Capitolo 12

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Ho saputo da Niall che Louis è in ospedale. Solo Niall ha il diritto di dirmi certe cose. Louis ha bisogno di sangue. Trasfusioni di sangue del suo stesso gruppo. Bisogna combattere il sangue bianco e sperare che si riformi del sangue puro, nuovo, rosso. Combattere il sangue bianco può salvarlo. Io non so quale sia il suo gruppo sanguigno, ma so che ho tanto di quel sangue rosso in corpo che glielo darei tutto.

Volo sul mio bat-cinquantino senza dire niente a nessuno. Tutto è diventato bianco:la strada, il cielo, i volti delle persone, la facciata dell'ospedale. Entro e sono sommerso da un odore di disinfettante che mi ricorda lo studio del dentista. Cerco la sua camera. Non chiedo dove sia, perchè ho una bussola nel cuore che punta sempre dritta verso il suo Nord:Louis. Infatti al terzo tentativo la trovo. Mi avvicino e lo guardo da lontano:dorme. Come un principe addormentato. Vicino c'è una signora dai capelli castani:forse la madre. Ha gli occhi chiusi anche lei. Non ho il coraggio di avvicinarmi. Ho paura. Non so neanche cosa dire in queste circostanze. Niall forse saprebbe cosa fare, ma non posso sempre chiamarlo...

Poi mi ricordo del sogno e che Louis è il mio sogno. Allora vado alla reception dell'ospedale e dico che sono lì per donare il mio sangue rosso per sostituire quello bianco di Louis. L'infermiera di turno mi guarda stranita.

«Senti, qui non abbiamo tempo da perdere.»

La guardo male:«Neanche io.»

Si rende conto che faccio sul serio.

«Quanti anni hai?», con la faccia schifata.

Con la faccia schifata:«Sedici.»

Mi dice che serve il permesso dei genitori per i minorenni. Questa è bella! Uno vuole donare il sangue per una persona che sta male e deve chiedere il permesso. Che cazzo di mondo! Ti spingono a sognare e poi ti impediscono di farlo quando hai appena cominciato:sono tutti invidiosi. E allora tirano fuori che per sognare devi chiedere il permesso e per non chiederlo devi essere maggiorenne. Me ne sono tornato a casa. Mi sembrava di galleggiare in un mare bianco, senza porti, senza approdi. Non ho concluso niente. Non ho parlato con Louis, nè gli ho donato il mio sangue. Chiamo Niall, altimenti finisce male.

«Come va?» gli chiedo.

«Insomma, e tu?»

«Male, non mi hanno fatto donare il sangue per Louis!»

«E come mai?»

«Se sei minorenne ci vuole il permesso.»

«Mi sembra normale, può essere pericoloso...»

«Quando c'è l'amore tutto è possibile! Non c'è bisogno di permessi!»

«Già...» risponde Niall, e rimane in silenzio.

«Cosa c'è? Mi sembri strano oggi...»

Lui ripete meccanicamente la mia penultima frase, come se non mi stesse ascoltando.

«Quando c'è l'amore tutto è possibile...»

Non riesco a concentrarmi su niente. Il mio sogno si sta sgretolando come un castello di sabbia quando sale la marea e lo riduce a macerei alte solo pochi centimetri. Il mio sogno è diventato bianco, perchè Louis ha un tumore. Il Sognatore dice che devo porre le domande giuste per scoprire il mio sogno. Allora proviamo con questa cazzo di leucemia! Che cazzo ci stai a fare tu tra la mia vita e quella di Louis? Perchè avveleni il sangue di una vità così piena che sta cominciando appena? Non c'è risposta a questa domanda. È così e basta. E se è così, sognare non serve. O almeno:meglio non farlo, perchè fa più male. Meglio avere i sogni alla Zayn, quelli sicuri, quelli che ti compri. Mi vado a comprare le scarpe nuove, le Vans, quelle che piacciono tanto a Louis.

Io i piedi li tengo per terra e il sogno lo calpesto. Il Sognatore dice che i desideri hanno a che fare con le stelle:de più sidera, che vuol dire "stelle" in latino. Tutte balle! L'unico modo per vedere le stelle non è desiderare, ma farsi male.

«Dove cazzo sei?»

La voce di Zayn che esce tuonando dal cellulare mi risveglia dal mio letago. Ci metto un nanosecondo a realizzare che sono le cinque e fra mezz'ora abbiamo la partita contro gli X-Men.

«Ho dovuto mettere a posto la stanza, altrimenti mamma non mi faceva uscire...»

Zayn non mi crede neanche per un attimo.

«Muovi il culo, dobbiamo riprenderci il primo posto nel girone...»

Chiude.

Per la prima volta in vita mia ho dimenticato una partita.

Non so cosa mi sta succedendo. Devo essere malato. Mi provo la febbre, ma sto bene.

Mi unisco all'urlo di pirati prima di ogni partita:«In culo alla balena!»

Umiliamo gli X-Men 7 a 2, segno 3 goal.

Ma dentro di me qualcosa mi impredisce di gioire davvero.

Io la vedo quella balena bianca. Enorme. E ho il terrore che mi diviri davvero.

Bianco come il latte, rosso come il sangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora