Shawn

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D'accordo. Forse il mio tono di voce non era stato dei migliori. Ma perché Niall era lì? Lo aveva chiamato Julia? Eppure le avevo detto che avevo bisogno di parlare con lei di qualcosa di delicato...
«Tranquillo, sto andando via» il gelo che mi trasmise quella frase pronunciata da Niall non era per niente rassicurante. E io che avrei dovuto risolvere con lui...
«Niall non va da nessuna parte» decretò la ragazza bionda, sbuffando e gettandosi i capelli indietro con la mano. Fastidio, quello era il modo di fare di Julia quando provava fastidio.
«Non capisco perché dovrei restare in un posto dove non sono gradito» aggiunse Niall con ovvietà, avvicinandosi all'attaccapanni per recuperare la sua giacca.
Julia lo afferrò per il polso, cercando di fermarlo e un moto di rabbia quasi inspiegabile mi colpì in pieno.
«Resta. Vado via io» dissi subito, facendo un passo indietro.
Ma Julia chiuse la porta d'ingresso con la gamba ed emise un piccolo verso isterico che fece fermare sia me che Niall. «È casa mia, cazzo. E se decido di tenervi in ostaggio, lo faccio. Quindi adesso nessuno dei due emette più un fiato. Andate a sedervi sul divano, uno accanto all'altro. Abbiamo delle questioni da risolvere, tutti quanti» terminò la bionda, uscendo dall'ingresso e lasciandoci lì, interdetti per qualche attimo. «Muovetevi!» ci urlò dietro alla fine, notando che ci stavamo mettendo decisamente troppo.
In salotto la prima cosa che notai fu la chitarra adagiata contro al divano.
«Stavate facendo musica?» domandai in un sussurro.
«La prossima settimana esce l'EP di Julia, lo sai» disse Niall, sedendosi sul divano e aspettando probabilmente che mi sistemassi accanto a lui come aveva ordinato la ragazza. Ma ovviamente ero restio a farlo e mi sedetti dalla parte opposta del divano. La mascella di Niall semplicemente si serrò.
«E allora?» chiesi, non capendo il collegamento tra le due cose. Julia gli stava facendo sentire le canzoni live? Ci aveva già mandato le demo, quindi sarebbe stato più che altro una perdita di tempo.
«Stavo cambiando qualche nota del nostro singolo. Stanotte ho cambiato qualche accordo per renderlo più dolce.»
I miei occhi scuri si spalancarono lentamente e le parole che avevo sulla lingua sparirono improvvisamente. Il loro singolo? Avevano scritto una canzone insieme e non mi avevano detto nulla? Tradito. Mi sentivo altamente tradito.
A quel punto la ragazza era tornata in salotto, dopo essere sparita chissà dove e stava giusto per intimarmi di avvicinarmi a Niall. Aveva già fatto il gesto con la mano.
«Io... non voglio stare accanto a lui. E nemmeno a te...» la mia voce si incrinò e delle stupide lacrime mi salirono agli occhi senza che potessi fermarle.
Entrambi si accorsero all'istante della mia reazione e i loro volti si riempiono di preoccupazione. Fu Niall ad avvicinarsi a me, mentre Julia mi si accovacciò davanti, poggiando le mani sulle mie ginocchia.
«Shawn.»
Dio, mi sentivo così stupido. «Voglio andare a casa.» sussurrai, mentre le lacrime scorrevano giù lungo le mie guance e portavo le mani al viso proprio per coprirmi.
«Che diavolo gli hai detto?» Julia accusò subito Niall, che sbuffò.
«Non ho detto niente» si lamentò.
Era possibile che stavo piangendo in quel modo a vent'anni davanti ai due miei migliori amici? E per cosa poi?
«Avete scritto una canzone... senza di me. E non mi avete detto niente!»
Julia mi guardò sbigottita. «E stai piangendo per questo? Cazzo, mi hai messo una paura immane, Shawn!» si lamentò la padrona di casa.
«Volevamo che fosse una sorpresa per te» sentii dire a Niall con voce dolce,  prima che la sua mano si infilasse tra i miei capelli.
«È... è una canzone d'amore?» balbettai, cercando di calmarmi. Il modo in cui Niall mi stava massaggiando il cuoio capelluto era altamente rilassante.
«Sulle nostre ultime storie finite male» fu Julia a spiegarmi.
Mi stropicciai gli occhi prima di dire: «Mi avete escluso.»
«Io e te l'abbiamo già scritta una insieme» mi ricordò Julia.
«D'amore» sottolineò Niall.
Mi voltai verso di lui, mentre Julia borbottava un «Più o meno» riguardo al nostro testo nel mio album.
«Noi non siamo mai riusciti a scriverla, però.»
Il modo dolce e preoccupato con cui in quel momento mi stava guardando era quasi surreale. Dov'era finita l'arrabbiatura che c'era dietro ai suoi occhi qualche minuto prima?
«Solo perché non ci viene mai fuori un cazzo sulla nostra amicizia, Shawnie. E se la facessimo d'amore si entrerebbe in un campo minato» Niall suonava come rassegnato.
«Che vuoi dire?» sussurrai.
«Che a quel punto dovresti affrontare sentimenti che ancora non riesci a gestire, Shawn.»
Mi volta verso Julia, che aveva appena pronunciato quelle parole. Ma di che diavolo stavano parlando?
«Vuoi due state insieme adesso? È per questo che non mi avete detto della canzone?» era come se i miei ragionamenti fossero su una lunghezza d'onda completamente diversa dalla loro. Era frustrante.
La mano di Niall smise di accarezzarmi e quella di Julia afferrò la mia. Non volevo sapere davvero la risposta a quella domanda, che sembrava quasi scontata quando i due si guardarono titubanti, come se non sapessero cosa rispondermi.
«No» disse Niall alla fine.
E nonostante tutto, non potevo fare a meno di credergli. Niall non mi avrebbe mai mentito su una questione del genere.
«Mi fa male la testa» borbottai.  Tutta colpa del pianto e del fatto di sforzare le meningi per capire cose che a quanto pareva non erano alla mia portata.
«Smetti di piangere» mi esortò Niall, asciugando le ultime lacrime che mi erano sfuggite.
«Anche io voglio scrivere una canzone con te. E una con entrambi» decretai, facendoli ridacchiare.
«Va bene, lo faremo. Promesso.» acconsentì la ragazza e io guardai anche Niall, che annuì con la testa, rassicurandomi del tutto.
A quel punto Julia si alzò in piedi e dopo aver baciato la mia testa, tornò a parlare: «Restate a cena voi due, sì? Vi cucino della pasta.» e si diresse verso la cucina senza neanche aspettare una nostra risposta.
Io e Niall restammo soli e mi volti a guardarlo. Anche lui stava facendo lo stesso, scrutandomi con gli occhi blu.
«Niall...» iniziai.
«Sì?»
Sospirai. Alla fine ero andato lì per parlare con Julia proprio di questo. Una volta che Niall era davanti a me, tanto valeva chiarire la situazione direttamente con lui.  «Mi dispiace. Scusami, non volevo ignorarti in questi giorni.»
Il sorriso sul suo viso era tra le cose più belle che ci potessero essere.
«Lo so. Va tutto bene.»
L'irlandese si alzò in piedi e mi porse la mano per poter fare altrettanto. Gesto che accettai più che volentieri.
«Forza, andiamo a dare una mano alla nana malefica» mi esortò.
In cucina Julia era già davanti ai fornelli. La raggiunsi mentre Niall si sedeva al tavolo della cucina. E menomale che avremmo dovuto darle una mano.
La circondai da dietro con il mio corpo e poggiai il mento sopra alla sua testa. Era incredibile quanto fosse bassa rispetto a me.
Allungò un braccio dietro di me e mi tastò il sedere con la mano, facendomi sobbalzare.
Feci finta di non sentire Niall che borbottava davvero: «Qualcuno è geloso qui.» o sarei diventato davvero tutto rosso.
«Guarda che io sono ancora arrabbiato con te» borbottai con uno sbuffo in aggiunta.
«Ah sì? E intanto sei venuto qui da me ad attaccarti come una cozza.»
«Potevi dirmelo che c'era anche Niall con te quando ti ho chiamato» mi lagnai.
«Non saresti venuto. Avete risolto?» mi chiese con dolcezza, per poi rigirarsi tra le mie braccia e potermi guardare in faccia.
«Credo» risposi, lanciando uno sguardo a Niall, tutto intento a pigiare sullo schermo del suo telefono.
«Sì, abbiamo risolto» fu proprio lui a rispondere, stupendomi perché a quanto pareva ci stava ascoltando comunque.
Julia fece un sorriso enorme. «Sono contenta» esclamò, sollevandosi sulle punte e afferrandomi per il mento così da farmi abbassare ulteriormente. Poggiò le labbra sulle mie, facendomi spalancare gli occhi. D'accordo quella non era una cosa così comune tra noi. Era stato un gesto ingenuo, ma le mie guance si tinsero di rosso e il mio pacco si animò dentro ai pantaloni.
«Ju, non lo confondere ancora di più» si lamentò Niall, mentre io non sapevo assolutamente che dire.
Fare pace con il mio cervello. Capire e affrontare sentimenti che non sapevo gestire. Quelle erano state le parole di Julia, no?
La bionda aveva solamente sbuffato, prima di tornare al cibo che stava cucinando per noi.
«Scegliete un film o un programma da guardare mentre ceniamo e da finire dopo?» chiese la padrona di casa anche se sarebbe stata proprio lei stessa ad accantonare quell'idea circa un'ora dopo e a trovare un da farsi più innovativo.
«Niall, vuoi posare quel cellulare, prima che te lo spacchi? Con chi stai messaggiando?» Julia si arrabbiò davvero con il più grande e io non potei fare a meno di scoppiare a ridere.
Dopotutto, si stava tornando alla normalità. Ad essere semplicemente noi, insieme come sempre.
«Sei gelosa?» la prese in giro Niall.
Ma la ragazza rispose seriamente: «Certo.»
E il più grande il telefono lo posò davvero.
«Potete apparecchiare intanto? Fate qualcosa di utile? Siete snervanti!»
Io e Niall ci guardammo e cercammo di non alzare gli occhi al cielo. «Va bene, va bene. Stai calma.»
Il cucchiaio che Julia lanciò e che sfiorò la testa di Niall per quel mero commento non era poi così preoccupante. Con noi, tutto esattamente nella norma.

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