Capitolo 4

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Non ho paura di nulla io. Faccio la prima liceo. Classico. Così hanno voluto i miei. Io non avevo idea. La mamma ha fatto il classico. Papà ha fatto il classico. La nonna è il classico fatto persona. Solo il nostro cane non lo ha fatto.

Ti apre la mente, ti dà orizzonti, tu struttura il pensiero, ti rende elastico...

E ti rompe le palle dalla mattina alla sera. È proprio così. Non c'è una ragione per fare una scuola del genere. Almeno, i prof non me l'hanno mai spiegata. Primo giorno della quarta ginnasio: presentazioni, introduzione dell'edificio della scuola e conoscenza dei prof. Una specie di gita allo zoo: i prof, una specie protetta che speri si estingua definitivamente...Poi qualche test d'ingresso per verificare il livello di partenza di ciascuno. E dopo questa calorosa accoglienza...l'inferno: ridotti in ombre e polvere. Compiti, spiegazioni, interrogazioni come non ne avevo mai visti. Alle medie studiavo mezz'ora se andava bene. Poi calcio in qualunque posto assomigliasse a un campo, dal corridoio dentro casa al parcheggio sotto casa. Alla peggio, calcio alla play.

Al ginnasio era un'altra cosa. Se volevi essere promosso dovevi studiare. Io non studiavo molto lo stesso, perchè le cose le fai se ci credi. E mai un professore è riuscito a farmi credere che ne valeva la pena. E se non ci riesce uno che ci dedica la vita perchè lo dovrei fare io?

Sono andato sul blog del Sognatore. Sì, il supplente di storia e filo ha un blog e sono curioso di vedere cosa ci scrive. I prof non hanno una vita reale fuori da scuola. Fuori da scuola non esistono. Così volevo vedere di che parlava uno che non poteva parlare di niente. E parlava di un film che aveva rivisto per l'ennesima volta:L'attimo fuggente.

Diceva di condividere la stessa passione per l'insegnamento che aveva il protagonista del film. Diceva che quel film gli aveva mostrato cosa era venuto a fare su questa Terra. Continuava così, con una frase misteriosa, ma bella:"Strappare la bellezza ovunque essa sia e regalarla a chi mi sta accanto. Per questo sono al mondo".

Bisogna ammettere che il prof Sognatore è uno che le cose sa dirle. In due frasi si vede che lui ha capito la sua vita. Certo, ha trent'anni, e quindi è comprensibile che l'abbia capita. Ma non sempre qualcuno te li dice con tanta chiarezza. Alla mia età ha maturato io suo sogno. Ha intravisto la meta e l'ha raggiunta.

Io ho sedici anni e non ho sogni particolari, se non quelli che faccio la notte e che non ricordo mai la mattina. Jesy sostiene che i sogni dipendano dalla reincarnazione, da quello che siamo stati nella vita passata. Come quel calciatore che nella vita passata dice di essere stato un'anatra o forse gli ha giovato per la sua classe calcistica. Jesy dice di essere stata un gelsomino. Per questo è sempre così profumata. Mi piace il profumo di Jesy.

Io non credo di essermi mai reincarnato. Ma se dovessi scegliere credo che preferirei un animale a una pianta: un leone, una tigre, uno scorpione...Certo, quello di reincarnarsi è un problema, ma è troppo complicato per pensarci adesso e poi io non ho ricordi di quando ero un leone, anche se mi è rimasta la criniera e la forza del leone me la sento tutta nel sangue. Per questo devo essere stato un leone.

Comunque faccio la prima liceo classico e ho superato quarta e quinta ginnasio quasi indenne. Primo anno, debito in greco e matematica. Secondo anno solo greco. Il greco è la verdura della scuola. Amara e utile solo al transito intestinale, cioè a fartela sotto il giorno dell'interrogazione...

Ma la colpa è stata della Swift. La prof più pignola e spietata della scuola. Ha una pelliccia di cane:sempre, solo, unicamente quella. Si veste in due modi:con la pelliccia di cane d'inverno, autunno e primavera. In estate...con la pelliccia di cane estiva. Ma come si fa a vivere così? Forse è stata un cane nella vita passata? Mi diverte assegnare le vite passate alle persone, perchè aiuta a spiegare il loro carattere.

Louis, per esempio, deve essere stato una stella nella vita passata. Sì, perchè le stelle hanno una luminosità accecante attorno:le vedi da lontano a milioni di anni luce. Sono un concentrato di materia rossa incandescente e luminosa. E Louis è così. La vedi a centinaia di metri di distanza e brilla con i suoi capelli castani. Chissà se un giorno riuscirò a baciarlo. A proposito, fra poco è il suo compleanno. Magari mi invita alla festa. Oggi pomeriggio vado alla fermata davanti a scuola, così lo vedo. Louis è vino rosso. Mi ubriaca: io lo amo.

Bianco come il latte, rosso come il sangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora