Orenda.

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ORENDA = E' la capacità della volontà umana di cambiare il mondo anche contro un destino avverso.


Capitolo dieci.

21 Settembre, 2013.

«Tua sorella è una stronza, Elena!» esclamò Marta abbassando il volume della musica, che accompagnava il loro viaggio in macchina da ben mezz'ora. Le due amiche avevano da poco finito di litigare con la sorella della minore e, seppur Marta avesse cercato di mantenere la calma attraverso la musica, adesso non riusciva più a trattenersi.

«Mia sorella ha solo detto quello che pensa» dichiarò Elena, volendo troncare sul nascere quell'inutile discussione. Si era già pronunziata troppo a riguardo e non aveva voglia di continuare quel dialogo che lei considerava superficiale. Era un pensiero stupido che non voleva esporre alla sua amica, proprio perché andava contro la relazione che aveva con Giovanni. Al contrario, Marta, non sopportava l'idea che non si chiarisse la questione che era stata tirata in ballo poco prima a casa della mora.

«Deve farsi i fatti suoi! E poi, tu, da che parte stai?» Marta proferì l'ultima frase con disprezzo e guardò l'amica con altrettanta riluttanza. Ma la mora non si scompose più di tanto, anche se per la prima volta, aveva potuto esporre i suoi dubbi sulla relazione amorosa della sua cara amica.

«Non sto dalla parte di nessuno. Ma Giovanni ha qualcosa che non mi convince.» Elena parcheggiò la macchina davanti al grande edificio moderno che si trovava poco lontano dal loro paesino, e ricambiò lo sguardo dell'amica.

«Allora perché mi hai difeso?» si addolcì la più grande. La mora sospirò e abbassò lo sguardo, sentendosi imbarazzata da quella domanda.

«Perché so che se hai scelto di avere Giovanni accanto, ci deve essere un buon motivo. Sbaglio?» rispose Elena, reprimendo il suo imbarazzo ed alzando di nuovo lo sguardo verso la più grande. Ma prima che Marta potesse rispondere, il suo telefono cominciò a suonare. La rossa arricciò le labbra appena lesse il nome sullo schermo; e rispose con una leggera ansia che portò la sua voce ad incrinarsi.

«Giò?» lo richiamò, indispettita dalla sua insolita chiamata. Le aveva ripetuto fino allo sfinimento di non disturbarlo quando andava dai suoi amici, spiegando che solo quando era con loro poteva rilassarsi. Sinceramente aveva paura di chiedere in che modo.

«No, sono Tommaso.» Marta sospirò e non si chiese nemmeno perché suo fratello avesse risposto al posto del suo fidanzato, che tutti consideravano misterioso. E sinceramente lo era anche con lei. Non gli rispose. Aspettò pazientemente che il fratello cominciasse a parlare. 

«Ho bisogno di un favore» continuò il riccio, con tono supplichevole. Di solito non chiedeva favori a nessuno, poiché tutti lo consideravano senza difetti, grazie alla sua brillante carriera scolastica e lavorativa. Il lavoro dei suoi genitori incideva notevolmente sul pensiero delle persone, riguardo la sua famiglia. Tutti si aspettavano qualcosa di grandioso dall'unico figlio maschio della famiglia Sartorini. Avrebbe dovuto intraprendere la strada di suo padre, diventare un eccellente avvocato e sposare una bella donna che avrebbe portato con sé alle cene di famiglia. Ma si sbagliavano di grosso. Era un ragazzo ricoperto di insicurezze e di responsabilità, che doveva assumersi anche se non aveva abbastanza forze per sostenersi da solo. Così, l'unica persona con cui poteva dividere il peso: era proprio la sua cara sorella maggiore.

«Che cos'è successo?» riuscì a dire Marta, facendo preoccupare a sua volta Elena, che fino a poco prima fremeva dalla voglia di entrare in quel grande edificio ed ammirare tutte le opere d'arte presenti all'interno.

•Panta rhei• // Jeon Jungkook //{Fanfiction Ita}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora