Capitolo 9

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Il T9 è l'invenzione del XXI secolo. Ti risparmia un sacco e ti regala quattro risate, perchè quando tu vuoi scrivere una parola lui ne intuisce un'altra, che a volte è quella opposta. Per esempio quando devo scrivere "scusa" la parola che viene fuori è "paura". È una coincidenza singolare, perchè quando io devo chiedere scusa per qualcosa ho sempre una gran paura.

Mi piace il T9. Chissà se Dante per comporre tutte quelle rime aveva qualcosa come il T9. Ci sono persone che proprio non capisci da dove tirino fuori quello che sanno fare. Sono dei predestinati. Io non so fare ancora niente alla grande, ma sono fiducioso. La prof d'inglese dice ha le capacità, ma non si applica. Ecco:io ho capacità, posso fare tutto, ma ancora non ho deciso di fare sul serio, di applicarmi a qualcosa. Potrei essere Dante, Michelangelo, Einstein, Eminem o Justin Timberlake, ancora non lo so. Devo provare a scoprirlo.

A sentire il Sognatore, devo trovare il mio sogno e trasformarlo in un progetto. Gli devo chiedere come si fa a trovare il proprio sogno. Glielo chiederei, ma mi vergogno e gli darei ragione...e poi questa mania di avere un sogno quando ancora hai sedici anni non mi convince. Comunque stiano le cose, io sono certo che nel mio sogno c'è anche Louis.

A proposito, non ha risposto al mio messaggio, ci sto male, credevo che almeno Dante lo colpisse. Lo stomaco mi si stringe e il cuore diventa bianco. Come se Louis stesso volesse cancellarmi dalla faccia della Terra con il bianchetto. Mi sento un errore, un errore di ortografia. Una doppia dove non ci va, un "fà" con l'accento. Un colpo di bianchetto e io sparisco, come tutti gli errori. Il foglio resta bianco, pulito, e nessuno vede il dolore nascosto dietro quello strato bianco.

La poesia è una balla con le rime. Dante, fottiti!

Louis ha i capelli castani. Louis ha gli occhi azzurri. Al pomeriggio si ferma con i suoi amici davanti alla scuola. Louis non è fidanzato. Sono andato alla sua festa l'anno scorso:è stato un sogno.

Ho passato il tempo a nascondermi dietro qualcosa o qualcuno per poterlo fissare, per incidere nella mia mente ogni suo gesto e movimento. Il mio cervello si è trasformato in una telecamera, perché il cuore potesse rivedere in qualsiasi momento il più bel film mai girato sulla faccia della Terra.

Non so dove ho trovato il coraggio di chiedergli il numero. Infatti non l'ho trovato...me lo ha dato Niall, che è suo amico, dopo le vacanze estive. Ma non credo che gli abbia detto che me l'ha dato. Forse per questo non mi risponde. Forse non sa che sono io a scrivergli. Lui sul mio cellulare è "Rosso". Stella rossa:sole, rubino, ciliegia. Però potrebbe rispondere, almeno per curiosità.

Ma sono o non sono stato un leone nella mia vita precedente? Per questo insisto. Mi acquatto nella foresta e, al momento opportuno, salto fuori dalla boscaglia e ghermisco la mia preda tagliandole ogni via di fuga, dopo averla costretta in una radura senza riparo. Farò così con Louis. Si troverà faccia a faccia con me e dovrà scegliermi per forza.

Siamo fatti l'uno per l'altro. Io lo so. Lui no. Non sa di amarmi. Non ancora.

Oggi ho parlato con Terminator. Sì, perchè quando ho questioni importanti da risolvere so che è inutile parlarne con i grandi. O non ti ascoltano o ti dicono non ci pensare, tanto poi passa. Ma se te ne sto parlando forse è proprio perchè non passa, no?! Oppure se ne escono con il magico "un giorno:un giorno capirai, un giorno, quando avrai dei figli capirai, un giorno avrai un lavoro e capirai."

Io spero solo che quel giorno non arrivi mai, perchè ti piomberà addosso tutto insieme:maturità, figli, lavoro...e mi sembra assurdo che per capire ti debbano colpire tutte queste cose, come una specie di fulmine.

Non si potrebbe cominciare da adesso, poco a poco, senza aspettare quel giorno maledetto? Oggi. Oggi io voglio capire, non un giorno. Oggi. Adesso. Invece no. Quel giorno ti travolgerà e sarà troppo tardi, perchè tu, che ci volevi pensare per tempo, non hai trovato nessuno che si degnasse di risponderti. Hai solo trovato qualcuno che quel giorno te lo ha predetto come una profezia di morte e distruzione...

Per non parlare dei prof. Quando provi a chiedergli qualcosa seriamente ti rispondono non adesso, che significa "mai". I prof le cose te le fanno sapere subito, quando sono brutte:voti, interrogazioni, note, compiti...Quelle belle invece non te le dicono, altrimenti -sostengono- ti adagi sugli allori, che poi non credo siano così comodi. Per il resto non c'è altro da dirsi con loro.

I miei? Non se ne parla. Mi vergogno solo a pensarlo. Loro sembra non abbiano mai avuto la mia età. E poi papà torna sempre stanco da lavoro e vuole vedere il calcio. Mamma? Con lei mi vergogno. Ormai ho la mia età, mica posso ancora parlare con la mamma! Esclusi i prof, eliminati i genitori, Zayn che non mi parla dalla partita contro i Fantacalcio, chi mi resta? Terminator. Almeno lui rimane lì in silenzio ad ascoltarmi, soprattutto se dopo gli do i biscotti al gusto di gatto fritto.

«Vedi, Terminator, da quando il Sognatore ha parlato del sogno, questo fatto mi torna periodicamente in testa, come un prurito, ma più profondo. Tu cosa desideravi, Terminator, cosa volevi fare da grande? Tu puoi fare solo il cane:mangiare da cani, dormire da cani, pisciare da cani e morire da cani. Io invece no. Mi piace avere dei desideri grandi. Un grande sogno. Non so ancora qual è, ma mi piace sognare di avere un sogno. Starmene lì a letto in silenzio e sognare il mio sogno. Senza fare altro. Passare in rassegna i sogni e vedere quali mi piacciono. Chissà se lascerò il segno? Solo i sogni lasciano il segno.»

Terminator mi strattona, neanche lui sa concentrarsi, chissà cosa vuole. Continuiamo a camminare.

«Non mi interrompere! Mi piace avere sogni. Mi piace. Ma come faccio a trovare il mio sogno, Terminator? Tu te lo sei trovato già fatto. Io mica sono un cane. Al Sognatore sono bastati un nonno con le sue favole e un film. Forse dovrei andare più spesso al cinema, visto che il nonno non ce l'ho e la nonna tutte le volte che le parlo deve urlare, perchè non sente e poi ha quell'odore di vecchio che non sopporto, mi fa starnutire. O forse dovrei leggere più libri. Il Sognatore dice che i nostri sogni sono nascosti nelle cose che incontriamo veramente, quelle che amiamo: un luogo, un film, un quadro...i sogni ce li prestano i grandi creatori della bellezza.

Così dice il Sognatore. Non so bene cosa significhi. Ma so che mi piace. Ci devo provare. Mi devo fare consigliare, ma senza crederci troppo, perchè io sono uno con i piedi per terra. Una vita senza sogni è un giardino senza fiori, ma una vita di sogni impossibili è un giardino di fiori finti...tu che ne pensi, Terminator?»

Terminator per tutta risposta si pianta contro un palo e piscia. La sua pisciata è proporzionale alla lunghezza dei miei discorsi.

«Grazie, Terminator, tu sì che mi capisci...»

Bianco come il latte, rosso come il sangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora