Svegliarmi in un letto che non era il mio capitava di rado. L'ultima volta che avevo dormito a casa di un amico avevo quindici anni ed eravamo sistemati dentro ai sacchi a pelo nella sua piccola camera in soffitta.
Stare in un letto enorme che riusciva a contenermi perfettamente, quindi, e avere un corpo senza seno spalmato addosso con tanto di profumo maschile sotto al naso... no, di certo quello non era normale per me.
Aprii soltanto un occhio, temendo ciò che avrei trovato. Ricordavo praticamente ogni cosa del giorno prima, ma il mio cervello era ancora annebbiato dal sonno e temevo di trovare qualche altra sorpresa. Quindi per sicurezza fui cauto... Anche perché in mezzo a tutto quello potevo sentire chiaramente un'alzabandiera non mia infilzata nel fianco. Diamine.
La prima cosa che vidi quando misi a fuoco fu la mano di Niall sul mio stomaco. Il suo braccio nudo avvinghiato al mio corpo e la piccola mano di Julia poggiata sul bicipite del nostro compagno.
Il letto di Niall era simile a quello di un re. Va bene, eravamo tutti e tre incollati, ma di certo non perché mancasse lo spazio.
Il viso del ragazzo era seppellito sotto al mio deltoide e quello copriva il suo leggero russare. Sì, Niall continuava a russare anche dopo l'operazione che aveva subito al naso, al contrario mio, ma né per me né per Julia era risultato un problema, visto che avevamo dormito senza interruzioni.
Mi soffermai a guardare proprio la ragazza, aggrappata alla schiena di Niall come un koala. Bene, il padrone di casa era la perfetta farcitura di un panino composto dai suoi ospiti.
Il mio corpo andava già a fuoco per il calore che emanava la pelle dell'irlandese. Sia io che lui non avevamo altro che i boxer addosso. Julia invece aveva una maglia che le arrivava quasi alle ginocchia: mia. La sera prima era stato Niall a cambiarla, chiedendomi mentre rideva se secondo me Julia se la sarebbe presa qualora l'avesse spogliata senza il suo permesso e guardandola pure.
E per zittirlo gli avevo lanciato quella maglia così da coprirla in fretta. Tanto avrebbe guardato comunque senza farsi tanti problemi la ragazza indifesa, che aveva vomitato l'anima in bagno ed era tornata a dormire tra le braccia di Niall. Era lecito dire che ero quasi geloso? Di Julia? Di Niall? No, cazzo. Di entrambi. Non immaginavo che vederli a contatto in quel modo mi avrebbe suscitato tutti quei problemi. Certamente giustificato, anche dopo quello che era successo la sera prima. Mi fermai a pensarci mentre gli altri due dormivano ancora e sentii il sangue raggiungermi il cervello in un secondo, facendomi andare a fuoco tutto il viso.
La mia domanda sulle seghe di Niall aveva scatenato l'inferno, il mondo della perdizione. E stranamente era stata proprio la ragazza a portarci lì, non Niall come si sarebbe potuto pensare.
«Voglio che limoni con Shawn qui e ora» era stata la richiesta della ragazza all'obbligo di Niall.
Era decisamente ovvio per me che decidesse di bere lo shot, ma a quanto pareva mi sbagliavo alla grande. Gli occhi di Niall erano pieni di una lussuria mai vista. Si era perfino leccato le labbra.
«Beh, vieni qui» mi aveva esortato, facendomi spalancare gli occhi.
«Non bevi?» la mia voce era risultata fin troppo tremante.
«Se vuoi bere, fallo tu al mio posto.»
Se io avessi bevuto, lui non mi avrebbe baciato. E io avrei comunque continuato ad avere quell'erezione fastidiosa dentro ai pantaloni.
Lo volevo tanto quanto Niall.
Così mi ero alzato e lo avevo afferrato per il collo. Il modo in cui Niall aveva reagito all'istante, alzandosi per avvicinarsi di più e facilitare le cose, mi aveva fatto girare la testa. O forse era solo l'alcool. Non che avessi bevuto poi così tanto. Le mie labbra si schiantarono contro quelle di Niall. Ad essere sincero non era la prima volta che baciavo un ragazzo, ma era la prima volta che lo volevo così tanto e non per scommessa. Non sapevo nemmeno io che diamine mi stava succedendo dentro, ma stavo lasciando che prendesse il sopravvento senza oppormi minimamente.
La lingua di Niall sapeva di vodka. Stava cercando in tutti i modi di ottenere il comando, ma lo volevo anch'io, quindi risultava più una lotta infuocata. La mano di Niall aveva afferrato la mia maglia e i suoi denti mi morsero il labbro: mossa che mi fece cedere completamente.
«Diamine, mi sto eccitando, ne voglio uno anche io» il commento di Julia biascicato ci fece allontanare di colpo.
Gemetti frustrato per il modo brusco in cui avevamo interrotto quel dannato bacio.
«Devi solo aspettare il tuo turno, amore» le aveva detto Niall ridendo, facendole fare un broncio adorabile.
Julia aveva esultato in modo eccessivo quando era toccato a lei.
«Chi vuoi baciare, Ju?» era stata la domanda del più grande.
E ancora una volta, se mi aspettavo che lei scegliesse Niall perché della stessa età, mi sbagliavo di grosso.
«Ma io voglio baciare entrambi!» si lagnò, facendomi quasi strozzare. C'era qualcosa di malsano in tutta quella situazione, ma nessuno lo stava dicendo apertamente. Sembrava tutto fin troppo... normale.
«Comincia con me per anzianità, sì?» Niall se la rideva con troppa soddisfazione.
Julia aveva ragione. Vederli baciare era eccitante. E la voglia di partecipare anche troppa.
«Sono duro come il marmo» non credevo di averlo detto ad alta voce, ma a quanto pareva lo avevo fatto.
«Ah sì? Fa vedere.»
Non avevo fatto in tempo a far nulla che la mano di Julia aveva afferrato il mio pacco sopra ai jeans. Certo che per essere piccola e con le braccia corte, era decisamente lesta.
Mugolai quando le dita di Julia si strinsero per bene sulla mia lunghezza, anche oltre il tessuto.
«Ni, ha ragione» aveva decretato guardando il più grande con preoccupazione.
Niall non aveva potuto fare a meno di ridere. «Vuoi che ti risolviamo il problema, piccolo?»
Mio dio, il mio viso sarebbe dovuto essere viola.
«Aspetta, giochiamo un altro po'. Il prossimo che avrà l'obbligo, risolve il problemino a Shawn» aveva proposto la ragazza, che probabilmente stava godendo nel vedermi soffrire. E poi, scommettevo che anche Niall avesse lo stesso problemino, ma se fosse stato veramente in quel modo, sembrava gestirlo decisamente meglio. Esperienza, probabilmente. O l'alcool in circolo.
Peccato solo che era uscita la domanda e a Julia era toccato bere. Il bicchierino che aveva messo fine al nostro gioco, visto che era risalito lungo la gola della ragazza. Niall non si era nemmeno lamentato del vomito sul tappeto. L'avevamo semplicemente accompagnata in bagno per finire di espellere tutta la vodka che aveva ingerito.
«Sistemiamo lei e ti sego volentieri. O un pompino, se preferisci» la frase che Niall aveva pronunciato con tutta quella tranquillità mi aveva quasi devastato.
«No, voi due non fate niente senza di me» l'ordine era arrivato direttamente da Julia, con gli occhi quasi chiusi.
«Va bene, va bene. Shawn, fattela passare, pensa ai mutandoni sporchi di tuo nonno.»
Ecco, erano quelle frasi seguite da risate stupide che mi facevano pensare che anche Niall stesse fuori come un balcone, nonostante si reggesse in piedi perfettamente e sorreggesse perfino la ragazza senza il mio aiuto. Non che fosse difficile vista quanto bassa e minuta era la nostra compagna.
Ed eccoci finiti tutti e tre nel lettone, senza alcuna possibilità di fare altro se non dormire. Fortunatamente...
Che diavolo avevamo in mente? Cosa diamine era successo quella maledetta sera prima? Decisamente nulla di normale.
Mi immobilizzai quando Niall iniziò a muoversi nel sonno e smise di russare. Probabilmente si stava svegliando. E io sarei solo voluto scappare da quel letto. Dove avrei trovato il coraggio di guardarlo negli occhi? Quelle pozze blu che si aprirono poco dopo e si poggiarono automaticamente su di me. «Buongiorno» mugugnò con la voce impastata dal sonno e un sorriso adorabile.
E ovviamente io non seppi rispondere. Ci pensò Julia al mio posto, svegliandosi subito dopo e chiedendo con voce squillante: «Perché cazzo in mezzo non ci sono io?»
Niall mugolò di dolore quando la ragazza si lanciò su di lui, per scavalcarlo e finire tra le braccia di entrambi.
«Ma tu non hai nessun post sbornia, nana malefica?» borbottò Niall.
«No, adesso sto benissimo» dichiarò, afferrando con le mani sia il mio polso che quello di Niall.
E a quel punto nessuno disse altro. Eravamo fermi lì a crogiolarci del momento e del calore.
«Avete fame? Che ne dite di fare colazione?» propose Niall rompendo il silenzio dopo minuti interminabili.
«Sì, approvo» rispose Julia.
E a me non restò che seguirli fino alla cucina al piano di sotto, cercando di ignorare il senso di vuoto che avevo sentito quando si erano allontanati.
«Ragazzi, mi dite che è successo ieri sera?» fu la prima domanda di Julia, con la bocca già piena, dopo esserci seduti per fare colazione.
«Non ricordi nulla?» chiesi, quasi sussurrandolo.
«Davvero poca roba, temo» rispose delusa. «Anche se so che mi stavo divertendo un sacco. I giochi di Niall funzionano sempre.»
Il ragazzo si mise a ridere, ma smise di farlo, nel momento in cui dissi: «Non è successo nulla di interessante.» dovevo cogliere al volo l'occasione per chiudere subito la questione.
Non mi accorsi lì per lì del modo in cui la faccia di Niall si tramutò e del tono gelido che utilizzò. «Già, non ricordo granché» aveva decretato.
Oh. Quindi anche lui non ricordava. Bene. Due piccioni con una fava.
Io scrollai le spalle e mi misi a mangiare le mie uova strapazzate. «Già. Possiamo stare tranquilli.»
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L'invincibile Trio
FanfictionParte tutto con un pigiama party, un gioco a base di shot e dei baci che sfortunatamente soltanto uno dei tre ricorderà il giorno seguente. Finisce con uno Strip Poker, delle risate stupide e una piega inaspettata che tutti e tre ricorderanno chiara...