid e Krul avevano gusti a dir poco eleganti in quanto a composizioni, entrambi gli avevano trasmesso l'amore per la musica classica, tanto che aveva imparato a suonare il violino:  "Antonìn Dvorak: Serenata per violini in E maggiore del 1876" Ricordò ammaliato: avrebbe voluto impararla,  di sicuro la regina avrebbe desiderato ascoltarla in futuro e in quanto suo preferito non poteva certo eludere un suo ordine. Si rabbuiò pensando che equivalesse al vero, tuttavia anche lui aveva il diritto di scegliere, si morse appena le labbra: essere condotto con la forza a una serata di gala non rientrava tra i suoi compiti, tuttavia, era stato un ordine assoluto e non poteva trasgredire. La guardò, era a dir poco adorabile:  parlava della questione dei Serafini della Fine con dei nobili Italiani, ogni tanto le inviava degli sguardi apprensivi, controllandolo da lontano. Mika sospirò, si sentiva così solo, in gabbia. Per un istante il suo sguardo fu attirato da un ammaliante ragazzo nell'ombra, era seduto accanto a dei diplomatici russi ma l'idioma parlato dal gruppo pareva a lui sconosciuto. Per un istante rimase da solo, Mikaela pensò seriamente di avvicinarsi per scambiare qulache parola, quel giovane aveva un aspetto elegante: i capelli biondi e mossi legati in un sofisticato codino, indossava un aristocratico completo nero che metteva in risalto il suo fisico longilineo e atletico: era molto alto, pareva avere diversi anni più di lui. Cercò di distoglierne lo sguardo ma non vi riuscì, era assolutamente rapito: "Vorrei essere così" Pensò, sinceramente affascinato dai  sorrisi cortesi e i modi gentili nei quali non traspariva alcuna malizia. L'unica nota discordante in  quella  avvenente figura  era una benda che copriva il suo occhio sinistro, celando lo sfolgorio dorato e ceruleo. Mika si rattristò, volle credere che fosse una strana abitudine adoperata solo per moda, rabbrividì sperando che si trattasse solo di un eccentrico vezzo. Eppure non sembrava così stravagante.

 Sentendosi osservato guardò Mikaela, dedicandogli un sorriso dolce, il vampiro tremò, confuso eppure scosso da una strana sensazione di familiarità. Sentì la testa girare: "C-cosa....cosa mi sta succedendo? Che stregoneria è mai questa!" Mormorò tra se, spaventato da quella strana fascinazione. "Sembra una specie di impriting" Pensò cercando di distrarsi guardando le danze, poi osservò di nuovo il ragazzo, ma oramai era stato avvicinato da un gruppo di nobildonne che continuavano a parlargli animosamente, sventolando nervosamente i ventagli, accaldate dall'interlquire con un uomo così ammaliante, ridendo frivole di tanto in tanto.   Improvvisamente una voce familiare e cantilenante arrivò nel suo campo visivo, distogliendolo da quella figura che aveva attirato la sua attenzione,   dei lunghi capelli argentei di mossero a un passo da lui,  Ferid sorrise radioso: pareva essere l'unico tra loro che apprezzasse veramente quella serata, durante il secondo ballo aveva adocchiato un giovane nobile,  Jhonathan. Più volte Ferid aveva cercato invano di offrirgli da bere o iniziare una conversazione conducendolo verso i balconi, ma il vampiro neonato pareva aver intuito le sue intenzioni, allora rifiutava educatamente continuando a ignorare palesemente le sue avances. Mika osservò ancora il nobile dai capelli d'argento:  con disgusto notò che avesse diversi ammiratori, innumerevoli diplomatici e bellissime donne, tutte amavano circondarsi della sua compagnia, spesso gli si avvicinavano rivolgendogli la parola e distraendo il vampiro dalla sua nuova preda, Ferid allora iniziava a far sfoggio della propria cultura tuffandosi in citazioni dotte e discorrendo di politica estera. Intanto Jhonathan, timidamente si avvicinava al buffet iniziando  a bere del sangue, alcuni suoi comportamenti gli ricordavano Yuichiro, Mika sorrise dolcemente: "Spero di rivederti  un giorno, Yu". 

Are you still my family: Light and Darkness - Owari no Seraph/Seraph of the endDove le storie prendono vita. Scoprilo ora