Colonna sonora.

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Prologo.


12 Luglio, 2015.

THIRD PERSON'S POV

Si stava levando un peso dal petto, Tania, se lo sentiva ripetere continuamente dal profondo delle sue viscere e stava salvando inconsapevolmente la sua anima ancora innocente.

Toccava a lei, e le riuscì difficile avanzare velocemente verso le figure davanti al grande tavolo poco più alto di lei: questo a causa degli uomini che le facevano segno con la mano di fare il più presto possibile.

Nonostante volesse davvero sbrigarsi, un dolore leggero ma molto fastidioso le si nascose sotto la pelle della schiena, facendole rallentare il passo. Dopotutto, era atterrata da poche ore, e non aveva dormito per l'ansia di dover fare quella cosa.

Con un po' di fatica, riuscì ad arrivare al primo ragazzo della disposizione del tavolo e si rallegrò quando vide delle fossette comparire sul viso di quest'ultimo. Tania non si fermò a guardare il suo viso a lungo, era leggermente imbarazzata e cominciò a fare una conversazione con lui.

Aveva sognato un momento così da molto tempo, ma non avrebbe mai immaginato che sarebbe capitato in quella circostanza. Il suo sogno, si era realizzato, per tutta la vita si era predisposta un viaggio ogni mese, non voleva stare in un posto troppo a lungo, perché avrebbe potuto affezionarsi al luogo e soprattutto alle persone.

Al raggiungimento del sesto ragazzo davanti a lei, le venne uno strano senso di vomito.

Sto andando bene, pensò, non posso mollare adesso. Jimin, la guardò a lungo, faceva così con tutte le sue fan, e per lui era abbastanza facile accorgersi che qualcosa non andava.

«Ciao! Come ti chiami? Stai bene?» Cominciò a riempirla di domande, credeva che fosse il modo migliore per far uscire la verità dalla bocca della ragazza.

Tania si sentì un attimo confusa, a causa del suo scarso coreano aveva capito ben poco, ma si apprestò a rispondere con un ottimo inglese, che lasciò spiazzato il ragazzo dai capelli rosa.

«Mi chiamo Tania, sto bene, tu?» Jimin le chiese stupefatto come sapesse parlare così bene l'inglese, in quel momento non gli venne in mente che quella ragazza potesse essere americana dai suoi tratti occidentali, e Tania rispose emozionata di essere italiana, e di aver studiato sodo per il suo inglese.

Parlarono un altro po', e finalmente la giovane ragazza si ritrovò davanti al suo ostacolo più grande. Avrebbe fatto questa cosa per lei. Non l'avrebbe dimenticata nessuno, nemmeno quei sette ragazzi che non sapevano nemmeno l'esistenza di quella persona così cara a Tania.

Il più piccolo fra i sette, Jungkook stava giocando con le orecchiette da coniglio precedentemente regalate da una ragazza, e decise di toglierle per indossare una corona di fiori, non accorgendosi subito dell'ennesima fan che chiedeva sue attenzioni.

Si sentiva così appagato per tutti i suoi sforzi e sfoggiò il suo migliore sorriso, convinto che anche la prossima ragazza che avrebbe incontrato avesse contribuito al raggiungimento della sua ricompensa morale.

«Ciao!» disse il ragazzo mentre si apprestò a firmare il CD, e appena finito alzò il volto per iniziare un piccolo dialogo con la ragazza dal volto che lui, considerò impaurito. Tania si sentiva svenire, da una parte era per la presenza di quei ragazzi che l'aveva destabilizzata, erano meglio di quanto avesse mai immaginato, mentre dall'altra si sentiva in ansia per la vera ragione che l'aveva portata lì.

«Ciao...sono Tania...»
Non sapeva bene cosa dire, a differenza degli altri,Jungkook era quello che la metteva più in soggezione.

Non era di certo colpa del ragazzo, ma era semplicemente l'ansia di Tania a farglielo credere. Jungkook sorrise sentendo l'inglese della sua fan e dovette riconoscerle un bellissimo viso occidentale.

•Panta rhei• // Jeon Jungkook //{Fanfiction Ita}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora