Capitolo 2

14 4 0
                                    

"Mi scusi?" Domando sperando di aver sentito male.
"Ha capito bene, venga con me"

Seguo infastidita la donna dinanzi a me e senza indugio entro all'interno dell'enorme porta marrone.
Si prospetta un primo giorno davvero grandioso devo dire.

La donna indossa un'elegante camicia blu che contrasta con il colore biondo dei suoi capelli.

"Cosa stava fumando di preciso?" domanda la donna mentre continuiamo a camminare per i corridoi sotto gli occhi interrogativi dei ragazzi.
"Rosmarino e menta" ribatto sarcastica, tappandomi un orecchio per il fastidioso rumore dei suoi tacchi.
"Non si prenda il gioco di me signorina, potrei condurla alla sospensione immediata"

Dopo vari giri per corridoi immensi finalmente o sfortunatamente, punti di vista, arriviamo dinanzi all'ufficio della preside.

La donna bussa un paio di volte sino a quando una creatura bellissima non ci viene ad aprire.

Indossa un tailleur pantalone a scacchi che si intona con la giacca grigia riposta al di sopra di una camicia bianca.

Il suo viso è riempito nelle pieghe da un po' di trucco e si nota del leggero mascara sulle ciglia che contornato gli occhi verdi luccicanti.

"Salve, signorina..?" Chiede in tono cordiale.
"Milvey, Ginevra Milvey" le dico porgendole la mano educatamente e lei con un sorriso affascinante la stringe.
"Salve Ginevra sono la preside Cartney, ma puoi chiamarmi Angel" ribatte beandomi ancora di un suo sorriso.

"Sally come mai questa bella ragazza è qui il primo giorno di scuola?" domanda facendoci accomodare nel suo ufficio.

Le pareti sono costernate di cornici raffiguranti tutti meriti alla Central High School.
Molte sono meriti alla stessa preside, altri per campionati studenteschi e altri ancora per progetti scolastici.

"La qui presente ragazza" scandisce perfettamente la parola ragazza, come per mettere in dubbio questo mio titolo "è stata trovata a fumare nel cortile della scuola e si è anche presa il gioco di me"

La preside quasi ride sotto i baffi spostando più volte lo sguardo dalla signora-mi sento un pó troppo sto cazzo, a me.
"Ginevra da quanto fumi? E cosa stavi fumando fuori?"
"Bhe più o meno due anni ed era una semplice sigaretta"
Mi guarda con un ghigno di sorriso e infastidita da questa situazione inizio a torturare le mie dita.
"Ti piace?"
Che cazzo di domanda è mai questa?

Come puó piacermi? Devo essere sincera? Vorrei avere qualsiasi altro vizio a calmare le mie ansie, ma nient'altro più di una sigaretta lo fa.

"Non mi piace, ma fa calmare tutte le mie ansie"
"Quali ansie?" domanda portandosi una mano sotto il mento.
"Sono una persona molto riservata, spero non le dispiaccia non superare quella linea divisoria studente-preside, grazie."

"Certo Ginevra, perdonami"

"Passiamo alla fase, -si è presa il gioco di me-, cosa ha fatto di preciso Sally?"

La signora Sally-ora mi invento una cazzata così la preside mi da qualche merito, ritorna con la testa per terra schiarendosi la voce, come a cercare la cazzata giusta da sparare.

"Le ho domandato cordialmente quale sostanza stesse fumando e ha risposto palesemente sarcastica dicendo che fosse rosmarino e menta" i suoi occhi marroni sguaizzano sulla mia figura che a stento riesce a trattenere una risata.

Cazzo non ci vuole un genio a capire che fosse una semplice sigaretta, devi essere proprio una donna di sessantatre anni con un marito disoccupato che vive ancora con i genitori di lui per ridurti così.
Si mi sono informata anche su di lei..

"Tutto qui Sally?"
"Si signora preside, ma credo ch-" La preside senza farla finire la interrompe posizionandosi meglio nella sua sedia.
"Non devi giudicare in base a ciò che credi tu, la ragazza stava fumando una semplice sigaretta Sally.
È il suo primo giorno, mostriamoci cordiali con i nuovi ospiti.
Probabilmente Ginevra aveva bisogno di quella sigaretta per affrontare questo suo primo giorno di scuola, non vedo dove sia il problema"

E a sentire queste parole inizio a pensare che forse non tutti i cervelli umani si siamo fottuti. Forse c'è ancora un briciolo di dignità e pudore nella gente, un briciolo di pietà e compassione.

Forse non tutti ti giudicano senza sapere, forse non tutti si avventato su di te senza un nesso logico.

"La ringrazio signora preside, le sono grata di questa sua compassione"
"Se mi chiamerai ancora signora preside saró costretta a pensare ad una possibile punizione."
"Mi- scusa Angel." rispondo abbassando il capo e senza volerlo facendo spuntare un sorriso dalle mie labbra.

"Bene Ginevra puoi andare a lezione, tu Sally resta qualche minuto qui con me"

Esco soddisfatta dalla stanza e ricorrendo a tutta la mia memoria ritorno nel corridoio principale.
Prendo in mano il foglio con gli orari delle lezioni e noto la cosa più bella della mia vita: prima ora, filosofia.

Cazzo si!

L'unica cosa che quell'uomo è riuscito a trasmettermi è stata la passione per la filosofia.
Nella sua libreria aveva interi scaffali ricoperti da libri e libri.
Quando non sapevo che fare ed ero a casa da sola prendevo uno dei libri e li riponevo sopra la mia testa fino a quando non cadevano.
La maggior parte delle volte si aprivano in una pagina a caso, così io ingenua tentavo di capire tutti quei concetti così complicati.

Ricordo ancora uno dei pochi momenti in cui quell'uomo tentó di spiegarmi la differenza tra fenomeno e noumeno.
Entro dentro la biblioteca e con fare scocciato rispose senza pensarci troppo alla mia semplice domanda "Cosa è il neumeo papà?"
"Cazzo. Noumeno Ginevra, noumeno"

Tentó inutilmente di farmi entrare quel concetto in testa, ma dato che non lo avevo ben afferrato pensó bene di risolvere la questione al suo solito.

Torno con i piedi e la testa a terra e mi ritrovo ferma in un corridoio isolato a guardarmi intorno.
Dove cazzo sarà la mia fottuta merda di aula?

All'improvviso una chioma bionda spunta dal corridoi e così ne approfitto per chiedergli informazioni.

È un ragazzo alto, un paio di ciuffi biondi fuoriescono dal capello nero e tutto il suo busto è fasciato da una tuta nera.

"Scusa.. Ehii" dico tentando di attirare la sua attenzione ma non curante continua a guardare per terra e a tratti muove le labbra.
"Ehiii" ribadisco tentando con gesti di mano di farmi notare.
Finalmente alza lo sguardo e per qualche secondo resto inerme a fissare i suoi occhi di un blu scintillante.
Solo ora noto le sue labbra carnose e la sua mascella ben definita.

"Sai dove è l'aula di filosofia?" domanda con una voce che non sembra la mia.
"Oh, Ginevra Milvey che piacere.
L'aula di filosofia è proprio dietro di te"

A passo lento, senza indugiare ad alcun altra parola mi sorpassa e va via, lasciandomi lì con mille dubbi nella testa.

.....
❤️

BONDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora