Capitolo secondo: l'MTA-Pt.2

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"Quindi non possiamo tornare a casa nostra" ripetè Eveline
"A quanto pare no" negò Zack prendendo posto al tavolo della mensa
"Ma voi credete a tutto ciò?" chiese Eveline
"Cosa intendi?" chiese a sua volta Steve
"Alla storia dell'abilità mentale, del contributo per le forze militari o di quelle persone che tentano di rapirci per portarci non so dove" spiegò allora la ragazza
"Sicuramente le persone che ho incontrato sulla scogliera non erano lì per un caffè" affermò Jarvis
"Non so voi ma io ho un certo appetito" interruppe Justine mentre strofinava la sua mano destra sullo stomaco
"Credo sia arrivato il nostro turno di prendere qualcosa da mangiare" propose Zack.

Così il gruppo di ragazzi si alzò dal tavolo e, prendendo dal ripiano lì di fianco un vassoio con sopra una tovaglietta, si avvicinò al bancone della cuoca
"Siete arrivati in ritardo, purtroppo è rimasta solamente la pasta ai gamberi e della carne con carote" disse dall'aria dispiaciuta la donna dall'alta impostatura e dalle spesse ciglia con una ciocchetta di capelli di colore violaceo che le fuoriusciva dal cappello bianco
"Alla faccia del solamente" esclamò Justine dall'aria deliziata
"Butta qui" continuò poi.
La cuoca pose una bella porzione di cibo nei piatti di Justine e dei suoi compagni, quando questi si avviarono al loro tavolo
"hey" fece la donna per chiamare il ragazzo che si trovava a minor distanza da lei, così Steve si voltò
"Voi siete gli ultimi arrivati giusto?" domandò lei
"Si" risposè il ragazzo, allora la donna gli sorrise, e Steve ricambiò con lo stesso gesto, avviandosi poi al suo posto.

"Oh mamma mia! È da una vita che non mangiavo un piatti così gustoso" felicitò Justine dopo aver imboccato l'ultimo boccone
"Già, il cibo è buonissimo" concordò Eveline

"Un minuto di attenzione" esclamò Adam dopo essere entrato in mensa
"Spero il cibo vi sia piaciuto, come da consueto avete due ore di riposo dopodichè si ritorna al lavoro. Volevo cogliere l'occasione per fare un applauso di benvenuto ad i nuovi arrivati" riferì l'uomo, quindi tutti i presenti in sala applaudirono per qualche secondo, alzandosi poi per uscire dalla mensa.

"Direi che come inizio non è male" disse Justine mentre varcava la soglia della porta,
"Hey voi" disse avvicinandosi Adam
"Queste sono le vostre tessere codificate, voi ragazzi avete la stanza numero 105 e per le ragazze la 92, andate di sopra e memorizzate le vostre impronte agli sportelli degli armadietti, poi ponete le apposite tessere e andate a darvi una sciacquata, trovate tutti il necessario nei bagni, tra qualche ora vi aspetto al piano di addestramento, e, quasi dimenticavo, trovate dei vestiti puliti negli armadi delle vostre camere" spiegò l'uomo robusto, porgendo le due tessere a Steve e Eveline.

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Una volta essere giunti all'ala sinistra del secondo piano, Steve, Zack e Jarvis si trovarono davanti agli armadietti
"Numero 105" ricordò Zack
"Eccolo!" Notò Jarvis

"Impostare la propria importa qui" lesse Steve dallo schermo dell'armadietto, così poggiò il proprio pollice nel cerchietto sotto la scritta
"Vuoi salvare la tua impronta?" lesse cliccando poi sulla spunta
"Aggiungere altre impronte?" chiese il software, allora anche gli altri due fecero la stessa procedura
"Da adesso in poi non si portanno aggiungere altre impronte senza il vostro consenso" apparve scritto sullo schermo.

Dopo aver posto la tessera nell'appostio armadietto, i ragazzi andarono in bagno: area divisa in una ventina di docce sulla sinistra e WC sulla destra e, di fronte, una decina di lavandini con sopra un grande specchio comune; si docciarono per bene e andarono in camera.

"Io di sotto" disse Jarvis avendo adocchiato due letti a castello
"Come vuoi" consentì il biondo.
"Allora Zack, come hai fatto a fidarti tanto di quella voce da portarti a venire in aeroporto?" curiosò Steve
"In realtà non mi fidavo affato fino a quando non stavo per affogare dopo esser caduto in un fiume e, grazie alla voce di Adam, non so come, ma sono riuscito a tornare sulla terraferma" raccontò l'interrogato
"Sei caduto in un fiume?" chiese stranito Jarvis
"Sai, stavo facendo a botte con uno, ed è successo" rispose Zack
"E tu invice?" chiese costui rivolgendosi a Steve
"Io mi sono semplicemente fatto cinvincere, quindi l'altro giorno ho preparato il mio zaino e sono partito per l'aeroporto" spiegò Steve
"Devi essere proprio un pazzo se ti sei fatto convincere da una stupida voce senza trovarti in punto di morte" disse beffardo Jarvis, e dopo un momento di silezio, tutti e tre scoppiarono a ridere
"Un momento! Il mio zaino?" notò Steve silenziando i compagni
"Avevi dentro cose importanti?" domandò Zack
"Adesso che ci penso, niente di che" ricordò il ragazzo.
"Devi averlo lasciato in aeroporto o al massimo, in aereo" indicò il giovane dai capelli scuri.

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"Justine giusto?" cominciò Eveline mentre indossava i pantaloni
"Si?" chiese l'altra
"Ho visto che i tuoi vestiti erano tutti sporchi" disse la ventenne
"Oh, solo i vestiti" scherzò Justine
"Non vivevi a casa dei tuoi vero?" domandò la ragazza
"Errato, io non vivevo affatto in una casa" rispose l'interpellata
"Quindi tu..." disse la bruna, quando fu interrota a metà frase dalla voce della compagna
"Si, sono una senzatetto" confessò la diciannovenne
"Ah..." si fermò Eveline, distogliendo poi lo sguardo.
Qualche secondo dopo, la stessa riprese parola
"Senti, mi dispia...","è tutto ok, non preoccuparti" rassicurò Justine mentre infilava il braccio destro nella manica della maglia
"E tu invece?" chiese a sua volta la sfortunata
"Beh io sentivo quella voce sempre più frequentemente, mi trovavo nei bagni della scuola quando sono svenuta, così ero stufa di tutto ciò, ho deciso, quindi, di fare quello che la voce voleva, e adesso eccomi qua" raccontò la ragazza.

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"Chissà come sarà questo addestramento mentale" disse Steve non appena la porta dell'ascensore si chiuse alle sue spalle
"Io la vedo una cavolata" aggiunse Zack.

Non appena la porta dell'ascensore si aprì, i ragazzi si ritrovarono di fronte le due compagne affiancate dal Bradford e da un uomo a loro sconosciuto: non troppo alto ed appena robusto, dai capelli completamente grigi e dall'aria amichevole; così si avvicinarono
"Vi stavamo aspettando" pronunciò Adam
"Ed il signore chi è?" chiese Jarvis
"Lui è Mr. Lewis, colui che vi testerà e che quantificherà le vostre capacità" introdusse l'uomo indicando l'adulto sulla cinquantina che si trovava alla sua sinistra.

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