Appena uscii da casa Clifford non feci in tempo a fare due passi che sentii la porta riaprirsi.
《 Hey fermai un secondo! 》
Mi girai e vidi Luke che scendeva frettolosamente i gradini davanti alla porta di casa e che percorreva a grandi passi il sentiero di pietre irregolari che portava al cancello di ferro battuto. Scese in strada e si avvicinò a me.
《 Scusa per prima. Devo esserti sembrato proprio un bello stronzo eh? 》
chiese evitando il mio sguardo. Si passò nervosamente una mano fra i capelli biondi in attesa di una mia risposta.
《 Si, in effetti il pensiero mi aveva sfiorata 》
dissi ridacchiando. Lui sollevò lo sguardo e per la prima volta potei guardare il suo volto rilassato. Quando era arrabbiato corrugava la fronte e gli si formavano numerosi solchi simili a rughe. Ora invece la fronte era tesa e la pelle liscia. Le sopracciglia sovrastavano due occhi grigio-azzurri che mi ricordavano il colore del cielo dopo la pioggia : ne completamente grigio, ne totalmente azzurro. Una via di mezzo. Il naso era ben definito e poco più sotto c'erano le labbra che in quel momento erano leggermente incurvate. E proprio in un angolo della bocca c'era un anellino nero che gli dava un aria da duro.
《 Scusa ma non sono mai stato bravo a farmi degli amici. 》
Disse lui esaminandomi.
《 Fammi indovinare. Un oscuro segreto tormenta la tua povera anima. Aspetta ci sono! Sei un vampiro! 》
Dissi io fingendomi spaventata. Lui cominciò a ridere.
《 Questo spiegherebbe i tuoi canini affilati e il tuo spaventoso pallore. 》
dissi io cominciando a ridere. Eravamo in mezzo alla strada e stavamo ridendo come dei deficienti.
《 Ahahahha no, non sono un vamiro 》 disse lui appena trovò fiato per rispondermi. Stava per aggiungere qualcosa quando la porta di casa mia si spalancò e mio fratello uscì correndo verso di me.
《SUSAN SUSAN! GUARDA SONO UN ALIENO! 》
Aveva tutta la faccia dipinta di verde e indossava i miei occhiali da sole colorati.
《 Jason! Quante volte ti ho detto di non toccare la mia roba? 》
dissi enfatizzando il non.
《 Scusa Luke ma devo ripulire questa bestia. Ci vediamo stasera! 》
dissi mentre trascinavo mio fratello dentro casa. Lui mi sorrise e si voltò dall'altra parte diretto verso casa. Dopo varie minaccie e preghiere riuscii a convincere mio fratello a farsi un bagno. Io nel frattempo mi preparai per andare alla festa. Non ero una di quelle ragazze perfette che amavano scoprire ogni singolo millimetro scopribile della loro pelle con vestitini lucenti e che si mettevano ai piedi degli strumenti di tortura conosciuti anche come "tacco 12", quindi optai per un vestito senza maniche lungo fin sopra al ginocchio azzurro. Ai piedi misi delle scarpe argento con un piccolo tacco e mi truccai in modo molto leggero. Mi raccolsi i capelli in uno chignon e preparai la borsa.
《 Susan! Scendi! Qui c'è il tuo amico Calum che ti sta aspettando! 》
Urló mia madre da sotto. Era già ora di andare? Scesi le scale e vidi mia madre che parlava a manetta con Calum mentre lui tentava di ascoltare educatamente.
《 Non mi avevi detto che ti eri fatta degli amici. E neanche che stasera saresti andata ad una festa 》
mi disse mia madre calandosi nel personaggio della "madre severa". In realtà sapevo che era più che contenta che uscissi. Dopo ciò che era successo a Londra non ero più uscita di casa per mesi.
《 Mamma sai che ho conosciuto dei ragazzi? Ah e a proposito esco fuori stasera. Ti voglio bene! 》
Gli dissi baciandola sulla guancia e trascinando Calum fuori di casa. Prima di chiudere la porta riuscii a sentire mia madre ridacchiare. Era tanto che non rideva.
《 Tua mamma è forte 》
mi disse Cal mentre entravamo in macchina.
《 Si, di quello non mi posso lamentare 》
dissi io pensando a tutte quelle volte che mi aveva sostenuto. In pochi minuti arrivammo a destinazione. La casa di Ash era completamente diversa dalla mia o da quella di Micheal. Era molto moderna e aveva un giardino privo di ogni pianta escludendo l'alta siepe che circondava tutto l'abitato. Appena entrai un odore di alcool e fumo mi stordí. Un Ashton già un po brillo venne verso di noi barcollando.
《 Ciao pezzo di merda! 》
disse rivolgendosi a Cal che rutó gli occhi ed entrò.
《 Susan! Sei uno splendore! Mi ricordi mia zia Guendalin... o forse era Ginny? Oh non importa! Vieni a sbronzarti con noi! 》
disse prendendomi a braccetto e facendosi strada verso quella folla di sconosciuti. Ok quel ragazzo era decisamente ubriaco. Arrivammo davanti ad una dispensa piena di superalcolici e liquori e Ash prese una bottiglia di vodka.
《 Propongo un brindisi alla nostra amicizia! 》
disse lui stappando la bottiglia e mandando giù una quantità mostruosa di vodka. Certo, non ero una santerellina, anche io avevo preso le mie sbronze, però non sapevo se accettare o no.
《 Eddai Susan! Fallo per me!》
disse Ash porgendomi la bottiglia. Dopo due secondi la presi e mandai giù un bel sorso di quella roba. Un forte calore inondó la mia gola e il mio stomaco, dandomi l'impressione di essere invincibile. Ballai tutta la sera e feci amicizia con alcune ragazze che sarebbero andate nella mia stessa scuola.
Ad un certo punto però intravidi una testa bionda spuntare fuori dalla folla. Luke. Andai in quella direzione e lo spettacolo che mi trovai davanti fu raccapricciante. Luke era ubriaco fradicio e balbettava parole incomprensibili mentre una bava giallastra gli usciva da un angolo della bocca.
《 Luke! Sei ubriaco da far schifo! 》
gli dissi storgendo il naso quando sentii un forte odore di vomito provenire dalla sua maglia. Mi feci dire da alcuni ragazzi dove era il bagno e ci trascinai Luke. Lo feci sedere per terra e con una salvietta bagnata gli pulii il viso. Lui intanto chiuse gli occhi e cominciò a respirare profondamente.
《 Hai intenzione di togliermi la maglia e I pantaloni? 》
disse lui malizioso. Era incredibile, riusciva ad essere un coglione anche da sbronzo.
《 Oh non credo proprio. Non sono mica la tua babysitter. 》
gli risposi mentre lo aiutavo a rialzarsi.
《 e allora perché mi stai aiutando? 》
chiese lui guardandomi con gli occhi socchiusi.
《 Perché sei mio amico 》
dissi con semplicità mentre scendevamo le scale. Dopo essere arrivati al piano di sotto uscimmo e lui mi accompagnò a casa. Ora stava decisamente meglio quindi riuscimmo a parlare un po. Arrivati davanti alla porta di casa mia mi salutò con un abbraccio.
《 Grazie per avermi aiutato stasera 》
disse sorridendo con un angolo della bocca.
《 Di niente. Ma non aspettarti che diventi un abitudine 》
dissi io ridacchiando. Lui rise e poi io chiusi la porta. Andai in camera e appena appoggiai il mio volto sul cuscino un sonno profondo si impossessò di me.
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my ruin || Luke Hemmings
FanfictionSusan Smithson è una ragazza estroversa , solare e allegra. Si è trasferita in Australia con i suoi genitori per ricostruire la sua vita dopo l'incidente. Luke Hemmings è un ragazzo strano, misterioso ma anche dolce e divertente. Quando le loro vit...