Capitolo primo: un passo oltre-Pt.2

17 1 0
                                    

"Pronti ad entrare in campo?" chiese il coach pieno di entusiamo per la partita che avrebbe preso piede qualche minuto più tardi
"Pronti!" esclamò in coro la squadra
"Andiamo a far vedere a quei sciacalli chi siamo!" Incitò il leader.

●●●●

"Ecco che le due squadre entrano in campo! Halfbrick high contro i Lionsgate! Che la partita abbia inizio!"

Tutti i giocatori si prepararono per la prima fase della partita
"Guarda Steve c'è Katy tra gli spalti" notò Josh
"Mi avevano detto che era ammalata, oh Dio proprio oggi doveva rimettersi quella" avvilì il ragazzo non accorgendosi del lancio della palla che diede inizio alla partita, il quale venne scaraventato a terra dagli avversari
"Ma che diavolo stai facendo Barker!" rimproverò un compagno di squadra, Steve si voltò verso Josh, il quale fece spallucce e tornò a giocare.

"Certo che quel certo Steve Barker è sempre tra le nuvole, vero Katy?"
beffò la migliore amica della ragazza, allora Katy, dopo essersi sporsa leggermente per ascoltare le parole dell'altra ritornò a focalizzarsi sulla parte attiva del campo.

●●●●

"Questà sarà l'azione che determinerà il vincitore di questa partita, Halfbrick 22- Lionsgate 25! Chi si aggiudicherà la vittoria?!"

"Mi raccomando decisi ed aggressivi" suscitò il quarterback prima di prendere la postazione prestabilita.
L'azione cominciò, e le cheerleader amiche che facevano il tifo, tutti gli spettatori ammutiti dall'ansia dell'esito ed il cronista con l'urlo di vittoria già pronto.

"Passa a me! A me!"

"Io sono libero!"

"Dai cavolo ci sono anche io!"

"Forza ragazzi forza!"

"È tua Barker" urlò il quarterback, così l'adolescente iniziò a correre al massimo delle sue possibilità e riuscì a farla franca uscendo da un garbuglio di cinque o sei footballer che vi si erano scagliati a dosso. Non molto distante dal touchdown, Steve vide arrivare un avversario su di lui e poco prima potesse passare la palla a Josh, che gli stava indicando di essere libero, ritornò nella sua testa, lo stesso suono, che lo fece distogliere dalla situazione finendo così, travolto dal nemico.

"E la vittoria va ad i Lionsgate con un punteggio di 25 a 22!"

Tutti i tifosi della squadra vincitrice eslutaronò saltando dagli spalti ed i giocatori si congratularono l'un l'altro mentre quelli della squadra di Steve erano provati dal disastroso errore del ragazzo
"Grande Barker hai rovinato la partita" disse Katy amareggiata non appena si ritrovò faccia a faccia con Steve, voltando poi le spalle e prendendo il cammino verso la scuola.

●●●●

Ecco che la campanella dell'ultima ora suonò
"Sono stufo di questa storia" pensò ad alta voce Steve, mentre si dirigeva con il suo migliore amico alla fermata del bus
"Il fatto dello strano suono intendi?" chiese il compagno
"Si, non è possibile che mi sia capitato due volte in una sola giornata! Mai successo prima d'ora" lamentò il ragazzo
"Come ti ho già suggerito, dovresti dirlo ai tuoi" rammentò Josh
"Forse sono solo un po' stanco, proverò a dormire un po' appena sarò a casa"

●●●●

"Allora come è andata la giornata oggi?" sollecitò la mandre dell'adolescente intanto che preparava il pranzo
"Bene bene, ma non ho fame andrò a riposare per un po', la partita di oggi mi ha distrutto" confessò lui
"Come non mangi? Hey Steve?"
chiese in pensiero la donnna, quando suo figlio, era ormai al piano di sopra; dopodichè il ragazzo senza perder tempo si levò le scarpe e si buttò sul letto addormentandosi poco più tardi.

"Steve vieni con noi, abbiamo bisogno di te"

Steve si ritrovò in un posto completamente buio dove riusciva a sentire delle voci di diverse persone tra cui voci di ragazzi e ragazze ed una in particolare, una era inconfondibilmente la voce di un adulto
"Forza ragazzo" disse costui

"Non abbiamo più tempo"

"Domani sarà un altro giorno"

"Per quale motivo? E dove volete che io venga?" chiese il ragazzo curioso e tremolante allo stesso tempo

"L'aereoporto Steve!"

"È il tuo posto preferito!"

All'improvviso un fascio di luce travolse Steve e le voci andarono via.

Il ragazzo si trovava nella sua camera disteso sul letto
"Era solo un sogno?" riflettè tra sè e sè, si alzò poi dal letto ed andò in bagno per fare una doccia fredda.
"Possibile sia stato solo un sogno? Parlavano di un posto... ma non ricordo nient'altro, delle voci, volevano che io andassi da qualche parte, ma dove?" continuava ad affliggersi con domande a cui non riusciva a trovare una risposta.
"Forse ha ragione Josh, forse avrei bisogno di un dottore" pensò quasi disperato, alla fine decise di non darci peso, e dopo aver cenato ritornò a dormire.

●●●●

"Cosa stai aspettando loro stanno arrivando!" Insistette imperterrito l'uomo

"Loro chi?"

"Non abbiamo altro tempo devi sbrigarti Steve!"

Un brivido gelido fu avvertito dal ragazzo, susseguito da una sensazione di ansia, che si tramutò in paura. Il fascio di luce portò nuovamente Steve fuori dal sogno.

Il giovane balzò dal letto, prese il salvadanaio di porcellana che aveva sulla scrivania e lo dissigillò facendo attenzione a non far troppo rumore, prese quindi tutti i suoi risparmi e li ripose nel suo portafogli, prese successivamente la cartina geografica con sopra segnati tutti gli aereoporti principali del mondo
"Il mio posto preferito, ci sono!"
Il ragazzo aprì il guardaroba ed indossò le prime cose che gli capitarono per le mani, prese poi uno zaino e gli ci infilò dentro un paio di tee shirts e qualche jeans, si assicurò di riporre all'interno di esso anche la cartina ed i soldi.
Appresso strappò un pezzo di carta dal suo quaderno e scrisse una lettera...

●●●●

Il giorno seguente i genitori del ragazzo si recarono in cucina per la colazione e videro un biglietto bianco sul tavolo
"Cos'è questo?" domandò l'uomo prendendo fra le mani la lettera
"Lasciami vedere" si accostò la moglie, aprendo il biglietto la donna lesse ad alta voce il contenuto

"Cara famiglia sarò assente per un paio di giorni, ho deciso di fare un piccolo viaggio, non c'è nulla di cui preoccuparsi tanto, sono maggiorenne! Vi voglio bene, Steve.
P.S. se Josh dovesse chiedere di me, ditegli che la sto seguendo."

"Ma che..." balbettò la madre sconcertata
"La sto seguendo, ma Josh è un maschio, allora a cosa si riferirà mai?" cercò di capire il padre, posando la sua mano sotto punta del mento.

●●●●

Non come gli altriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora