Capitolo 6

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Lentamente ci avviamo verso il locale che frequentiamo di solito. Camminiamo l'uno accanto all'altro in religioso silenzio fino a quando a interromperlo è proprio Alberto

"Sei bellissima stasera" dice guardandomi mentre io iniziavo già ad avvampare. 

Sono una ragazza molto sicura quando canto e lo posso sembrare anche esteriormente ma in realtà ho anche lati insicuri, come ad esempio il corpo. A volte la mattina vedo Alberto che mi fissa più del dovuto e mi fa piacere ma dall'altro canto non capisco perché non sono proprio il suo genere di ragazza. Lui è abituato alle ragazze con i tacchi e il fisico da urlo mentre io sono lontanissima da questo mondo.

"Grazie, anche tu non stai male" sussurro appena mentre le luci del locale iniziano a farsi più forti.

Arriviamo davanti al locale ed Alberto mi supera per aprirmi la porta

"Prego signorina, si accomodi"

"Che gentleman, un uomo d'altri tempi" dico sorridendo per i suoi modi buffi 

Il cameriere ci accompagna al nostro tavolo non prima di sorridermi ed ammiccare un po'.

"Che c'è?" dico vedendo che si scurisce in volto 

"Niente"

Non capendo il suo cambio d'umore improvviso, lo guardo attentamente fino a quando non mi si accende la lampadina

"Sei geloso, tenore?"

"Ma che dici, mai stato geloso in vita mia"

"Allora siete pronti ad ordinare ragazzi?" ci interrompe il cameriere.

"Si, grazie" dico mostrando un sorriso smagliante proprio nella sua direzione.

Non è geloso? Vedremo.

Diamo le nostre ordinazioni al ragazzo e lo sguardo del bel siciliano non smette di bruciarmi addosso. Non smette neanche quando rimaniamo da soli e la cosa mi sta iniziando ad imbarazzare, ma non gliela darò vinta.

"La smetti o continuerai anche durante la cena? Lo sai che è maleducazioni fissare la gente?" cerco di provocarlo ma l'unico risultato che ho è solo un sorriso beffardo

"Che c'è ti da fastidio? Non ti emozionare troppo..." sono già pronta a dirgliene quattro che il cameriere torna con le nostre ordinazioni, e il tizio ancora non smette di fissarmi in modo strano.

La nostra cena continua serena tra battute e risate e mentre ancora protesto per la cocciutaggine di Alberto che vuole pagare tutto lui, si avvicina il cameriere a noi

"Amico scusa se ti ho infastidito ma la tua ragazza è molto bella, sei davvero fortunato".

"No ma noi non sia-" inizio a dire ma Alberto mi anticipa 

"Lo so, grazie" risponde duramente Alberto mentre rimango ferma a fissarlo con la mascella che lentamente inizia ad allargarsi sempre di più. Dire che sono rimasta senza parole è un eufemismo, come dovrei prendere un'uscita del genere. Cosa mi vuole far capire così? D'altro canto invece lui non ha più alzato lo sguardo nella mia direzione e frettolosamente usciamo dal locale e ci avviamo in silenzio verso il centro di Roma. Arriviamo a ponte Milvio e non so neanche io come ci siamo arrivati

Le sue parole mi risuonano in testa ancora, così seduti sul muretto inizio a parlare interrompendo il flusso di pensieri che si è via via intensificato

"Da quando sono diventata la tua ragazza? No perchè non  me lo ricordo proprio" sbotto mentre aspetto spiegazioni. Non sono arrabbiata, una parte di me appena ha sentito quelle parole ha iniziato ad esultare, ma voglio che faccia un piccolo passo verso di me. Lui è il classico ragazzo che non ti fa capire tanto, non ti dà sicurezze ma poi se ne esce con affermazioni del genere che non sai come prendere e ti shockano allo stesso tempo.

Cerco il suo sguardo mentre lui gira lo sguardo verso le acque del Tevere, e così attendendo con ansia che proferisca parola e finalmente i suoi occhi verdi si incrociano con i miei

"Mi piaci Tish, la mattina ormai mi alzo e inizio a sorridere quando penso che ti vedrò. Ogni volta che ci arrivano le assegnazioni e so che abbiamo un duetto non riesco a non esultare perchè significa che staremo un po' di tempo insieme anche a lezione. Non riesco a smettere di pensare  a cosa sarebbe successo se quella sera Miguel non ci avesse interrotto. Ogni volta non vedo l'ora di uscire dagli studi per poterti raggiungere in camera e stare un po' insieme senza telecamere a spiarci, senz-"

E lo bacio. 

Lo bacio come non ho fatto mai, come in quei film mielosi che non mi sono mai piaciuti. Il pensiero che tutto questo sia sbagliato non mi sfiora neanche. L'unica cosa a cui penso sono le sue labbra,ed i suoi riccioli che mi solleticano appena le mani mentre lo tengo sempre più stretto a me.

Ci stacchiamo quando non abbiamo più fiato e i nostri polmoni chiedono venia.

 Ma continua a stamparmi baci su tutta la faccia e sorrido al suo modo buffo. Sorrido perchè anche se non ho detto niente lui ha capito. Sorrido perchè sono felice.

"Forse dovremmo ritornare in hotel, si è fatto tardi..." dico guardando l'orologio  maledicendo mentalmente il tempo che corre.

Così mano nella mano ci avviamo verso l'hotel... 









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