Capitolo 2

585 16 0
                                    


Il temporale, fuori, continuava ad imperversare anche più forte di prima, ma dentro la locanda il tempo sembrava essersi fermato, anzi, sembrava aver catapultato i due occupanti della sala in un'epoca distante anni, quando al mondo esistevano solo loro due mentre si stringevano tra le braccia.

Fu Francisca la prima a spezzare quel bacio, allontanandosi lentamente da Raimundo, che invece rimase completamente immobile, aprendo lentamente gli occhi per guardarla.

Lei era accaldata, le guance rosse, il respiro affannato, avendo a malapena la forza di alzare lo sguardo e perdersi nei suoi occhi... quegli occhi che erano rimasti sempre gli stessi e che, ora, la stavano guardando di nuovo con quella naturalezza piena di affetto che non vedeva da tempo, avvolgendola come una coperta calda in mezzo ad una distesa di ghiaccio.

Raimundo rimase a fissarla, le labbra leggermente dischiuse, le mani a tenerle delicatamente i gomiti, un ultimo appiglio affinchè non si allontanasse troppo da sé. Nonostante l'improvvisa e imprevedibile follia di quel momento, la sua mente era, dopo tanto, completamente sgombra da pensieri, timori, paure e frustrazioni. Sembrava come se fosse stato catapultato in un universo parallelo, dove gli era stata staccata la spina e aveva resettato tutto il circuito.

Quel bacio aveva scatenato in entrambi tantissime emozioni, forse anche contrastanti, ma tutte arrendevoli dinanzi al desiderio di non smettere di dar vita a quel piccolo paradiso in cui erano inaspettatamente scivolati.

Raimundo la spinse, di nuovo, delicatamente verso di sé per i gomiti, facendole poggiare le mani sul suo petto, e abbassò la testa per darle un altro delicato bacio sulle labbra, perché ora che aveva riscoperto quel sapore, non voleva più privarsene, ma temendo, comunque, un suo rifiuto.

Francisca si sentì quasi come una bambola di pezza, completamente alla mercé di lui nonostante, in un piccolo angolo del suo cervello, il suo orgoglio e il suo rancore le stavano urlando, da dietro le sbarre dorate in cui li aveva rinchiusi a forza, di spingerlo via, di prenderlo a schiaffi, di uscire di lì e non tornare mai più.

Invece, quando Raimundo si staccò da lei, a fine di quello che più che un bacio fu un mero sfiorarsi di labbra, Francisca fece scivolare una mano lungo il suo petto fino alla nuca, spingendolo di nuovo verso le proprie labbra e approfondendo il bacio.

Entrambi sospirano, chiudendo gli occhi e perdendosi di nuovo in quel momento solo loro. Raimundo le cinse i fianchi con le mani, spingendola verso di sé finchè nemmeno uno spiraglio di luce potesse passare tra i loro corpi; Francisca tenne una mano salda sulla sua nuca mentre l'altra si poggiava delicatamente sulla sua guancia, godendosi la sensazione della barba ispida sotto le dita.

A Francisca sfuggì un piccolo gemito e Raimundo si sentì morire di desiderio, erano anni che non la vedeva così. In quel momento, fu pervaso da una scarica di speranza perché, forse, quella ragazza che tanto aveva amato da giovane non era morta del tutto come aveva voluto fargli credere, ma era ancora viva sotto la corazza spessa che si era costruita attorno a sè, cercando di sopravvivere contro un destino che non era stato gentile con lei.

Francisca sentì come se la sua pelle stesse andando a fuoco, provando una sensazione allo stomaco che non viveva, ormai, da nemmeno lei ricordava quanto. Quando si sentì stringere ancora di più, se possibile, da Raimundo, alzò entrambe le braccia e le avvolse attorno al suo collo, ancorandolo a sé, assicurandosi che fosse davvero lì con lei, che non fosse tutto frutto, ancora una volta, della sua immaginazione.

Raimundo iniziò ad accarezzarle freneticamente la schiena, desiderando di poter strappare via quei pezzi di stoffa che gli impedivano di avere un contatto con la sua pelle nuda. Emise un gemito di disapprovazione quando fece scorrere una mano fino al retro del suo collo, incontrando ancora vestiti su vestiti. A mo' di rivalsa, le morse un labbro e lei, di tutta risposta, sciolse la morsa di ferro che aveva sul suo collo e strinse una mano attorno alla stoffa della sua camicia, là dove alcuni bottoni erano rimasti aperti all'altezza del petto, tirandogliela e strattonandogliela come se avesse voluto farla a brandelli.

Un tuono, fuori, fece ritornare con i piedi per terra Raimundo, facendogli improvvisamente ricordare di dove si trovassero, come potesse entrare chiunque in qualsiasi momento, in cerca di riparo. Non che si vergognasse o volesse nascondersi, ma era tutto così improvviso e precario che non avrebbe rischiato di rovinare tutto per colpa di qualcun altro, ancora una volta.

Quindi, iniziò lentamente a far indietreggiare Francisca verso la porta che dava sul cortile, volendo trovare un luogo più appartato e lontano da ipotetiche interruzioni. Tra un passo e un altro, prima uno e poi l'altra interrompevano quel loro cammino con un bacio più profondo o una carezza più intima. Raimundo le afferrò il viso con le mani e le mozzò il fiato, riversando in quel bacio tutti gli anni di frustrazione e rancore che aveva accumulato. Francisca lo strinse a sè, non perdendo nemmeno per un attimo il suo ritmo e godendosi ogni singolo secondo di quei momenti.

Non stando attenti a dove stavano mettendo i piedi, però, finirono contro un tavolino e fecero rovesciare una sedia, costringendoli a staccarsi per ridacchiare della loro goffaggine.

Francisca appoggiò la fronte contro il suo petto, proprio sotto il mento, e Raimundo le baciò la fronte, sentendosi completamente perso nella sensazione di averla lì con sé. Francisca sospirò ed alzò gli occhi verso di lui, ancora con un sorriso stampato sulle labbra che non voleva saperne di andare via.

"Se mi permettete, signora" Raimundo mormorò prima di prenderla in braccio, facendole emettere un gridolino perché presa alla sprovvista.

Francisca subito avvolse le braccia attorno al suo collo, quando lui iniziò a muoversi, diretto verso il cortile e, quindi, verso la sua stanza.

Giunti in cortile, Raimundo chiuse la porta che dava sulla locanda e ci si appoggiò contro, fissandola. I suoi occhi non riuscivano a decidere se fosse meglio focalizzarsi sui suoi occhi o bearsi della vista delle sue labbra gonfie di baci.

"Perché ti sei fermato, locandiere?" Francisca mormorò e Raimundo notò un pizzico di timore nel suo tono, forse impaurita che avesse potuto cambiare idea.

Dandole un altro lungo bacio, strinse di più la presa che aveva su di lei e si incamminò verso la porta della sua stanza, aprendola facilmente prima di entrare e chiudersela col chiavistello alle spalle. Il mondo fuori e loro due, finalmente, completamente soli.


Continua...

Come un fulmine a ciel serenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora