~Lorenzo

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Trama: Le paure di Lorenzo venute a galla lo faranno avvicinare sempre di più alla persona che le ha scoperte

Lancio un urlo poco virile appena sento il terzo tuono in lontananza. Odio i temporali, mi terrorizzano.
Se qualcuno sapesse della mia paura lo direbbe agli altri e mi prenderebbero in giro.

Controllo l'ora: le sette e mezza di sera.
Mi ricordo solo ora di aver invitato Pietro a cena.

Afferro il cellulare e lo chiamo.

Squilla una volta.
Andiamo
Squilla una seconda volta.
Andiamo... rispondi!

Quando sta per squillare una terza volta, Pietro si degna di rispondere.

"Ehi Lore!"

"C-ciao Pietro"

"Cos'hai?"

"Niente niente" rispondo sbrigativo

"E allora perché mi hai chiamato?"

"Senti, mi sono ricordato di aver già un impegno con altri in casa e - CAZZO- e n-non possiamo fare la cena" appena sento un altro tuono, più forte degli altri, impreco e finisco velocemente la frase senza nemmeno ripensare alla scusa improbabile che gli ho rifilato.

In questo momento sono terrorizzato.

"Lore! Cosa c'è?! Un fulmine ha fatto saltare le luci?"

Pietro sa della mia paura del buio, l'ha scoperta due anni fa.
Dopo che avevo inutilmente passato mesi a nasconderlo, era bastata una notte nella stessa stanza d'albergo per farmi cedere.

Le luci erano saltate e avevamo solo le torce dei cellulari.
Quando Pietro aveva illuminato - e visto- la mia faccia gli era quasi cascato il cellulare dalle mani.
Ero impaurito come un bambino e Pietro lentamente per non spaventarmi, si avvicinò, poi mi abbracciò e mi coccolò per tutta la notte senza chiedere nulla, mentre tremavo.

La mattina dopo gli avevo detto tutto, dalla paura del buio, agli incubi che causava, alle notti in bianco, senza mai guardarlo in faccia e con le guance rosse dalla vergogna.
Era stata una delle esperienze più umilianti della mia vita, ma mi aveva legato incredibilmente a Pietro, che non mi aveva mai preso in giro per questo, anzi, si era rivelato molto comprensivo e dolce.

Non avrei mai pensato che qualcuno non mi deridesse dopo aver scoperto una debolezza così imbarazzante però, alla fine, Pietro è diventato il mio migliore amico non solo per l'affinità tra di noi, ma anche perché ha visto alcuni dei lati peggiori di me, e mi ha accettato lo stesso.

Mi riprendo dallo stato di trance e gli rispondo.

"No no, tranquillo. Sono... sono solo distratto"

Uno squittio mi sfugge dalla bocca appena un altro tuono squarcia il cielo.

"Ok Lore, ora devo andare. Quindi esci lo stesso con questo tempo?"

Deglutisco. Non riesco a pensare con questi tuoni in sottofondo.

"Ehm... no, anzi si, non lo so. Penso di si. Vedrò"

"Ok ciao"

"Si, ciao"

Pietro riattacca in fretta. Solo adesso mi accorgo della sua voce e di quanto era sembrata strana, soprattutto alla fine.
Che abbia capito qualcosa?

Respiro piano per provare a calmarmi, anche se inutilmente.
Mi siedo sul divano, abbracciando le gambe e mettendomi quasi in posizione fetale.

Sussulto ogni volta che uno di quei maledetti tuoni rimbomba nel cielo.

Pietrenzo One shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora