Natsukashii.

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NATSUKASHII = La nostalgia per il passato, venata di gioia per le belle emozioni provate, ma anche di tristezza per i momenti che non tornano più.

Capitolo otto.

15 Agosto, 2013.

«L'accendino? Ce l'avete?» Marta era appena uscita dalla sua tenda con una felpa verde addosso e una lanterna ancora imballata nella plastica; si rivolse ai suoi compagni, ma nessuno le diede molto peso. La rossa si strinse nella sua felpa e richiamò nuovamente l'attenzione del suo gruppo, stavolta impazientita. Quella giornata era incominciata con un caldo afoso ed era finita con lieve venticello gelato. Infatti, non era l'unica a indossare una felpa. E questo le provocava un forte malessere, poiché aveva predetto una giornata perfetta; eppure in quel momento tutto andava a suo sfavore. Nel frattempo i suoi amici cercarono l'accendino nelle proprie tasche, non riuscendo a trovarne nemmeno uno. Non sapeva se fosse un bene o no, ma in quel preciso istante si irritò ulteriormente.

«Ce l'ho io» esclamò una voce che Marta conosceva fin troppo bene. Per questo si sedette accanto alla proprietaria di quella voce soave, e le rubò l'accendino dalle mani con preoccupazione.

«Pallina, che cazzo ci fai con sto coso?» la ripresa Marta, come se fosse sua madre a proibirle di fare qualcosa che non le andava giù. La rossa odiava il fumo e col tempo si convinse che fosse a causa dei suoi genitori, fumatori incalliti, scoprendo inoltre di essere schizzinosa con chi si accendeva una sigaretta accanto a lei. Non sopportava l'odore nauseabondo che riempiva la casa, portandola addirittura al vomito.

«Stà tranquilla, Marta. Mia sorella fuma, e per non farsi scoprire dai miei, nascondo gli accendini» ridacchiò la mora, passando l'oggetto richiesto in mano a Tommaso.
Quest'ultimo sembrava ansioso, soprattutto agli occhi della migliore amica di sua sorella. Marta si chiese perché proprio la mora dovesse nascondere gli accendini per conto della sorella, rischiando addirittura un fraintendimento. Alcune volte, sapeva essere troppo protettiva verso le persone che amava. Riusciva a rendersene conto prima che potesse dire qualcosa di sbagliato, così decise di rimanere in silenzio e osservare il suo gruppo. Si accorse poi dello sguardo preoccupato del ricciolino e sospirò pesantemente. È il momento, pensò la rossa. Si schiarì la gola e pensò bene alle parole che avrebbe potuto usare, senza ferire la sua migliore amica.

«Hey, voglio presentarti una persona»
Con questa frase, stranamente sicura e allegra, Marta attirò l'attenzione della sua amica e le prese delicatamente la mano, aiutandola ad alzarsi e a sistemarsi la felpa alzatosi di poco a causa del vento. Marta lasciò la lanterna in mano a suo fratello, a cui riservò un sorriso rassicurante, e a passo svelto si diressero verso un altro gruppo di ragazzi. Si fecero strada spintonando e chiedendo scusa alle persone, ma la rossa sembrava non curarsi tanto degli insulti poco delicati che riceveva: era troppo concentrata su quello che stava per accadere.

«Aspetta, aspetta! Marta che sta succedendo? Dove mi stai portando?»
Esclamò la mora, serrando i piedi nella sabbia e guardando torva la sua amica. Marta sorrise per il suo comportamento sospettoso.

«Ti faccio conoscere una persona. Non fare quella faccia! È tutto okay» la rassicurò. E, per quanto incredibile, ci riuscì.
Le mise un braccio intorno alle spalle e la condusse all'interno di un altro gruppo decisamente più affollato e pieno. Inoltre, avevano un falò più grande rispetto al loro, e aspettavano solo la mezzanotte per accedere quella che sarebbe stata una grande luce nella notte.

«Permesso, permesso! Mi fai passare?» chiese poco gentilmente Marta, urtando per l'ennesima volta con un ragazzo a petto nudo. La sabbia era fresca, quindi le due amiche avevano deciso di lasciare le ciabatte vicino il loro falò. Ma questa loro decisione venne rimpianta poco dopo, poiché i loro piedi vennero calpestati più volte in quel posto movimentato.

•Panta rhei• // Jeon Jungkook //{Fanfiction Ita}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora