Capitolo 6

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I suoi occhi celesti scrutano metà della classe ma rimane a fissare solo una persona.
Me.

Non so bene perché mi fissi in questo modo, ma ho davvero voglia di scoprirlo.
Senza distogliere lo sguardo dalla sottoscritta cammina sino ad arrivare a sedersi proprio nel posto libero di fianco al mio.

Merda.

"Ciao Ginevra"

Questo ragazzo è la persona più inquietante del mondo.
Per evitare strane conversazioni meglio se mi sto zitta, non si sa mai.

Mentre la professoressa inizia la lezione, lui prende appunti su appunti e mi metto a fissare il suo viso di profilo.

È davvero troppo perfetto, ha la mascella tirata e quando la professoressa cancella prima che lui abbia finito di scrivere, la serra in modo davvero spettacolare.

Raramente si guarda attorno e a volte quando io prendo appunti sento i suoi occhi penetrarmi.

Indossa una felpa gialla e a metà lezione si alza le maniche facendone risaltare i suoi muscoli.

"Milvey hai finito di fissarmi?"
Travis si gira a guardarmi e nell'istante in cui lo fa, vorrei strappargli quegli occhi di dosso e trovare le parole giuste per mandarlo a quel paese.

Ma come sempre mi muoiono in bocca.

"Cos'è non sai parlare?"
Continuo imperterrita a fissarlo mentre nella mia testa sto maledicendo me stessa.

Sto cercando di farmi finalmente coraggio e parlare ma una voce mi blocca.
"Carter e Milvey potete fare silenzio?!"
I nostri sguardi saettano su quelli della professoressa che ci guarda con fare scocciato.

"Professoressa non si preoccupi la signorina Milvey ha perso le parole quando sono entrato"
A quelle parole vorrei dire qualcosa ma le mie corde vocali hanno deciso di fare sciopero oggi.

"Scusa Travis?" la professoressa confusa inarca un sopracciglio.
"Sono talmente bello che Ginevra ha perso le parole"

Una mandria di risate riecheggiano in tutta la classe e mentre tutti, compreso Travis, continuano a ridere la rabbia ribolle dentro di me.

Sin dalla prima volta che l'ho visto non ho avuto coraggio di sbiascicare mezza parola, ma sta volta non staró zitta.
Per anni non mi sono fatta mettere i piedi in testa dai tipi come lui è di certo non succederà oggi.

Sento le mie mani formicolare, il mio stomaco contorcersi e le mie orecchie sentono solo quelle parole.

"Ginevra cosa ti fa pensare che tu sia utile a qualcosa?"
I miei occhi si riempiono di lacrime e continuo a fissare il suo volto rosso dalla rabbia.
"SEI INUTILE GINEVRA, HAI FATTO DEL MALE A TUTTI, NESSUNO ESCLUSO! MERITI DI SOFFRIRE COME TU HAI FATTO SOFFRIRE ME!"
Mentre le mie lacrime continuano a sgorgare come fiumi, penso alle parole che mi sta dicendo.
Sono inutile.. È colpa mia... È solo colpa mia.

Con una mossa rapida mi alzo dalla sedia e il volto di Travis nel giro di pochi secondi viene preso di mira dalla mia mano destra, ma prima che io possa solo pensare di dargli uno schiaffo, vengo bloccata dalla sua mano.

I suoi occhi sono pieni di rabbia e nella sua bocca compare un ghigno malefico.
Abbasso lo sguardo e noto le vene che fuoriescono dal suo braccio.
La sua presa si fa sempre più stretta e io credo di star trattenendo il fiato da svariati secondi.

Le sue tempie sono ricolme di vene e non posso fare a meno di indietreggiare impaurita da quello che potrebbe farmi.

Mi sta fissando come se avessi appena tentano di ucciderlo, i suoi occhi parlano.

Credo che in questo momento le mie gambe non stiano facendo altro che tremare e quando ormai sento i miei occhi pizzicare una voce mi riporta alla realtà.

"Ei Abs, basta le stai facendo male!"
Un ragazzo di colore interviene e a quelle parole Travis, con un po' di titubanza, lascia la presa ma senza smettere di fissarmi.

Cazzo questo ragazzo è un pazzo.
Capisco che avrei potuto evitare di dargli quasi una pizza, ma arrivare a stritolarmi un polso non lo trovo un comportamento normale.

Senza fiato prendo di fretta il mio astuccio sotto gli occhi interrogativi di tutti.
Metto tutto dentro lo zaino e senza voltarmi passo davanti a tutta la classe uscendo dall'aula.

Senza metterci troppo per una volta riesco a trovare il corridoio che porta al bagno.
Spalanco la porta e per fortuna non c'è nessuno, lancio la borsa da qualche parte e rigetto nel gabinetto tutto il mio malessere.

So bene perché sto vomitando.
Lo so.
Non posso nasconderlo.
È per colpa sua.
Ogni persona che mi tocca mi fa ripensare a lui.
A come mi stritolava.
A come mi buttava per terra.
A come mi obbligava a mangiare.
A come mi obbligava a studiare.

Quei pensieri mi stanno uccidendo.
Non so più come fare, sono in una trappola.
Sono intrappolata in me stessa.
Sono intrappolata nei ricordi.
Frammenti che non fanno altro che farmi del male.

Finalmente riesco a smettere di vomitare e nello stesso istante sento la voce della preside nei microfoni della scuola.

"Qui la preside Cartney che parla, la signorina Ginevra Milvey e il signorino Travis Carter, sono richiesti in presidenza, subito!" la sua voce non sembra la solita voce tranquilla, credo sia parecchio incazzata.

...
💙

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